05/05/15

La grande crisi del fumetto popolare moderno.


Il premio Micheluzzi dato a Tex mi ha fatto riflettere un po'. E' da tempo che non acquisto quasi nulla in edicola, all'inizio pensavo fossi io ad essere invecchiato e poco entusiasta per le nuove proposte editoriali. In realtà è perché tutto quello che viene stampato e venduto periodicamente in quei piccoli bazar che una volta esponevano soltanto albi e riviste è da tempo nella mia soffitta o in libreria. Millemila ristampe di Alan Ford, Topolino, Kriminal, Tex, Zagor, Phantom, MandrakeKen ParkerXIII che in un lustro ho visto riproporre nei formati più disparati. Quasi tutti i fumetti Cosmo provengono dal recente o lontano passato. Ritornano sempre DiabolikAsterix e Lucky Luke...insomma, non ne posso più. Eppure ci sono decine e decine di personaggi ed autori vecchi e nuovi in giro. Un sacco di bravi scrittori e disegnatori, questi ultimi forse persino più dotati di quelli delle epoche passate. Il problema è, secondo me, che non si riesce più a creare un personaggio che "buchi", che resti impresso, che sia specchio di questa generazione e cresca con loro.
L'ondata di miniserie pare confermare che neanche gli stessi creatori pensano che i characters della loro recente saga possano sopravvivere più di una decina di numeri. In questo periodo artistico par che conti più il nome dello sceneggiatore o disegnatore che non il prodotto, i social media danno un rapporto di vendita 100 a 1, se uno ha 100.000 follower soltanto una minima parte di essi comprerà i lavori della "star", resteranno amici, lo culleranno e difenderanno ogni sua opinione, giusta o sbagliata che sia, ma quando è il momento di mettere mano al portafogli spariscono come i parenti nei periodi di crisi. I fumetti in effetti sono diventati costosi, inutile girarci attorno, facciamo un rapporto tempo\prezzo, a 3,50 € di media di lettura di un albo qualunque ci paghi una settimana di connessione Internet e con tutte le cose che la rete ti "dona" non è difficile fare 2+2. Un abbonamento mensile ad un servizio di streaming legale, costa quanto un paio di albi e con quei quattro spiccioli, vedi, senza impazzire dietro captcha e lavori da mille dollari all'ora, un fottio di roba che impegna il tuo tempo. Ci sono i videogames, che costano molto, ma se compri usato con 10 € sei a posto per un paio di settimane. Quando ero ragazzino io non c'era un cazzo, o uscivi con gli amici o fissavi il monoscopio, era ovvio che l'edicola fosse una fonte di sogni e che un albo venisse letto e riletto. Adesso mi ritrovo un comodino pieno di roba che sfoglio con noia, un paio di pagine al giorno, poco prima di dormire e soltanto se non ho di meglio da fare. Però le ragnatele su quei giornalini nascono per un motivo preciso, quel che c'è dentro non mi tocca, non mi appassiona, non mi diverte. Ho la paura che dopo i primi due numeri scomparirà dagli scaffali e non saprò mai come il tutto andrà a finire. Ho come l'impressione che chi faccia fumetti adesso, tranne casi sparuti, dai comportamenti che vedo nei social, faccia il "mestiere" senza cuore, come se pensasse sempre a quel che verrà dopo, ad un futuro che spera radioso non perché ha creato il personaggio del secolo ma perché è l'autore del secolo. Non scordiamoci che i "grandi" del passato , quelli che ogni due minuti vediamo citati nel web e di cui escono, adesso, volumi in libreria quasi nessuno sapeva chi fossero ai tempi del sudore e la fatica, non c'erano credits per Sclavi, Castelli, Toppi, Manara, Cavazzano, Magnus e Pratt ai tempi del Corriere dei Ragazzi o Topolino. Iniziavano a fare fumetti per una esigenza impellente di creare, venuta dalla passione di migliaia di pagine lette. Dopo, a furor di popolo curioso, che voleva sapere chi aveva plasmato cotanta bellezza, venivano fuori, quasi intimiditi come lo sono adesso gli acclamati autori Bianconi ultimi ad aver ricevuto un applauso dal pubblico. Io ho indicato quel che provo, non ho ricette per migliorare la situazione, ma non credo che sia la concorrenza degli altri media, nonostante quel che ho scritto sopra, che sta uccidendo il fumetto, ma la mancanza di convinzione, tempo, pazienza e passione in quello che di nuovo ci viene proposto. Questo vale per autori ed editori. Scusate lo sfogo prolisso.

