30/05/25

Recensione: Luciano Bottaro: Piper maiopi (Allagalla, 2024) ****



L'ho centellinato. Non mi divertivo così da un sacco di tempo, mentre le prime storie di questo "omnibus" servono ad affezionarsi al personaggio le ultime sono realmente esilaranti. Luciano Bottaro, come per tutte le sue produzioni, ti lascia con quella voglia di volerne ancora, come quando vai in un ristorante stellato e ti portano quei minuscoli piattini che sembrano assaggi e non pasti. Come l'ultimo appuntamento da quindicenne  con la tua cotta estiva, con quel dubbio che ti assale, la rivedrò ? Ci sentiremo ancora? Ahimè Piper Maiopi non lo rivedremo più, ovvero comprando il libro di Allagalla potremo rileggerlo tutte le volte che vogliamo, ma che un cast di personaggi così divertente sia scomparso nel nulla prima di questo recupero é scandaloso. Devo lodare Matteo Pollone ed Allagalla per il coraggio, mentre tutti gli altri editori si arrabattano a cercare i diritti dei pochi personaggi noti, Allagalla fottendosene allegramente va a recuperare i gioielli nascosti, le perle incastonate in forzieri pregiati, novelli Indiana Jones dell'editoria.

 

A me piace anche il fatto che abbiano superato lo scoglio "pubblichiamo soltanto le tavole perfette ", Allagalla stampa tutto quello che ha, e sono d'accordo, non puoi rifiutarti di ripubblicare una storia bellissima soltanto perché la resa su carta  non sarà iperdettagliata. L'unica cosa che forse avrei fatto al posto loro e ridurre il formato del libro, avrei stampato il libro con dimensioni uguali o simili a "Oscar", il giornalino da dove sono tratte quasi tutte le storie...ma sono felicissimo lo stesso di quel che ho in libreria sia chiaro. Anche perché reduce dal Popeye di Sagendorf stampato da Cosmo, che mi ha fatto perdere un'altra diottria  a causa del minuscolo lettering, ci voleva qualcosa di "spazioso" all'orizzonte.




Parlando del baffuto protagonista del libro , ebbene sì, Piper Maiopi ha spodestato Pepito come mio personaggio preferito di Bottaro. Sarà che non avevo letto quasi nulla di questo sceriffo cecato e devo ammettere che  mi sono divertito molto di più con il tutore della legge di Mortadel City che con le avventure del piccolo pirata. Anche più che con Whisky & Gogo e  Fort Express

In Piper Maiopi l'avventura é relativa, é tutta na gag, dall'inizio alla fine pare di vedere un film del migliore Mel Brooks d'annata.

Il volume contiene 16 storie lunghe che non venivano ristampate dagli anni sessanta ed inoltre  illustrazioni inedite realizzate da Bottaro negli anni novanta.

L'ispirazione per Piper Maiopi é ovviamente il classico dei cartoon Mister Magoo, ma le idee di Bottaro sono originali e i comprimari sono importanti quanto il protagonista principale.




Il sindaco di Mortadel City é la vittima sacrificale degli svarioni di Maiopi, Piper non viene mai licenziato perché ha praticamente un popò grande quanto il Texas ed in ogni caso riesce sempre a finire bene ogni missione che gli viene affidata.

Il Cavallo di Maiopi, Boby, ha la sindrome del cane, ha un fiuto incredibile ed é più intelligente del padrone.



L’assistente Mac Namara é sordo come Gene Wilder in "non guardarmi, non ti sento" e lo scambio di battute con lo sceriffo anticipa di una ventina d'anni l' ilarità del film di Arthur Hiller in cui il cieco è interpretato da Richard Pryor. 

Si sente la scrittura di Carlo Chendi, autore che troppo poco viene citato e che voglio ricordare.

