29/07/19

Voglia del Don Chisciotte di Lino Landolfi



Lino Landolfi è stato, senza timore di smentita, uno dei massimi disegnatori di fumetti italiani (e non) del secolo passato. Io, per motivi anagrafici, non ho potuto assaporare il periodo dei successi di Procopio sul Vittorioso, anche se ho recuperato qualcosa a posteriori comprando delle annate complete della "rivistona"in alcuni mercatini dell'usato. La cosa che mi colpiva di più del Vittorioso era l'immensa quantità di testo dei redazionali, il ragazzino che comprava il giornale (il formato era quello) aveva di che leggere per una settimana intera spendendo i suoi dindini. I fumetti erano spettacolari e devo dire che il formato "Imperiale" del magazine dava il giusto valore alle tavole conditissime di Jacovitti e la possibilità di vedere l'immensa qualità di dettaglio nelle tavole del Landolfi stesso.

Peccato che non si voglia più utilizzare il formato da "quotidiano" per i fumetti, dopo Comix (splendida, magari uscisse ancora) mi pare che nessuno abbia più usato questo tipo di edizione e dire che sarebbe forse il modo più economico di stampare fumetti da vendere a prezzi bassi e una rivista del genere potrebbe servire come palestra e presentazione per i nuovi autori o per ristampare vecchi classici sindacati nel formato originario.
Tornando al Don Chisciotte di Landolfi, ho visto per caso su Ebay alcune foto del volume della Comic Art edito nel 1975 che ristampa le tavole pubblicate dal Vitt nel 1968-69, madonna che bellezza!
Mi è venuta una voglia matta di prenderlo ma il volume originale costa un botto (50 €) mi sa che se becco quello ristampato da Nicola Pesce ad un prezzo inferiore mi accontenterò.
Si accontenterò, perché ahimè, sono uno di quelli che preferisce l'edizione originale, chissà perché noi amanti dei fumetti abbiamo sta minchia di mania.
Sbavate anche voi, prego.





altre immagini prese dal web:






Gianni Brunoro ha scritto che  Landolfi si fece leggere l'opera di Cervantes da uno spagnolo, per entrare pienamente nell'atmosfera del romanzo. 

Un bel po di personaggi Landolfiani



Mi sovviene un ricordo, quando ero bambino nella Biblioteca della mia città avevano moltissimi numeri del Giornalino delle Paoline più vecchi di me, di quegli albi leggevo soltanto il Piccolo Dente di Landolfi, Il Popeye di Sagendorf ed il Pon Pon di Bottaro, tutta roba che se venisse ristampata adesso comprerei immediatamente.

11 commenti:

  1. Ammetto di non conoscere molto del lavoro di Landolfi.
    La tua ipotesi iniziale (la rivista a fumetti formato giornale) era caldeggiata in Francia anche da Rosinski, il disegnatore di Thorgal: per restituire al fumetto il suo pubblico popolare e per renderlo più economico. Ma se nessuno le fa più, o non azzarda un tentativo, temo che non abbiano mercato...

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    1. Landolfi lo conosco poco pure io, come scrivevo sopra ho letto qualcosa pre Piccolo Dente soltanto quando ho trovato dei numeri del Vittorioso. Secondo me è stato penalizzato dall'aver lavorato prevalentemente con editori "minori" tipo San Paolo. Quel Don Chisciotte lì però sembra un opera d'arte. La rivista in formato giornale è la cosa più anacronistica che possa venire in mente, però ti immagini come risalterebbe in edicola? Poi, invece di diventare orbi con le "riduzioni alla Cosmo" avresti il piacere di vedere una tavola praticamente nel suo formato originale. Il più grande difetto del formato giornale è che praticamente incollezionabile se non rilegato.

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    2. infatti alcuni lettori lamenta(va)no la scarsa maneggevolezza di Fumo di China, ma gli rispondevano che il loro distributore caldeggiava un formato bello grande per non passare inosservati in edicola.
      Per riviste/giornali come Dolce Vita erano effettivamente poco collezionabili.

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  2. Pon Pon e Piccolo Dente sono stati fumetti fissi de Il Giornalino per tutti gli anni che l'ho letto, quindi direi quasi tutti gli anni '80.
    Farò inorridire i puristi, ma per i vecchi fumetti io vedrei più fattibile e comodo un recupero in digitale, da leggere comodamente su Kindle e affini...

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    1. anche io, peccato che la legge sul pubblico dominio abbia tempi così lunghi. Se non ci fossero problemi di diritti su Retronika ci sarebbero soltanto scansioni di tutti gli albi che ho in soffitta per il piacere di tutti e questo manterebbe il ricordo. Non capisco che cosa ci facciano autori ed editori con i diritti di personaggi che non verranno mai ristampati.

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    2. Credo che preferiscano comunque la minuscola speranza di un guadagno futuro piuttosto che diffondere l'arte aggratis. :D

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    3. Hanno anche ragione ma la triste realtà è che rischiano di essere dimenticati. Se ci pensi gli autori moderni tipo Zero calcare, Sparkle e Sio prima hanno dato i fumetti gratis sul web e poi hanno iniziato a pubblicare inediti su carta.

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    4. Oggi funziona così ma credo ci voglia molta apertura mentale da parte di vecchi autori ed editori per capirlo, la vedo difficile. Per dirne una, Bonelli non pubblica ancora i suoi fumetti in digitale ed è il maggior editore del settore nostrano...

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    5. Dovranno per forza. Io compro poche testate Bonelli, solo quelle che più mi interessano. Ma ne acquisterei di più se fossero in digitale ad un prezzo più basso e non mi occupassero spazio fisico in libreria.

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  3. Tavole spettacolari, non conosco l'opera di Landolfi, a meno che non ho beccato qualcosa senza sapere fosse sua.

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