54 commenti:

  1. Condivido il pensiero in gran parte.
    E' vero che, col prezzo di un albo a fumetti ci sono svaghi più interattivi e (forse) stimolanti, ma resto dell'idea che la carta funziona anche senza bisogno di attaccarla a una presa di corrente... Ricordo quando ascoltavo la radio o stavo al pc a smanettare per impararlo, che andava via la luce e il mio tempo libero lo trascorrevo serenamente con un bel libro o un fumetto: erano e sono lì, sempre pronti a raccontarmi qualcosa... Ecco, secondo me chi lavora nel mondo dei fumetti dovrebbe vendere il prodotto con quest'ottica, presentare il fumetto come un ebook che non ti consuma la batteria, come uno streaming che non ha bisogno di Internet, come un DVD che puoi vedere facendo tutti i fermo immagine che vuoi usando i tuoi soli occhi.

    Invece, come dici tu, gli autori e gli editori sembra abbiano perso quel lato romantico del raccontare storie, sono diventati una pura azienda che se non fattura chiude, anche a costo di rinnegare alcuni cardini storici (tipo la Bonelli che usciva a colori soltanto con albi centenari, e considerava il Gigante il massimo traguardo di una testata; ora invece pubblica Dylan Dog a colori quando gli gira, Orfani tutto a colori, ha abolito un Gigante se non due...).
    Per fortuna, dico io, che nell'ambito del fumetto d'avventura, c'è la Cosmo, anche se non arriva proprio tutto quello che pubblicano.

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    1. Mi verrebbe anche da dire che il fumetto è un media che ha bisogno della fantasia per vivere, ed adesso anche i nostri sogni più sfrenati sono superati dagli FX dei blockbuster. Mai e poi mai nel passato avrei immaginato un film Marvel o Dc come quelli usciti nell'ultimo decennio, e la pellicola è riuscita nel difficilissimo compito di superare lo "spazio cosmico" ed i muscoli della carta. Nell'ambito super eroico i fumetti rispetto alla potenza del grande schermo ne escono miseramente. La bellezza del baloon o del romanzo, come scrivi tu, è data dalla padronanza del tempo e delle scansioni, diventi regista e spettatore. I cardini storici sono morti con gli uomini che li rispettavano, nell'attuale mondo editoriale, per far cassa, possiamo aspettarci di tutto. Il discorso Cosmo è interessante ma come sai anche tu soltanto un 10% delle proposte della casa editrice si può considerare "moderno". Si parla pur sempre di BD di 10-15 anni fa, per fortuna da un pò propongono anche delle belle cose recenti italiane e hanno preso coraggio nel produrre nostrano.

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    2. Film sui super eroi dei fumetti d'accordo, anche se personalmente ho avuto la curiosità di vedere solamente la saga degli X-Men, e manco tutta...
      Ma per il resto, spesso il cinema non è capace di eguagliare la storia originale su carta, basta esaminare come è stato riadattato Dylan Dog per il grande schermo, per non parlare dei romanzi. Io insomma ritengo che il fumetto (come il libro) dovrebbe sfidare la concorrenza con una comparazione di questo tipo, esaltando i propri punti di forza e dando addosso ai serial, ai reality, ai quiz stupidi, ai siti non autorizzati allo streaming... Cioè proprio a fare male all'intrattenimento della concorrenza!

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    3. Magari! Il film di Dylan Dog in effetti è stato una porcata immonda.

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    4. E meno male che con Dylan ho chiuso poco dopo il n° 200, anche se ho preso il recente Color Fest per vederlo interagire con Mister No.

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    5. Io ho chiuso con il 100, e con il 100 ho chiuso anche Ratman per rispetto di Sclavi e Ortolani. Forse Ratman è l'ultimo personaggio tosto sparato nell'olimpo.

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    6. Ci sono Dylan Dog apprezzabili anche dopo il n° 100 ("Tre per zero", "Finché morte non vi separi", "Ghost Hotel"...)

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  2. Bella analisi!
    E' il modo di guardare al fumetto popolare che forse è cambiato; se ci pensi, in Giappone i fumetti popolari non sono eterni come i nostri Tex e Diabolik, o come l'Uomo Ragno e Batman. Ma hanno un inizio e una fine, e nonostante tutto restano nell'immaginario. Ci stiamo spingendo anche noi verso questa cosa? Non lo so.
    Forse manca un pizzico di coraggio, o forse la gente ha perso di vista i capisaldi basilari (che sono semplici, forse troppo... boh!) per creare il fumetto... :)

    Moz-

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    1. Eppure i manga sopravvivono alla carta, vedi Lupin 3 o Doraemon che sono ancora in giro dopo anni che la serie a fumetti e terminata. In Italia mancano personaggi così forti.

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    2. Direi che Tex, Diabolik, Dyd sono forti quanto un Lupin (fatte le dovute proporzioni generali).
      Ed è vero che sono ormai tutti personaggi vintage, ma o si crea un fumetto semplice e sempre uguale a se stesso (e non in senso negativo) o il fumetto popolare comunemente inteso non tornerà.

