23/05/20

Recensione Braccio Di Ferro n.24 del 1975


Gaspare Pero scrive: Mi sono imbattuto in un albo di Braccio di Ferro che meriterebbe la ristampa integrale immediata! Quattro storie tutte di Pierluigi Sangalli (ndr:con sceneggiature di Alberico Motta), una più spassosa dell'altra. L'albo è il n° 24 della serie principale, anno 1975 (qualche tavola allegata, avendo cura di non rovinare la rilegatura dell'albo che mi è quasi coetaneo!)




Braccio di Ferro: Il bottone nel pancino ***** - Rientrato al porto con un carico "da merceria", Braccio di Ferro si scontra con una spia in fuga che ha rubato un microfilm nascosto in un bottone; nello scontro il bottone rotola via, finisce alla portata di un bimbo che ne è goloso e lo inghiotte! La spia, col suo complice altamente "politically incorrect!!!" (vuole tagliargli la pancia e arriva quasi a farlo!), rapisce il bambino per fargli cagare il bottone mentre si trovano al sicuro nel suo sommergibile..



Braccio intanto promette alla mamma del bambino di riportarglielo sano e salvo. Epilogo: dopo varie difficoltà (Sangalli non risparmia tentativi di omicidio da parte dei cattivi contro Braccio di Ferro) spie ovviamente consegnate alla giustizia, ma il bimbo liberato, finito nella stiva del nostro marinaio, fa man bassa di una cassa di bottoni facenti parte del carico "da merceria".


Trinchetto: Le anfore del barbera **** - Ennesima, ma mai noiosa da leggere, crociata di Olivia contro il vizio di Trinchetto. Trovategli delle bottiglie di barbera nel letto (comodissimo dormirci assieme...), il manico di scopa lo porta al museo per distrarlo. Lì Trinchetto, dopo porsi sempre quesiti vinicoli ammirando carri e geroglifici, s'imbatte in bottiglie di barbera "archeologico"; in realtà le ha nascoste lì il custode per scolarsele la notte, ma Trinchetto crede sia vino d'epoca egizia. Il fato vuole che due ladruncoli, sapendo delle bottiglie, drogano il vino per poter rubare un prezioso reperto antico, ma a drogarsi è Trinchetto...



Il guardiano può quindi arrestare i ladri, Trinchetto si becca una ricompensa che investe in anfore da usare come nuovo nascondiglio del barbera.


Timoteo: L'asso del Kaiser ***** - Potenziale sequel, volontario o accidentale, della memorabile "I baffi di Hitler"  Stavolta, svastica in bella mostra nella vignettona d'apertura, il Kaiser è incazzato coi suoi aviatori incapaci di conquistare l'Inghilterra; ingaggia quindi l'asso nazionale Timoteo Kartofen che innesca un duello aereo col difensore dei cieli britannici, ovviamente Braccio di Ferro. E niente, gag degne di Dick Dastardly e lo Squadrone Avvoltoi, con tanto di ricostruzione dell'aereo distrutto mentre precipita


e finale con Timoteo preso a cannonate di carro armato da Hitler nonostante ridotto in stampelle... 


Pisellino: Botte su ghiaccio *** - Storia più "debole" dell'albo ma comunque godibile: Pisellino sta troppe ore davanti alla TV, Braccio lo porta fuori a svagarsi... Prima tappa il palazzo del ghiaccio dove la squadra di hockey si sta allenando. La pista ghiacciata è di tutti - Sì ok, ma intanto ci siamo noi (energumeni) e tu sacco di patate di togli! - Non me ne importa un fico secco dell'hockey! E finisce a rissa tipo Bud e Terence, con distruzione della pista...


Lasciato l'inospitale ambiente, Braccio porta Pisellino in palestra, dove dei lottatori si stanno allenando... Nuova rissa perché la palestra è di tutti, e Pisellino se ne torna da solo a vedere la TV.

7 commenti:

  1. Se sono di Motta, occasione per ricordarlo oggi che fa un anno che non c'è più. 😢

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  2. che belli i tempi quando si potevano usare Hitler e simboli nazisti anche in pubblicazione per bambini, senza paura di "offendere" i loro genitori e nonni che i crucchi e gli orrori della guerra li hanno conosciuti per davvero... (parliamo di appena 30 anni prima!).
    Paradossalmente, oggi, che non c'è quasi più nessuno che ha memoria diretta di quei fatti, non possiamo manco più evocarli...

    Ne' si turbavano i bambini se leggevano storie con un vecchio che voleva sbronzarsi come centro della narrazione o un protagonista che è un marinaio guercio con la pipa... sigh!

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    1. Se ci penso mi sembrano fumetti provenienti da un altro pianeta e non dal nostro passato...😢
      I bambini non si turbavano perché le storie erano scritte da autori capaci di scrivere su più livelli narrativi/interpretativi: per un adulto era la storia di un nazista che voleva conquistare l'Inghilterra, per un bambino un cattivone che manda Timoteo a fare a botte in maniera surreale con l'aereo contro Braccio di Ferro.
      Idem si potrebbe dire sulla volubilità sentimentale di Olivia, sul vizio di Trinchetto, ecc...

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  3. Il politically correct è la morte della spontaneità, tutto deve pesato, uguale, preciso...tutto è iniziato con il Moige e siamo andati sempre peggio.

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  4. Sottoscrivo tutti i commenti sul "politically correct" e aggiungo che oggi molte pubblicazioni sono ancora più irritanti perchè censurate e spogliate di qualsiasi idea critica contro qualcosa o qualcuno.
    Fantastica e quasi introvabile la storia "L'asso del kaiser", oggi purtroppo nessuno oserebbe pubblicare qualcosa di simile

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  5. Magnifiche per me Sangalli senza rivali ! Sottolineo, per esperienza diretta, che gli anziani non si offendevano certo perché si parlava di Hitler, anzi proprio perché avevano vissuto le atrocità della guerra erano felicissimi di vederlo sbeffeggiato mazziato e deriso. Volevano infatti che noi giovani sapessimo e ne avessimo una percezione assolutamente negativa, cosa che in questi fumetti avveniva invariabilmente. Negli anni settanta infatti anche il pensiero reazionario a volte tendente a destra, su Braccio o su altri come in politica, salvo una sparuta minoranza che perlomeno se ne vergognava, era assolutamente e generalmente antifascista.

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