03/12/14

Marco Rota: Zio Paperone e il deposito oceanico - Almanacco di Topolino 215 del 1974****


Adoro Rota. Il tratto di Marco a me non è mai parso così fedele allo stile Barksiano (tipo il clone Vicar) , l'artista italiano è più asciutto e dinamico, come tutti quelli della scuola nazionale, le influenze ci sono state e sono evidenti, ma forse più nella costruzione delle storie, avventurose e lunghe, nella rappresentazione di Paperopoli, metropoli come Duckburg e non borghetto di provincia come nella tradizione nostrana e nel respiro "americano" nel tratteggiare i personaggi, anche se nessuno gli ha mai perdonato quella volta in cui ha reso Paperone e Nonna Papera fratelli. Il nostro, rapitoci da Egmont quando Mondadori lasciò il passo a Disney Italia, ha continuato a produrre avventure, ma ahimè, l'occhio orbo del modernismo ci priva sempre più della sua arte in funzione dei tanti cloni cavazzianani che riempiono le pagine del Topolino settimanale. E poi vogliamo parlare dell'Almanacco?
Non ho mai capito perchè collezionisticamente parlando questa testata non è mai decollata...il grande formato rendeva giustizia alle bellissime tavole degli autori coinvolti e le storie che conteneva (tranne i riempitivi brevi americani) erano tra le più belle tra quelle pubblicate da Mondadori. L'unica ed ultima rivista Disney che ho collezionato è stata la deliziosa Zio Paperone, e anche se in seguito sono uscite cose come i nuovi Almanacchi, Le imperdibili, I Maestri ecc...mi pare che nessuno abbia raggiunto l'eccellenza di quella serie come equilibrio tra storie e redazionali.



"Zio Paperone e il deposito oceanico"  è un avventura perfetta per trama e disegni, entrambi di Rota. Come molti sanno  De Paperoni non ha soltanto l'iconico deposito principale di Paperopoli ma tanti piccoli depositi sparsi per il mondo. In una notte da incubi, dove i Bassotti si moltiplicano come gli zombie di The Walking Dead, il vecchio creso, su suggerimento di Paperino, fa costruire un un unico fabbricato dove stivare l'immenso patrimonio. Rota ci dimostra che nessun Cuordipietra Famedoro o Rockerduck può competere con l'enorme capitale accumulato dal Paperone maturo.




Una distesa di dollari che è il sogno di tutti, un oceano di monete fiancheggiato da spiagge d'oro e piantagioni di banconote. Il nuovo deposito è talmente grande che ci si può navigare. Il problema nasce, quando per colpa di Amelia, resa da sempre molto sexy da Rota, un vero clone paperesco di Sofia Loren come nelle intenzioni di Barks, l'ecostistema monetario diventa "vivo". Gabbiani di carta svolazzano mentre tsunami aurei rendono impraticabile l'enorme distesa di fortune di PdP. Soltanto l'aiuto di Archimede riuscirà a domare la furia tempestosa del patrimonio del tirchio pennuto. Storia consigliatissima più volte ristampata.


Bonus: Rota si rendeva conto di disegnare Amelia come una vamp, tanto da scherzarci sopra con questa pin up dove Paperone, infoiato come il Renzo Montagnani delle commedie pecorecce degli anni settanta, vuole scambiare la "Numero 1" per "un ora d'amore" di Matia Bazariana memoria.


10 commenti:

  1. Marco Rota è uno degli autori Disney che adoro maggiormente...
    Poi l'ultima illustrazione è magnifica!

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  2. Questa storia non la conoscevo e dalle immagini postate mi pare stupenda... Di Rota (a meno che non sbagli e di grosso) ricordo con grande affetto la storia del "Progettista" Anton Manolong con Paperino nella "parte" di Slim Paperosky...
    Non leggo ste robe da una trentina d'anni e ricordo i nomi!
    Poi mi sembra di ricordarne un'altra dove Paperone combatte un concorrente che con un prodotto chimico riduce in polvere il legname da lui prodotto... A Barks l'ultima illustrazione sarebbe piaciuta tantissimo.

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    1. La trovi sul classico numero 32 blu (2a ristampa dal 1976) PLURIPAPERONE; per l'altra non so.

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  3. Bella, bellissima l'ultima tavola inserita, per me inedita e molto ironica!
    Grazie, Salvatore, ancora una volta....

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  4. Rota m'é sempre piaciuto... ricordo anche le sue copertine con sfondi reali, che trovo geniali.

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  5. Quali sono stati gli ultimi lavori del grandissimo Marco Rota?

    Adesso cosa fa?

    Sauro Rex

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  6. Storia che scopro ora... Immagino sia bella.

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  7. Di Marco Rota ho letto molto poco, ma quel poco me l'ha fatto apprezzare moltissimo. Dinamismo 'italiano', asciuttezza, naturalismo...caratteristiche che condivide con altri grandi come Carpi o Scarpa.
    E' un peccato che non sia stato lui a informare lo stile Disney italiano successivo, dove invece quasi tutti - come accenna Salvatore - hanno rifatto Cavazzano, calcando ancora più la mano, con personaggi via via più stralunati, arzigogolati e spigolosi, quasi inguardabili per i 'vecchi' lettori.

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