Tormentato dalla sete, Trinchetto si stava aggirando inquieto per la città.
“Mi berrei volentieri un’intera bottiglia di barbera, ma non ho un soldo da parte” brontolò l’anziano marinaio.
In quella, Trinchetto notò che, dall’altra parte della strada, c’era il maggiordomo del celebre collezionista di vini Ignazio Barolis, diretto verso una casa d’aste.
“Forse potrò farmi una bella bevuta gratis” pensò Trinchetto, mentre osservava l’uomo entrare nell’edificio.
Sbirciando da una finestra, il vecchio marinaio vide che il maggiordomo aveva preso parte ad un’asta, in cui diversi acquirenti si stavano contendendo una bottiglia di vetro piena di un liquido giallino.
“La bottiglia va al signore in terza fila per 10.000 dollari” annunciò il banditore, indicando il maggiordomo di Barolis.
“Bene. Il mio padrone sarà proprio contento” si compiacque il domestico.
“Anche se non é barbera, quel vino chiaro mi andrà bene lo stesso” pensò soddisfatto l’anziano beone.
E così, quando il maggiordomo uscì dall’edifico con il suo acquisto, Trinchetto lo mise KO con un pugno in testa e gli sottrasse la bottiglia, per poi fuggire di corsa verso casa propria.
Una volta giunto a destinazione, per non essere disturbato da nessuno, Trinchetto chiuse la porta di casa a chiave, stappò la bottiglia e si scolò il suo contenuto tutto d’un fiato.
Ma subito dopo, il saporaccio rimastogli in bocca ed un’improvvisa fitta allo stomaco fecero capire al vecchio beone che cosa aveva bevuto veramente.
Ignazio Barolis stava attendendo da tempo il ritorno del suo maggiordomo, quando questi si presentò a mani vuote.
“Non sei riuscito ad aggiudicarti la bottiglia?” chiese Barolis.
“C’ero riuscito, signore. Ma qualcuno mi ha derubato appena ho lasciato l’asta” spiegò il maggiordomo.
“Deve essere stato qualche mio rivale interessato alla bottiglia” ipotizzò Barolis, grattandosi il mento.
“E dire che quel pregiatissimo olio di ricino era proprio ciò che vi aveva prescritto il dottore” sospirò il domestico.
Nel frattempo, Trinchetto era chiuso in bagno, vittima di violentissimi dolori intestinali.
“Accidenti a me e alla mia avventatezza” sbraitò il vecchio marinaio, durante la massiccia evacuazione.
FINE
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