10/12/25

Il Natale

Il Natale... strano come la festività che più aspettavi da piccolo, quando il tuo unico pensiero era abbuffarti, goderti i regali e giocare con i cuginetti diventi man mano che passi il tempo un periodo per certi versi triste, nostalgico. Ti rendi conto che i nonni che ormai non ci sono più...  li vedevi vecchi ma  avevano meno dell'età che tu hai adesso. Le lunghe tavolate hanno sempre meno commensali, non ci sono bambini, o se c'è ne qualcuno spesso gioca da solo. Il dialetto e i piatti tipici sono scomparsi, nessuno ha più la pazienza dei tuoi nonni e genitori per preparare ragù che cuociono ore o la voglia di farcire il pollo. La componente religiosa è ormai inesistente, il Natale è ormai  l'ennesima festa consumista dove la  banca ti manda gli auguri soltanto per proporti qualche investimento. Lo so che sono io, non è il mondo che è cambiato ma il regalo più bello che potrei ricevere è fare un salto breve nel tempo, un paio d'ore...per potermi sedere al tavolo dei bambini mentre tutti i miei cari, giovani, forti ed allegri ridono sguaiatamente brilli

15/09/25

Il partigiano Geppo contro Hitler




La Bianconi difference. Qui vediamo il partigiano Geppo contro "Hilter". Altro che l'oscar dato a Benigni per "la vita è bella". La storia I CANNONI DI LEGNO è sicuramente scritta da Alberico Motta e pregevolmente illustrata da Sandro Dossi. Ringrazio C Lillo Siracusa per avermi regalato Geppo 71 del 1980 e Luca Laca Montagliani per aver stimolato la mia atavica pigrizia invitandomi a postare la storia  su FB. Mò tornate leggervi Topolino e Tex.

24/07/25

Tom & Jerry, I Baffi di Hitler, Agnese Fedeli, Merlotto, Eugenio ed altre testimonianze di Alberico Motta (appendice a da Braccio di Ferro a Provolino)


Per pura informazione, tieni presente, semmai occorresse, che anche di 
Merlotto e Eugenio ho scritto una tonnellata di storie, sempre nel 
corso di quel periodo in cui ho rifocillato i disegnatori di ogni 
occorrenza possibile e immaginabile, compresi quegli schizzati (in 
tutti i sensi) miei storyboard che hanno messo le ali alle loro matite 
per uscire dalla gabbia del conformismo sangalliano di allora. Ne 
conservo qualcuno ancora tanto per provarti che non racconto frottole.

14/07/25

Piango




Ho riletto questa mail di Alberico Motta e la commozione mi ha devastato. Lacrimo come un bambino con le ginocchia sbucciate :-(

Era il mio allenatore, il mio spirito guida:


"Amico mio,

sappi che anch'io sento spesso la mancanza della nostra corrispondenza.


Comprendo benissimo il tuo stato d'animo riguardo al tuo libro 

bianconiano: vuol dire che lo senti pulsare come un cuore nelle tue 

mani e devi farlo vivere,  curarlo, perfezionarlo... è ciò che provano 

quelli che rispettano il proprio operato, che si sentono strumenti e 

non protagonisti in prima persona. Come l'artista che dipinge un 

quadro o il musicista che compone un pezzo e infine, per tornare tra 

noi, quello che scrive qualsiasi cosa in cui ci ha messo l'anima... e 

che vorrebbe mettercene ancora un po'.

13/07/25

Lunghissima Appendice a "Da Braccio di Ferro a Provolino" : Alberico Motta parla di Carpi, Del Principe, Colantuoni di Luciano Capitanio, Cavazzano e tanti altri. Un post con abbondanza di vita vera.


Riporto i testi delle mail per esteso:

Io: Ciao Alberico, ho sotto mano Soldino n.22 del 1965, c'è una tua storia intitolata " i tre evasi" i personaggi sono identici ai Neroni tranne che per abbigliamento e mascherina ( che non portano). Sono la base usata da Del Principe per i personaggi? Ciao, grazie

Alberico
Salvatore, 
mi fai vedere delle cose che preferire non vedere mai più, tanto son brutti i disegni. Era un periodo di traballamenti dove passavo da una pubblicazione all'altra senza trovare un punto di riferimento. Quel periodo di Soldino, che mi costringeva a calcare le orme di un Del Principe per tappare i buchi che lui non riusciva a chiudere, furono anni vorrei per sempre dimenticare. Avevo la nausea dei fumetti in quel tempo, costretto ad abbandonare i miei personaggi dei primi anni '60, dovetti rimanere attaccato al carrozzone con quello che passava il convento.