Nella sua autobiografia “Okey, Capo!”, il compianto Pier Luigi Sangalli racconta del suo primo incontro con Renato Bianconi presso la redazione delle Edizioni Il Ponte nel 1958. Ad accompagnarlo lì, nella speranza di un ingaggio, fu l’amico e “maestro” Alberico Motta, che in quegli stessi anni collaborava con la Dardo disegnando, tra le altre, le avventure di Chicchirichì. Sangalli si presentò al cospetto dell’editore con una storia di prova di 4 pagine per mostrare il proprio livello di preparazione. Bianconi ne rimase piacevolmente sorpreso, seppure quelle tavole gli ricordassero qualcosa di familiare. Dove aveva già visto quel tratto? Poi senza pensarci troppo su, accordò al giovane aspirante fumettista una collaborazione nonché la pubblicazione di quella breve storiella.
25/07/25
La prima storia di Pier Luigi Sangalli per Bianconi era in realtà di Alberico Motta. Storia completa scovata da Andrea Leggeri
Incrociando i pochi dati a disposizione, ovvero quanto narrato da Sangalli nel suo libro, il racconto che ne fece durante la conferenza tenutasi a Vitercomix 2019 (caricata sul canale Youtube dell’amico Lorenzo Terranova al link https://youtu.be/cwSzcVviw5c? si=20n5p523oPMyU9qR) e l’accenno che ne fa il padrone di casa di Retronika Salvatore Giordano nel suo indispensabile e ormai classico “Da Braccio di Ferro a Provolino”, siamo riusciti a rintracciare la storia in questione all’interno di una raccolta della “Collana Il Birillo” intitolata (come tante altre in futuro) “Fantasie Allegre”, pubblicata dalle Edizioni Il Ponte nel Luglio del 1958. Al suo interno un tris di albi di Trottolino con storie di Del Principe, Rebuffi, Manfrin e altri. Tra le tante spunta la curiosa avventura di Piero il Pinguino, titolare di un’officina che, in maniera del tutto fortuita, aiuta la polizia a catturare un pericoloso bandito evaso dal penitenziario. Una storia esile che, al di là del suo valore artistico, rappresenta un piccolo pezzetto di storia del fumetto umoristico perché sancisce un duplice esordio bianconiano: nominalmente quello di Sangalli, nei fatti quello di Motta!
Comunque sia andata, buona lettura!
Saluti!
Andrea
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un caso felice di filologia fumettistica (ti dirò, il fumetto in sé è simpatico ma il tratto mi pare ancora acerbo).
RispondiEliminaMotta era giovanissimo e copiava Rebuffi
EliminaCredo fosse lo stile "Alpe"
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