      Moz-

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    3. Ci sta pure che si facciano delle storie in divenire, magari inserendo dei comprimari dopo anni e anni... però in effetti è difficile, vedo, creare un fumetto popolare italiano (quindi potenzialmente infinito) che non abbia bene o male le stesse location (western o similari)

      Moz-

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  3. Io mi riconosco assolutamente nel tuo post, e do' ragione anche a Gas.
    L'ultimo fumetto che ho comprato regolarmente in edicola è stato Dampyr, che ho seguito fino poco dopo il n. 100. Nel mio caso, sicuramente il discorso economico sta alla base, oltre al fatto che ho la casa stra-piena di libri e fumetti e non riesco a buttare niente.
    Preferisco comunque l'emozione di girare i mercatini in cerca di roba che ho sempre voluto e mai avuto. Per un euro, solo quest'anno mi sono capitati Mort Cinder, Cisco kid di Salinas, diversi pocket horror della Williams e Gino Sansoni, fotoromanzi di U.F.O. e la 1 ed. di Paperin Fracassa (ce l'avevo da piccolo). Alla roba nuova non riesco più ad appassionarmi "a priori", anche se ne vedo tanta di interessante sui vostri blog.
    Ho cercato di interessare la mia nipotina ai "giornaletti", ma non c'è stato niente da fare, eppure legge libri. Ma poi , al di là di Topolino e Giornalino, cosa è rimasto per i bimbi?
    Ti racconto questa: la mia città è solcata da una rete di canali, e in uno di questi, in una casetta di legno, vive un grosso papero a cui spesso porto da mangiare e che io chiamo Quaquarone de Paperoni. Qualche settimana fa, mentre lo sfamo, si avvicina una mamma (carina) con bambino di 6-7 anni che mi chiede: "Come si chiama?". Io rispondo: "Non ha nome, vuoi darglielo tu?". Lui ci pensa un po' e poi risponde: "Gastone!". Io, commosso, riesco solo a balbettare "Hai ragione, è un papero fortunato!." Insomma via , un po' di speranza c'è.

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    1. "Cosa è rimasto ai bimbi?" una domanda che qui ci siamo posti spesso... :-(

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    2. Ai bimbi ahimè non è rimasto molto. Jd, Topolino è l'ultimo sopravvissuto e dobb.iamo tenerlo caro (anzi spero che per fine mese pdieffo lo speciale disney compresa la tua recensione, adesso lavoro con word, meno effetti ma più semplice da modificare e maggiormente leggibile). Anche la mia bimba adesso preferisce i libri ai fumetti, ha il trip di Geronimo e Tea Stilton.

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    3. Quoto sul Topolino unico vero sopravvissuto per i più giovani, e manco a farlo apposta ne ho parlato proprio oggi.
      Ma ci sarà un motivo, non so. Eppure, se Topolino (la rivista) tornasse a proporre ancora più rubriche, come un tempo... penso sarebbe un appuntamento che tornerei a rivivere volentieri^^

      Moz-

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    4. Penso che sia una questione di risparmio, i giornalisti costano, ma in effetti editoriali come: "La segretaria per tutti" o "Qui Paperino Quack!" ti facevano sentire parte di un gruppo. La cosa è ormai appannaggio delle community on line, mi pare che sul sito di Topolino ci siano parecchi ragazzini, mentre gli adulti fanno spola nel Papersera.

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    5. Sicuramente online oggi si fa tutto, ma ricordi la rubrica Videocassette? Era la prima cosa che guardavo, giuro! Mi piacevano anche le ministorie a fumetti Lego (questo per dire che anche gli inserzionisti han cambiato modus operandi), ma anche il calendario (con ricette, programmi tv, origine dei nomi ecc) e questi redazionali sempre molto... estivi!

      Moz-

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    6. Grazie Salvatore, avevo quasi dimenticato il "Paperone Piduista" (sindrome di Hal 9000). Ma il Topolino post anni 70 è una di quelle cose che non riesco a digerire.

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  4. Purtroppo concordo pienamente, tranne che per una visione forse un po' troppo romantica del fumetto, che ai tempi d'oro era un'industria come un'altra e doveva fare utili. E molti autori sono finiti a fare fumetti per necessità, non per convinzione!
    Penso che ormai il fumetto non sia più un intrattenimento popolare, nel senso che ormai i numeri di un tempo in Italia non li fa più da anni. Secondo me la sopravvivenza del linguaggio oltre Bonelli potrebbe essere il ripiegamento in libreria o in altri canali che possano soddisfare con prodotti più curati quella che è ormai una nicchia.
    Molto interessante il discorso di Gaspare su libri e fumetti come ebook senza batteria.
    Ma la Cosmo pubblica veramente quasi tutta roba non recentissima? Da quando fanno i Cosmo Color non seguo più o bonellidi, ma mi pare che ci fosse anche materiale recente.

