24/03/15

Silver Surfer: Parabola di Stan Lee e Moebius (1988-89) ***


Queste sono recensioni difficili. Se uno parla male di Moebius rischia di essere lapidato ma io non nascondo che l'unico Giraud che abbia mai apprezzato è quello classico, il Jean di Blueberry. I panel di Arzach e del Garage Ermetico mi sono sembrate opere lontanissime del mio concetto di fumetto, non perchè non abbia capito lo spirito di quelle operazioni artistiche ma anche perchè chi ha provato almeno una volta nella sua vita a tenere matita e pennelli in mano sa che è più difficile disegnare un episodio di Zagor che non lasciarsi andare alla fantasia e tratteggiare solo quel che più piace.
Mi pare di sentire in lontananza i bestemmioni di Magnus che disegna i cavalli del Texone e rido ancora pensando alla fedelissima parodia di Edikà del cappelluto cavalcauccelli intellettuale su un vecchio numero di Totem Comics. Parabola, come tutti sanno, è frutto di uno dei primi incontri tra il sofisticato fumetto europeo ed il caciarone mondo Marvel, Stan Lee si era leccato i baffi a pensare quanti dollaroni poteva tirar fuori producendo questo melting pot culturale e nello stesso tempo infiocchettare pure quei fighetti alternative che credevano la roba in spandex buona solo poppanti.


I comics degli eroi americani erano già cresciuti  a quei tempi...ma Moebius, perdinci, è Moebius.
Il risultato secondo me è deludente, troppo prosaici i testi di Lee, fermi agli anni sessanta di Woodstock, ai campus di Peter Parker e alle tronfie discussioni asgardiane. Moebius non sa da che parte stare, alcune tavole sembrano uscite da Mètal Hurlant altre disegnate da un Kirby particolarmente gentile. Inutile un Chou alla crema non sarà mai una Banana Split. Non mancano i momenti riusciti, le frasi d'effetto e un pizzico di polemica hippie ma non complesso non capisco come sta roba possa aver vinto un Eisner Award. Metto tre stelle per non essere linciato ma quel che penso lo so soltanto io...

 Io ci vedo anche qualcosa di Barry Windsor Smith...

15 commenti:

  1. Hai ragione. Almeno, io ti do ragione in parte perchè questa Parable non ho mai voluto prenderla. Ho in mano in questo momento Fumo di China del gennaio 1989, dove una recensione (firmata LS, forse Luca Scatasta?) dice in pratica cose molto simili a quelle che dici tu. Una vera stroncatura, soprattutto sullo script di Lee che è (già allora) inesorabilmente datato. L'arte di Moebius non si discute però è vero che è difficilissimo reinventare i personaggi di Kirby (forse è riuscito veramente bene solo a Byrne, e in parte a Perez). Io allora avevo altre cose da prendere assolutamente (Watchmen, Dark knight, The Nam, il Corvo ecc.) e quindi glissai. Mi fa un certo effetto rivederla adesso. Hai ragione anche su Magnus, credo in ultima analisi che l'esperienza Tex abbia deluso sia lui con il suo dolente perfezionismo, per cui disegnava ogni foglia delle praterie texiane, sia Sergione Bonelli che si lamentava sempre della lentezza con cui cresceva il "malloppo" di Raviola. Per non parlare dei testi di Nizzi, non all'altezza (come quasi sempre) del disegnatore.

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    1. Eppure essendo di Moebius vinse L'Eisner...ci sono nomi che portano premi come patate. Chissà Crepax e Manara quanti oscar del fumetto avranno sul camino...forse più dei telegatti di Baudo.

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    2. Sai che non sono nemmeno sicuro che abbiano vinto lo Yellow Kid? Anche perché trovare un albo d'oro dei vincitori dello Yellow Kid in rete è praticamente impossibile, io almeno non ci sono ancora riuscito.

