12/12/13

Anni settanta: L'amore é...di Kim Casali


Chi non ricorda queste icone pop che imperversavano su miliardi di gadget?
Con i due hippies nanetti nudisti credo di avere avuto anche qualche t-shirt (da bambino ti veste la mamma incurante delle sberle che possono darti i bulli della scuola elementare) .
Credo che insieme al simbolo "peace" rappresentino un decennio rivoluzionario e mentre li ritenevo melensi già da poppante ora m'ispirano tenerezza e speranza.
Sono prodotti commerciali ovvio, però il messaggio d'amore che veicolavano, adesso, sembra qualcosa di lontanissimo e irrealizzabile.

Simboli di un romanticismo che si è perso, il desiderio di costruire un futuro insieme e circondarsi di marmocchi.
Non so se una certa visione del mondo sia morta insieme alla crisi economica, ma penso che ai ragazzi di adesso  respirare sentimenti donerebbe forza per affrontare l'oscuro futuro che per alcuni si para davanti.
Anacronistico: la ragazza stava in casa felice di cucinare, stirare ed accudire la prole mentre il boy lavorava come un mulo  ma non mancava mai di gesti affettuosi nei confronti della compagna.


Sta cosa l'abbiamo fatta anche noi con la nostra bimba la scorsa pasquetta bergamasca, il pic nic in salotto

E se fosse quello l'equilibrio che adesso ci manca?
Non ricordo dove lessi che la mia generazione, quella degli anni settanta, spesso soffre di angosce e depressione a causa del capovolgimento dei ruoli.
I papà che devono fare anche da mamma e le mamme che devono lavorare più dei papà
Donne che devono abituarsi alla competitività maschile e uomini che devono improvvisarsi angeli del focolare.
Ricordo (credo fosse qualche rivista di mia moglie) che su l'articolo c'era scritto che non siamo geneticamente preparati e questo porta degli scompensi inconsci che ci rattristano e a volte ci fanno sentire inadeguati.

le figu!

Penso possa essere un ipotesi realistica anche se io, figlio di madre lavoratrice, già da piccolo era abituato a vedere mio padre prodigarsi (male ma con impegno) nei lavori domestici e mia madre aspettare la busta-paga. 
Per fortuna la buonanima era almeno un ottimo cuoco e mi ha lasciato un eredità di buone ricette e gusto che assaporiamo spesso.
Lo faccio un blog di retrocucina sicula?


La più famosa delle vignette, che pensavo avesse origini più classiche è l'immortale :” L’amore è… non dover dire mai mi dispiace! “,  pubblicata nel 1972. 

Kim Casali

I due piccioncini  nascono alla fine degli anni sessanta, scritti e disegnati da Kim Groove (in Casali), erano fuori dal tempo  gia in quel periodo, nel pieno boom della rivoluzione culturale e sessuale post-sessantottina.
L'autrice, deceduta nel 1997, era una disegnatrice neozalendese ed aveva creato i due piccoli innamorati per bigliettini d'amore che donava al suo fidanzato.
Tutto iniziò per caso, all'inizio l'apprezzamento fù solo a livello familiare, ma ben presto, dalla vendita di bigliettini d'auguri ad un dollaro l'uno su commisione, la Groove arrivò a guadagnare intorno ai cinque milioni di dollari l'anno grazie alle strips e all'imponente merchandising che comprendeva  tazze, magliette, calendari, magliette, poster e chi più ne ha più ne metta.
Kim fù anche al centro di scandali mediatici, essendo una delle prime a sperimentare l'inseminazione artificiale, il secondo figlio Stefano (disegnatore attuale dei personaggi) infatti, nacque sedici mesi dopo la morte del padre grazie agli spermatozoi congelati del genitore.
Il bambino e la madre furono per un periodo sulle prime pagine di tutti i quotidiani, la nascità divise l'opinione pubblica facendo scalpore.


L'Osservatore Romano, il giornale del Vaticano, scrisse che la nascità era "contro la morale evangelica" e ci furono anche discussioni giuridiche sui possibili diritti ereditari del povero neonato.
L'uscita delle vignette ebbe la fortuna di  coincidere  con quella del romanzo Love Story (1970) di Erich Seagal.
L'onda del successo del  film omonimo interpretato da Ali MacGrawRyan O'Neal (giudizio critico personale dupalle) portò ancora più notorietà all'autrice ed i suoi personaggi.