Nei confronti di Chendi ho un debito che ahimè non potrò sanare, quando scrissi "Da Braccio Di Ferro a Provolino"  elencai anche alcune opere di Bottaro e Rebuffi perché Bianconi aveva comprato i diritti di alcuni personaggi dalla defunta Alpe, beh Chendi sul mio vecchio profilo Facebook mi reguardì bonariamente, in effetti avevo dimenticato di citarlo...mio grosso errore visto che molto di quel che ho apprezzato negli anni era stato scritto da lui.

Meravigliose sono anche le tavole di Guido Scala. 



Bottaro e Scala mi sono sempre sembrati come il duo Magnus-Romanini, così bravi nel collaborare che entrambi hanno assorbito talmente bene il tratto dell'altro tanto da poterlo quasi replicare pur mantenendo uno stile singolare.

Non voglio dilungarmi, ne accennarvi le storie, sarebbe come raccontare un film comico.

Le risate bisogna farle in prima persona e posso assicurarvi che con questo libro ho sorriso anche da solo leggendolo...cosa che  é difficile e rara per tutti.

Non sono invecchiate le storie di Maiopi, qualche citazione al carosello ovviamente la si perde ma nel complesso la scrittura é "liscia" e  pare na cosa prodotta di recente.


 



7 commenti:

  1. Accidenti, mi hai fatto venire voglia di recuperarlo. Non ricordo però di averlo visto pubblicizzato su Anteprima, mentre altre cose di Bottaro sì. O forse era proprio questo? Per quel che riguarda la qualità della riproduzione che spesso lascia a desiderare Pollone mi aveva detto a una Lucca (credo di averlo riportato anche in un'intervista) che starebbero usando dei programmi di upgrade grafico, però per alcune cose che ho visto recentemente non mi pare che i risultati siano esaltanti.

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    1. A me importa che si possa rileggere determinate cose, manco di pignoleria quando vedo delle ristampe che vista la crisi dell'editoria si possono considerare "miracolose". Sul volume di Maiopi le tavole in bianco e nero sono perfette, anche la riproduzione di quelle a colori degli anni novanta. Le tavole a colori tratte dai volumetti "Oscar" perdono un po' in definizione, come scrivevo se (secondo me) avessero utilizzato il formato del volume di Dormy West di Sangalli (un quasi Bonellide) la resa sarebbe stata ottimale. Io certe cose le vedo con gli stessi occhi di come le guardavo negli anni settanta, con gli occhi ignavi e con la voglia di divertirmi 😊

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    2. Ecco, Dormy West invece me lo ricordo pubblicizzato su Anteprima.

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  2. E' in lista tra le cose da leggere. Il formato di un volume deve essere almeno quello adatto alla leggibilità dei testi, in questo la prima serie dei Classici del fumetto di Repubblica ha spesso sgarrato nella prima serie...
    Giusto dare priorità al valore artistico di un fumetto piuttosto che alla qualità della stampa, molti personaggi vanno riportati periodicamente alla ribalta, specie se godibili anche oggi e italiani.
    Che Piper Maiopi riesca a spodestarmi Pepito nelle mie preferenze la vedo dura, ma chissà...
    Apprezzo molto il lavoro di Allagalla anche se il formato ottimale di queste monografie per me è quello del precedente volume dedicato al western di Sangalli.

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    1. Anche per me è quello il formato ideale, poi dipende dal formato originario, ad esempio la Sagendorf un po' più grande non avrebbe stonato, ma penso che dipenda anche dai costi, il volume di Maiopi costa 25€ i volumetti Cosmo 9€

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    2. E vabbè, spendi meno ma è difficile da leggere... Per questo credo più nei volumi da libreria che nelle pubblicazioni "popolari" da edicola per quanto riguarda il riproporre fumetti cult: il volume da libreria permette anche di pianificare cosa proporre, non "naviga a vista" tra rincari e interruzioni anticipate.

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    3. Ahinoi, purtroppo in Italia abbiamo una discreta tradizione di volumi da libreria di serie che poi non hanno avuto seguito. :(

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