I cartoons americani erano nel suo DNA. Però Del Principe era poco interessato all'universo Disney...e si vedeva. Uno che invece era affine all'house of mouse era Sandro Dossi, le citazioni del mondo Disney si vedevano spesso in alcune storie di Geppo e di tutti gli altri personaggi curati dall'autore, il passo verso le storie di topi e paperi fu per Dossi cosa naturalissima.
Tornando a Scooby Doo, non ricordo cloni dell'alano nell'editoria nostrana, vero è che lo stesso cagnone , secondo me è stato ispirato in qualche modo dal Marmaduke (Sansone) di Brad Anderson creato nel 1954, per la goffaggine e simpatia più che altro, però con gli anni Scooby e la sua crew sono diventati talmente iconici e definiti da meritare un grande posto nella hall of fame del disegno animato.
Pochi possono vantare la visibilità è longevità di Scooby e Shaggy, i personaggi di Ruby e Spears stanno in TV ininterrottamente dal 1969, e cosa da apprezzare quasi immutati nel character design e nella sostanza delle avventure.
Tornando al titolo del post, beh c'è poco da scrivere, su Topolino 859 del 1972 ho trovato questa storia "Paperino e il tocco di... magia" (Donald Duck The Magic Touch di Jack Manning), il solito fumetto "di mezzo" americano che serviva a riempire l'albo Mondadori tra le due meravigliose storie italiane d'inizio e fine libretto.
Manning inserisce nella storia, che ricorda la serie dell'abbaiante star anche nello svolgimento, un bel Scooby Doo grigio senza nome.
Jack in quel periodo lavorava già anche per i personaggi di Hanna e Barbera, era il periodo in cui la Western Publishing stampava quasi tutti i personaggi dei cartoons.
Jack sarà stato preso dalla pigrizia e visto che Scooby gli veniva bene perchè non sfruttarlo?
Il design dell'alano in questa storia mi pare più che una citazione od omaggio.
Mi sarei aspettato più di vederci Sansone che Scooby Doo, dato che il cane di Brad Anderson era "di casa" sulla rivista del topo...
RispondiEliminaNon sono sicuro che Disney abbia ispirato altre case editrici, secondo me almeno in qualche storia Alpe è successo il contrario: la storia sulla nascita di Tiramolla (1952) contiene un episodio che si ritrova pressoché identico in un episodio di "Topolino e i casi X, Y, Z" (1962), dove il figlio del caucciù e della colla è rimpiazzato da Eta Beta.
Una volta su Retronika mi avevi inviato tu (mi pare) una storia di Cucciolo e Beppe che era clonata da Topolino, deve stare sul blog da qualche parte. In alcuni forum (anni fa e non ricordo dove) ho visto storie Bianconi che erano identiche a storie Disney.
EliminaForse ti riferisci a questa parodia goldoniana?
EliminaOppure un post che mostrava in parallelo vignette di due storie Disney e Alpe praticamente uguali, ma in tal caso non si trattava di un mio contributo. Certo è che la storia sulle origini di Tiramolla è ben collocata temporalmente, come anche la "copia" fatta su Topolino, peraltro storia di Barosso e Carpi quindi tutta italiana e con ben pochi ritardi rispetto a storie d'oltre oceano.
Mi riferivo proprio alle due storie Alpe e Disney uguali. Pensavo l'avessi mandata tu
EliminaIn America tutti copiano tutti.
RispondiEliminaProprio ieri ho letto una storia sul "Creepy" dell'editoriale Cosmo che in pratica è un remake con una spruzzatina horror di Zio Paperone pesca lo skirillione di Barks...
EliminaBisognerebbe vedere quale versione è uscita prima, quella di Creepy o di Barks. Anche Castelli scriveva (non ricordo dove) che su Martin Mystere aveva preso ispirazione da alcune storie di Barks
EliminaLa storia dello Skirillione è del '54, i fumetti della Warren sono degli anni '60 ; quindi la prima idea, anche in questo caso, è del vulcanico Barks :)
EliminaAdesso compro il Creepy della Cosmo perché mi è venuta la curiosità di leggere la storia, grazie!
EliminaEh, figurati :)
EliminaE' una storiella breve, nello stile Zio Tibia, una specie di versione condensata dello Skirillione...secondo me lo spunto è quello, ci sono troppe analogie per trattarsi di una somiglianza casuale.
L'albo Cosmo non è male ( un po' caro ), anche se rimango dell'idea che coi vecchi Oscar alla Mondadori avevano operato le scelte più raffinate.