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    1. Lo so bene che ai tempi d'oro fior di illustratori avrebbero preferito fare altro piuttosto che fumetti, fatto sta che già il non essere accreditati, rispetto ad adesso che il nome dell'autore è più grosso del titolo, era, spero, sinonimo di un minimo di modestia. Io odio i fumetti da libreria, non capisco perchè debba spendere 20 € per una storiella da 50 pagine, se li tengano pure. Con 20 € ci compro 4 Stephen King usati e leggo per 4 mesi. Il fumetto è nato popolare, pulp, leggibile, semplice ed immediato, quando arriva al premio strega è già altro, contro la sua natura, non è più fumetto, almeno per come lo intendo e piace a me. La Cosmo mischia vecchio e nuovo, ma il grosso, come ben tu sai è roba che ha almeno 6-7 anni sulle spalle.

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    2. Il mio discorso è che le strade popolari purtroppo non sono più praticabili se si vuole garantire una retribuzione dignitosa agli autori, visto il calo delle vendite degli ultimi anni e la necessità di mantenere i prezzi bassi. E così non può nemmeno venirsi a creare una nuova generazione di fumettari, che prima avevano varie "palestre" dove farsi le ossa retribuiti. Per cui tanto varrebbe ripiegare sui soli appassionati che potrebbero essere più propensi a spendere di più rispetto al lettore occasionale che pare ormai non esista più.
      Chiaro che la sovraesposizione e l'atteggiamento da primedonne di alcuni autori possano infastidire ma negli anni '70 non si firmavano (o usavano pseudonimi) anche perché si vergognavano di fare fumetti! E in proporzione guadagnavano più di oggi... :D
      Beh, dai, 10 anni per una serie franco-belga non sono neanche tantissimi visti gli stacchi pluriennali che ci possono essere tra un volume e l'altro. E' probabile che i Cosmonauti aspettino di proporre delle saghe complete o almeno dei cicli narrativi conclusi, e in patria ci possono volere un bel po' d'anni prima che se accumulino.

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    3. Non so se non siano più praticabili le strade popolari, ci sono scelte editoriali che non comprendo, tipo il fatto che i fumetti (non i colora, attacca e distruggi) Adventure Time, My MinyPony e robe del genere escano in fumetteria piuttosto che nell'edicola di fronte al bus. Non capisco perchè una realtà editoriale come Annexia ti venda 400 pagine a 15 € (con costi di stampa in proporzione più costosi di un editore più grosso che fa migliaia di copie) e altri con 15 € ti danno 30 pagine. Perchè non fare un magazine di carta scrausa, come le riviste tipo Sorrisi e Canzoni et similia ma che serva da trampolino a nuovi autori e storie? Alla giapponese, tanta lettura a poco prezzo, giovani esordienti che si fanno le ossa e se qualcosa deve uscire bene lo farà. Io penso che ci stanno a prendere anche un po in giro, i costi di stampa sono uguali per tutti e lo sta dimostrando Cosmo che con le collane grandi a prezzi abbordabili guadagna la mia stima. Ma veramente siete disposti a spendere 10 € in più per una copertina rigida? Non te Luca, ma gli ossessi che stanno in giro. Non sono oggetti sono fumetti è quel che c'è dentro che conta, non la confezione. Alcuni come dici tu si vergognavano a fare fumetti ma moltissimi andavano con la cartelletta sotto il braccio dall'editore perchè era il loro sogno ed erano (e sono) felici di quel che facevano e fanno.

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    4. Non sarebbe male una rivista come quella che auspichi tu, credo però che finirebbe in breve seppellita dalla concorrenza di altri media più forti come all'epoca la televisione falcidiò L'Intrepido, Bliz, ecc.
      Oggi ormai l'acquisto di un fumetto è una scelta ponderata e consapevole (anche a causa dei prezzi in proporzione più alti) e non è più una cosa casuale come "ai nostri tempi" quando come hai ricordato andavamo in edicola e ci lasciavamo rapire da quello che offriva - un'immagine in cui mi sono ritrovato anch'io!

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    5. Penso che abbia ragione tu, ci vorrebbe un editore forte alle spalle che non muoia producendo la rivista. E' vero però che spesso Intrepido, Bliz, Full, ecc... contenevano anche tanta fuffa, una volta dal barbiere e dal dentista leggevi e ti accontentavi di tutto. Adesso abbiamo disegnatori spettacolari, spesso non accompagnati da sceneggiatori all'altezza ahimè, che darebbero tante soddisfazioni.

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    6. La Cosmo mischia vecchio e nuovo, ma sempre meglio della Bonelli che di nuovo propone prevalentemente miniserie e storie apocrife, e di vecchio ricicla i soliti noti, hanno pure interrotto la Granderistampa di Nathan Never!