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    3. Lo Yellow kid è stato dato a Moebius nel 1975 e nel 1980 (fonte pagina facebook di Moebius):

      https://www.facebook.com/JeanGiraudMoebius/info?tab=page_info

      Nel 1989 Parable ha avuto l'Eisner , istituito l'anno prima. Nell'89 Moebius insieme a Jodo fu nominato alll'Eisner anche per Incal, (guarda caso sempre pubblicato dalla Marvel), per cui si beccò un Harvey Award. Ebbe un Eisner anche nel 91 per Concrete. Ma se guardate la lista dell'89 trovate cose ben più degne, sebbene in altre categorie (Love & Rockets, Xenozoic Tales ecc.):

      http://www.webcitation.org/5uEh09cBK

      Stan Lee avrà sicuramente vinto un qualche Yellow Kid negli anni 70, quando si aggirava sulle Mura insieme a Secchi:

      https://www.youtube.com/watch?v=WzW90uJc8tw

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  2. A me non era dispiaciuto. Non è un capolavoro ma l'ho trovato un compitino ben eseguito (sia dal punto di vista dei testi che dei disegni) con un bel finale.

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    1. Scritto con più cura però sarebbe un bel film sul surfista d'argento

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  3. A me non dispiace, ma sono di parte. Adoro Moebius e mi piace molto Silver Surfer, quindi l'ho letta con piacere anche se, a dirla tutta, Stan Lee sarà pure il padre della Marvel ma non mi è mai piaciuto come scrive.

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    1. E' colpa dell'età, se vuoi apprezzare un fumetto vintage il mio consiglio è quello di saltare le didascalie e gli spiegoni

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  4. Disegni tirati via, soggetto banale di Moebius e dialoghi buttati lì da Stan Lee.

    L'unica cosa che ho apprezzato è il volto "pietroso" di Galactus.

    Sauro Rex

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  5. Stan The Man Lee ha avuto la luccicanza di sentire lo zeitgeist x tutti gli anni sessanta - ci sono sceneggiatori di comics che darebbero braccia , gambe , naso, orecchie e tutto quant'altro sporga x un simile dono - e ne ha fatto uso largamente intuendo , x esempio, che il Pavido Parker oggettivista di Ditko era troppo piagnone x catturare tutto il pubblico mainstream, che Cap funzionava in modalità reduce ancora in gamba in un mondo che non era + il suo, e con lo spleen x il sidekick perduto e che Thor doveva litigare continuamente con il papi x favorire l'identificazione.
    Già con gli anni settanta la sua testa è altrove e cede giustamente la penna a gente come Thomas, Conway, Wolfman e Gerber che sono maggiormente in sintonia con il decennio del brusco risveglio e della consapevolezza che le utopie non si realizzeranno.
    Ho letto cose del Sorridente nel corso dei decenni e ho sorriso di alcune ingenuità - trovavo naif comunque anhe il suo Surfer anni sessanta x la matita particolarmente in forma di John Buscema - e non considero particolarmente ispirato Parabola.
    Segnalo però ai retronici nativi digitali che la lectio di Moebius è stata recepita tre lustri fa circa da Ron Garney quando propose la sua versione di Silverado.

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  6. A me piacque all' epoca all' epoca.
    Avrò vuto venit anni e ed ero nella fase giovanile alternativa/intelletuale/filosofica e recuperavo un pò tutto quello che trovavo di Moebius.
    Parabola lo lessi e a parte i disegni, che sono buoni ( anche se non è il miglior M e poi si vede come lo stile cambi da una tavola all' altra) anche la trama è caruccia.
    Certo, da qui a vincere un Eisner !....
    Quello che rovina la trama sono i dialoghi mediocri di Stan Lee, che sfiorano il ridicolo in più punti ( tipo quando SS fa finta di essere un dittatore e uno gli dice " al suo confronto Galactus è Madre Teresa!" )

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    1. Stan Lee pensava positivo: Io credo che a questo mondo
      esista solo una grande chiesa
      che passa da GALACTUS
      e arriva fino a MADRE TERESA....
      :-)

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  7. Non l'ho mai letto, ma credo che Dan Luttazzi abbia scritto un dialogo tra il cardinal Martini e Galactus

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