24/07/25

Tom & Jerry, I Baffi di Hitler, Agnese Fedeli, Merlotto, Eugenio ed altre testimonianze di Alberico Motta (appendice a da Braccio di Ferro a Provolino)


Per pura informazione, tieni presente, semmai occorresse, che anche di 
Merlotto e Eugenio ho scritto una tonnellata di storie, sempre nel 
corso di quel periodo in cui ho rifocillato i disegnatori di ogni 
occorrenza possibile e immaginabile, compresi quegli schizzati (in 
tutti i sensi) miei storyboard che hanno messo le ali alle loro matite 
per uscire dalla gabbia del conformismo sangalliano di allora. Ne 
conservo qualcuno ancora tanto per provarti che non racconto frottole.

14/07/25

Piango




Ho riletto questa mail di Alberico Motta e la commozione mi ha devastato. Lacrimo come un bambino con le ginocchia sbucciate :-(

Era il mio allenatore, il mio spirito guida:


"Amico mio,

sappi che anch'io sento spesso la mancanza della nostra corrispondenza.


Comprendo benissimo il tuo stato d'animo riguardo al tuo libro 

bianconiano: vuol dire che lo senti pulsare come un cuore nelle tue 

mani e devi farlo vivere,  curarlo, perfezionarlo... è ciò che provano 

quelli che rispettano il proprio operato, che si sentono strumenti e 

non protagonisti in prima persona. Come l'artista che dipinge un 

quadro o il musicista che compone un pezzo e infine, per tornare tra 

noi, quello che scrive qualsiasi cosa in cui ci ha messo l'anima... e 

che vorrebbe mettercene ancora un po'.

13/07/25

Lunghissima Appendice a "Da Braccio di Ferro a Provolino" : Alberico Motta parla di Carpi, Del Principe, Colantuoni di Luciano Capitanio, Cavazzano e tanti altri. Un post con abbondanza di vita vera.


Riporto i testi delle mail per esteso:

Io: Ciao Alberico, ho sotto mano Soldino n.22 del 1965, c'è una tua storia intitolata " i tre evasi" i personaggi sono identici ai Neroni tranne che per abbigliamento e mascherina ( che non portano). Sono la base usata da Del Principe per i personaggi? Ciao, grazie

Alberico
Salvatore, 
mi fai vedere delle cose che preferire non vedere mai più, tanto son brutti i disegni. Era un periodo di traballamenti dove passavo da una pubblicazione all'altra senza trovare un punto di riferimento. Quel periodo di Soldino, che mi costringeva a calcare le orme di un Del Principe per tappare i buchi che lui non riusciva a chiudere, furono anni vorrei per sempre dimenticare. Avevo la nausea dei fumetti in quel tempo, costretto ad abbandonare i miei personaggi dei primi anni '60, dovetti rimanere attaccato al carrozzone con quello che passava il convento. 

11/07/25

Appendice a "Da Braccio di Ferro a Provolino": L'ultimo periodo Bianconi-Metro visto da Sauro Pennacchioli



Recupero questa mail di Sauro Pennacchioli che mi racconta il suo breve  percorso in casa Bianconi: 

"Per me il lavoro alla Metro è stato uno dei tanti, all’epoca collaboravo con diversi editori di fumetti, e non certo il più memorabile (soprattutto per i bassi pagamenti). Conoscevo benissimo Alberico Motta e Sandro Dossi, per i quali avevo scritto alcune storie di Topolino, ma sono andato alla Metro per conto mio, alla fine del 1989.