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  5. Molto interessante. Aggiungo il mio sassolino. Insegno storia del fumetto da anni in una scuola dove ero studente entusiasta del serale. Tra gli anni + belli della mia vita prima di Crepascolino. La scuola è anche editore. Diversi anni fa discussi con il factotum della scuola la possibilità di una rivista davvero simile a quella immaginata dal ns anfitrione e mi sentii rispondere - ribadisco che si trattava e si tratta di persona che conosce ed interagisce con la Macchina che Fa i Fumetti, li impagina, li colora, li edita - che non ci sarebbe stata alcuna chance di andare almeno in pareggio. Il mio sensei non mi aveva colpito le nocche con il suo bastone di legno e adamantio, ma ebbi la mia epifania gioissiana: se piace a me non è detto che piaccia ad un numero sufficiente di persone xchè sia proposta ad altri. Tristissimo. Scosse la mia autostima al punto tale che feci una pira delle mie illusioni tale che il fumo era visibile dalla luna. O almeno dalla Madonnina.
    Questione Autore: un passo necessario secondo il mio modesto e sindacabilissimo parere. Dietro e prima di un personaggio di successo è un tizio o due o tre che hanno una buona idea e la concretano con tutto l'entusiasmo dei loro fusti verdi o delle esperienze delle loro zucche brizzolate. E' possibile - è stato fatto - scrivere e disegnare una storia mediocre con protagonista un concept che in altri mani era tanto brillante da potersi contemplare dalla luna. Io desidero poter seguire Ics nei suoi spostamenti e sceglierlo xchè so che è bravo a fare quello che fa.
    Questione ongoing e miniserie: la seconda è decisamente + onesta ovvero esprime la verità , sgradevole quanto si voglia, che la esistenza nella Realtà Prima è un attimo e la sua parabola interessante in quanto breve e portatrice di qualche messaggio che diventa eterno o almeno lungo come il tempo in cui si è ancora disposti a farsi sedurre da carta disegnata. Ci saranno ancora serie eterne, ma sarà un continuo ammiccare tra le parti che sanno che nulla dura x sempre a prescindere da quanto dice mio suocero del cioccolato e delle uova ( se vi offre una barretta KInder ed è bianca anche all'esterno , dite no grazie )
    Questione Noia di Noi Lettori con tanti Chilometri alle Spalle: magari fosse solo quello ! una industria culturale che funzioni deve pensare prima di tutto ai suoi + giovani lettori che sono quelli da coinvolgere e da fidelizzare fino a quando diremo loro che il Buono non vince sempre e che è il caso che si scavi la sua nicchia da qualche parte xchè la fuori non è proprio Disneyland
    Il problema è raggiungere quel pubblico, ma sembra + facile che la Madonnina voli fino alla luna.
    Questione Tempo di Lettura in rapporto al Costo: sarà che Crepascolino guarda Teen Titans Go, le NinjaTartas ed i Fantagenitori, sarà la naturale tendenza alla entropia del mio unico neurone abbrustolito, ma ho riscoperto i mei 37 albi Play Press con il Bats cartoon di Parobeck, Timm e co ed i Supes di McCloud e Blevins e Manley e sono ancora tra le cose + belle della DC di sempre, x me e x altri come FM , Morrison e Gaiman , e leggere una qualsiasi di quelle storie è possibile in meno tempo di quanto ne occorra x scrivere o leggere questa email... scusate la mia totale incapacità di sintesi. ciao

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    1. Ciao Crepà. Se si fa un magazine di soli emergenti, usciti dalle scuole, il default è sicuro, bisogna ravanare sulla rete. Su Facebook e Deviantart ci sono un sacco di bravissimi artisti disoccupati senza agganci, i loro portfolio sono lì, sotto il naso di tutti. Non ci sono soltanto i giovani ma un nutrito di gruppo di over nati con matite e pennello in mano che stanno là, defenestrati dalla crisi con un paracadute rattoppato dopo che si sono fatti il culo per anni per far divertire grandi e piccini. Il discorso dei giovani è importantissimo, ma le nuove leve che hanno lo scettro in mano se ne catafattono, vogliono le groupies in cosplay. I bimbi leggono molto e di più di quanto si pensi, mi verrebbe da diventare complottista e penso che "qualcuno o qualcosa" non voglia che i piccini leggano fumetti. Anche a me piacevano i Dc Play Press tratti dai cartoon. Sai che ho scoperto una cosa? In realtà la narrazione non invecchia, se leggi un fumetto di 60 anni fa e salti le didascalie diventa una cosa nuova. Provare per credere. Salutami tuo suocero e le uova di Pterodattilo al cacao.