Certe cose prodotte in Italia però erano effettivamente orrende, secondo me questa non è nemmeno licenziata, ste cose dei diritti  negli anni settanta erano, come dire, aleatorie?


10 commenti:

  1. Ricordo le figurine adesive di "Love is...", e che tra i miei compagni di classe valevano ciascuna due figurine dei calciatori...

    In merito alle tue considerazioni anacronistiche, proprio in questi giorni ho affrontato il discorso anche se su temi diversi, connessi anche alle manifestazioni dei "forconi" di questi giorni: ritengo che la realtà, lo stato dei fatti, sia personale che sociale, ma anche relativo all'economia mondiale, dipenda dall'accettazione (o meno) di certe regole. Tu, Stato, ci impedisci di vivere la mia famiglia come nelle vignette di "Love is..."? Bene, noi cittadini ci rifiutiamo in massa di dichiarare i nostri redditi, di pagare le accise sui carburanti, di pagare una tassa per essere proprietari di una casa. E vediamo un po' chi la vince!
    Non si vuole pretendere di vivere di nullafacenza come Pippo, Cucciolo, Poldo... ma se qualcosa diventa anacronistico e ci mette nostalgia, beh è colpa di noi pecore che ci atteniamo alle mode, lasciamo che siano gli altri a decidere (e acquisire un potere via via più difficile da scalfire!) invece che essere autori del nostro destino e della nostra <> vita.

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    1. Le utopie erano impossibili da realizzare anche nei decenni mitizzati del passato. Fame e disoccupazione ci ha sempre accompagnato ed i potenti sono tali disgraziatemente per "nostra" scelta. Quei balordi che ci governano non hanno mai fatto colpi di stato (tranne forse nel periodo Monti). Se stanno là una parte d'Italia li ha votati e di solito è quella che poi va ad indignarsi quando la tetta non produce più latte. Non sono stati deludenti i grillini con i loro proclami di egualità e poi al potere (che hanno checchè ne dicano) non sono stati capaci di raggiungere, sino adesso , nessun risultato? Ci hanno forse destato meraviglia le ennessime porcate di Pd e Pdl? Non sono fatalista e non voglio arrendermi al realismo, ma Peace e Love non è altro che uno splendido sponsor che allieta le nostre anime.

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    2. Tra le parentesi "appuntite" avevo scritto "UNICA"...

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  2. Ricordo che le figlie di un'amica di mia madre avevano l'album di figurine. Molto belle...

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  3. Bellissimo post, Salvatore. Anch'io ricordo gli onnipresenti fidanzatini ma francamente non sapevo chi ne fosse l'autore. Tuffo al cuore, la mia prima fidanzatina che faceva l'Artistico a Trieste (io a Gorizia) me li aveva disegnati per un biglietto d'auguri su carta da lucido che ancora conservo.
    Se la nostra generazione è depressa è perchè non ha lavoro o trova solo lavori di merda, altro che inversione dei ruoli...
    Attendo con trepidazione il blog sulla cucina sicula (la pasta alla Norma, il pescespada, i cannoli...), ma temo fosse solo una boutade!

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    1. Retrochef, soltanto ricette dall'Artusi...perchè no. Mal che vada conosco Benedetta Parodi.

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    2. Non sapevo che uno degli autori di Nathan Never inventasse anche ricette... :-O

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  4. E chi se li scorda, i Peynet in versione chibi-nudista !
    Erano pubblicati su riviste femminili tipo Grazia o Annabella o Confidenze, adesso non ricordo più bene. Per un certo periodo mi ero anche messo a collezionarle ( era un po' una mia mania di pre-adolescente, ritagliavo anche le vignette dell'alano Sansone da Topolino e del Tenero Giacomo dalla Settimana Enigmistica ).
    Tuttora mi fanno simpatia :)

    Sul capovolgimento dei ruoli come fonte di depressione proprio non saprei. Per me non sarebbero un problema, credo...se un rapporto l'avessi.

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  5. Io ricordo le buone e romantiche e rettangolari gomme da masticare 😍

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