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    2. Scrisse una volta Grant Morrison che, per sua esperienza, si può provare a leggere un fumetto cominciando dalla fine, o saltando pagine a caso, invertendole ecc. Il senso cambierà, ma la storia avrà sempre un senso. Specificò però che prima bisogna farsi un acido.

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    3. Mi rendo conto che questa affermazione possa portare all'accensione di un dibattito (e comunque interessantissimo quello che è già venuto fuori), però penso che quel "qualcuno" che vuole che i piccini leggano i fumetti siano i piccini stessi. Se effettivamente questo mercato fosse florido, o almeno appetibile, e avesse una qualche breccia nel pubblico infantile esisterebbero molte più proposte per bambini (che comunque secondo me ci sono, anche se siamo ben lontani dall'abbondanza degli anni passati: quando compro The Garfield Show vedo sempre anche altre testate più o meno dello stesso formato).

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    4. Tipo? Tu compri il Garfield per le BD, (cosa che facevo anche io), ma per il resto è il deserto. Giornalino e Gbaby, distribuzione pari a zero. Pico e Focus Junior non hanno fumetti, le Winx et similia hanno 10 pagine di fumetto costano 10 € e ti danno un gadget cinese che costa 0,001 cent. Non mancano le "figu" ed i toys ma i fumetti sono proprio scomparsi. Sono più addentro per cause "naturali", la mia pulce legge di tutto e anche i fumetti ma soltanto perchè il suo babbo ha una scorta buona per i prossimi 1200-1300 anni a venire. Se vuole qualcosa di nuovo deve ripiegare sul sorcio ed il suo compare pennuto.

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    5. Jd anche senza acido, prendi un fumetto degli anni 40, salta le didascalie e pare uscito due anni fa, tranne per i treni a carbone e la radio a valvole :-)

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    6. C'è (o c'era?) La Pimpa, che stavo per prendere anch'io se non fosse che non ha un buon rapporto quantità/prezzo, e vedo anche proposte probabilmente estemporanee legate a brand di successo, o a imitazioni di brand di successo. Adesso mi fai venire il dubbio che non siano proprio dedicate ai fumetti, ma qualcuna lo sarà di sicuro! Credo.
      Che poi tra l'altro con questa storia delle variant cover secondo me pure in casa Disney/Panini stanno puntando a un pubblico adulto.

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    7. La Pimpa va bene in età prescolare, ne ho un sacco di numeri (i piccini la adorano, primi miti Winnie The Poo, Pimpa, Heidi e Barbapà...questi non tramontano mai). Ebbene si tutte quelle riviste accostate al Garfield (che adesso per un 50% per cento è un animanga o fotoromanzo con le caps prese dal cartone in 3d) hanno un percentuale del 1% di fumetti. Tranne Disney per i bimbi nisba. Le variant...è vero comunque che rispetto agli americani restiamo 20 anni indietro, ste porcate non le sentivo dai tempi di Spawn e Youngblood.

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    8. Acc, mi era venuto il sospetto... Però i vari Adventure Time, Batman & Superamici, Ultimates Avventure varie, Scooby-Doo, ecc. dovranno pur avercele le loro pagine di fumetto. E' anche vero che sono prodotti derivati che probabilmente non esisterebbero autonomamente.

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    9. Adventure Time e Scooby Doo qui a Bergamo in edicola non li ho mai visti, soltanto in fumetteria, lo stesso vale per I super eroi "semplici" tratti dalle serie tv, anzi ho un anedotto, un compagnetto di mia figlia dopo aver visto il primo Avengers in dvd ha comprato uno fumetto di Iron Man in edicola e poi, tenendo conto che non c'entrava (secondo lui) nulla coi cartoni e il film me l'ha regalato, sapendo che c'è chi "accucchia" carta :-)

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  6. allora, ti racconto la mia, ho abbandonato la collezione di fumetti e affini circa dieci anni fa, per motivi "familiari". Continuavo a comprare solo Ratman, e se andavo al Comicon (l'unica fiera che mi permettevo) compravo i numeri arretrati o qualcosa per i miei figli. Da un paio d'anni ho abbandonato a malincuore anche il ratto, non per via delle storie, ma per motivi "organizzativi", e ho saltato credo un paio di Comicon. In questi anni ho comprato l'osannatissimo Orfani, ma dopo aver letto il primo numero, ho pensato : "Tutto qui?"
    Credo che sia come dici tu, gli autori di oggi non riescono a far fidelizzare i propri personaggi, non riescono a far affezionare i lettori (Ortolani è un caso a parte, lui ci riesce e come).
    Sono andato al Comicon quest'anno, e ho comprato le seguenti cose:

    Drizzit - perchè volevo il disegno e l'autografo di Bigio
    Maschera Gialla - Perchè volevo l'autografo di Albo (il colorista), e perché mi dispiaceva che tutta la fila era per Bigio.
    I master contoro la Justice League - giusto per capire com'era.

    E basta. E ti dico io sono uno di quelli che spendeva fior fiori di soldini per le cassate più incredibili, tipo L'Uomo Ragno disegnato da Milgrom, per dirti.

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    1. Ah! Il Ragno di Milgrom Yeuuuchhhh! Se la Panini ristampasse quelle storie chiuderebbe baracca e superburattini in un lampo. Nascondere sotto lo zerbino, prego. Drizzit e Maschera Gialla hanno uno splendido profumo di Arthur King o Darkside, tutta quella roba che veniva venduta negli anni 90 in fumetteria. I masters con Jla ci ho buttato un occhio anche io ma mi pare che sia soltanto una sequela di cazzottoni , viola e blu, con tanto neon. Leo è l'unico che abbia tirato fuori "il personaggio", pur essendo un autorone di quelli che meritano rispetto, e come tutti quelli che sono "veri" non mi ha dato mai l'impressione di tirarsela, anche se non ho mai interagito. Forse quelli che se la tirano sono soltanto i Bonelli, perchè alla fin fine ho visto un bel po di gente in giro ed è sempre stata gentilissima. Quando in un posto arrivano quelli Bonelli sembrano i giudici di Master Chef. Oh, avranno pure ragione, so bravi e tutto ma si stringono forte forte a testuggine alla prima critica e chiamano subito rinforzi.

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    2. Non avevo dubbi che Orfani (mai letto) non creasse empatia da parte del lettore, visto l'autore...

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    3. Orfani parte bene all'inizio ma poi sa di una cosa già letta, quello che mi ha deluso più di tutto è il character degli alieni del primo numero, identici a Glob Herman, uno degli studenti mutanti creati da Morrison durante la gestione degli X-Men.

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  7. L'Uomo Ragno disegnato da Milgrom è un crimine contro l'umanità e so di una specie di Mossad che cerca le copie, le narcotizza perchè non chiedano aiuto e le brucia in una pira il cui fumo è visibile dalla luna. Protetto dal mio nickname confesso che ho da qualche parte Kitty Pride e Wolverine disegnata dall'ingegnoso Al ( motore di Marvel Fanfare e disegnatore nei seventies del Captain Marvel filtrato poco prima da Starlin e dei Guardiani della Galassia di Gerber ) e l'ho nascosto dietro una cortina fumogena di vecchi Newton & Compton a mille lire con carta riciclata come quella della rivista di fumetti che avrei tanto voluto fare. Mi capita nel cuore della notte di svegliarmi di soprassalto e di correre a controllare che i Milgromen non siano arrivati, abbiano scostato il mio Il Vampiro di Polidori e gli aforismi di Wilde x fare giustizia di quella miniserie. Brr.
    Hai comunque tutta la mia solidarietà.
    Crepascolino ha sei anni ed un paio di mesi. Va pazzo x la storia degli Avengers con la creazione di Wonder Man e x quella con l'arrivo di Immortus. Matite del peggior Don Heck ( farà meglio poi ) inchiostrate da un pallido Dick Ayers. Ho cercato di convertirlo al Kirby ruspante e spigoloso dei primi 4/5 numeri inchiostrati da Geo Bell aka Roussos, ma nada de nada. Pazienza. Io sono ottimista e credo che prima o poi un Autore Ics darà a Crepascolino ed alla sua generazione un Dylan Dog o un Bats o uno Spidey o Vattelapesca. Parlerà ai loro cuori ed alle loro frattaglie e probabilmente , come è giusto, io non ne capirò il motivo e cercherò di passarci sopra con le ruote del mio deambulatore mentre bofonchierò qualcosa sui bei tempi degli X-Factor di Peter David, Larry Stroman e.. Al Milgrom, of course.

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    1. Quel Kitty e Wolvie l'ho anch'io da qualche parte, e noto che sti millelire sono nella biblioteca di tutti i lettori compulsivi, Il vampiro di Polidori è il primo che ho comprato anche io. Di quel periodo mi mancano le cose di stampalternativa che stampava Crumb, Zap Comix, scritte dai cessi, cose sulla Nutella e la lettera sulla felicità di Epicuro che ho regalato ad una 30ina di persone care. Arriverà prima o poi L'EROE anche per i pargoli, al momento sono ostaggio di Topolinia e K2.

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    2. Devo scendere a vedere se per caso i Milgromen hanno scoperto quello che tengo nel garage.....

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  8. Non di esordienti: la mia idea era di rifarsi al formato del Pilot prima maniera della Daim Press, spllato e con carta magari spessa, ma in b/n. Un antologico in cui potessero atterrare one shots e storie a puntate. Autori anche rodati - di quelli che orbitavano intorno alla scuola o vi insegnavano - e che desiderassero uno spazio x raccontare quanto altrove non era possile proporre. Non necessariamente una Vertigo a scartamento ridotto. Pensavo ad una rivista che non intimidisse con le sperimentaz del Frigo post Paz, Tamburo e co, ma non desse nemmeno l'impressione di essere una collezione di autori + o - dotati senza un progetto editoriale come altri zine fine anni ottanta inizio novanta. Solo comics senza rubriche che si affaccino sui collaterali. Forse la paginetta della posta. Oggi forse sarebbe meglio qualcosa sulla falsariga dei tabloid che trovi gratis alle fermate della metropolitana.

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    1. Andrebbe bene anche una cosa alla Comix. Come ho adorato quella rivista!

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  9. Mah, i fumetti non tirano più perché ormai c'è internet per passare il tempo.
    Cacchio, è riuscito pure a distruggere la tv ( o almeno a ferirla gravemente ) !
    Non che poi una volta i fumetti vendessero chissà che : ad esempio, ai tempi di Star e Play press che pubblicavano comics americani, vendevano in media sulle 10.000 copie, praticamente come Walking Dead oggi.
    C'erano però picchi come L'Uomo Ragno che toccava le 35.000 ai tempi della canzone degli 883.
    Solo che hai tempi non c'erano i social network che sparavano cifre e veleni sule vendite di X eY e tutto sembrava più bello e sereno.
    Certo, fa ridere quando oggi un editore dice " vendiamo 10.000 copie, un grande successo " e quando a vendere le stesse cifre erano i fumetti Marvel , Lupoi, nei suoi editoriali, diceva cose come "purtroppo le vendite dei nostri albi non sono così alte da farci dormire sonni tranquilli...."




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    1. Ma infatti è un po' il discorso che facevo nel post, Internet ha vinto tutto. Ricordo quegli editoriali catastrofici, 10.000 copie adesso pare un miracolo.

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    2. per la miseriaccia! Mi fai ricordare gli editoriali dei miei superman play press letti un ventennio fa e persi in un qualche trasloco dalla calafrica alla sicilia (per fortuna li ho ritrovati pdfizzati online!)

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  10. Poco da aggiungere alle vostre osservazioni da appassionati che sono anche "dentro" il media (io non lo sono). Solo alcune considerazioni da uno che vede la faccenda dal di fuori:

    1: Perchè oggi i fumetti costano tanto? Negli anni 70 A. S. (Avanti Silvio) gli introiti di fumetti ad alta tiratura come Topolino, Intrepido e Corrierino (non Bonelli e testate cattoliche che fanno storia a se) erano garantiti ANCHE dalla pubblicità. Sulle reti RAI alcune tipologie di prodotti avevano scarsa o nulla visibilità: avete mai visto spot di giocattoli Dinky Toys o soldatini Atlantic in RAI? Eppure tutti li conoscevamo. Queste pub, fino alla metà anni 70 erano appannaggio dei fumetti. Oggi le fanno ancora, ma chi può pensare che la pubblicità su un fumetto sia più visibile di un passaggio in TV?

    2: Per secoli in Italia il fumetto è stato considerato, per un vezzo intellettualoide imbecille, "robetta da bambini", e i bambini sono stati svezzati a Topolino, Tiramolla e Tex. Oggi fumetti per bambini non se ne fanno (quasi) più, e i bimbi/ragazzini non sono più percepiti come il TIPICO pubblico dei fumetti. Ne deriva che i fumetti sono letti in MASSIMA parte dagli adulti (quelli svezzati a Topolino ecc.). Allora, direte voi, i fumetti hanno finalmente raggiunto (come in Francia) lo status di letteratura POPOLARE per adulti, al pari dei Gialli? No. Questo non sarà MAI, per il vezzo di cui sopra.
    Allora, se non sono roba "da bambini" ne' "da adulti", chi rappresentano? Cosa sono, roba "da nerd"?
    Aggiungo che il "fenomeno Manga", di cui non so nulla e che probabilmente ha segnato il modo di percepire il fumetto di lettori come Moz o anche più giovani, è stato forse l'ultima grande MODA legata al fumetto (quando dico ultima voglio dire proprio "ultima" purtroppo). Se dire "fumetto popolare" è fare una questione di TIRATURE, cioè di una forma di entertainment favorita "dal popolo" bisogna purtroppo ammettere che esso HA COMINCIATO A MORIRE NEGLI ANNI 80, come diceva già Sergio Bonelli. Se no, tutto sta ad intendersi: si può usare il termine in un'altra accezione...

    Uff! Scusatemi, forse era meglio se come Nick sceglievo "Indovino Prolix"...

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    1. Ma và adoro le repliche sostanziose. Comunque hai centrato bene il bersaglio, i fumetti non vengono considerati seri competitor pubblicitari e quindi mancano i fondi degli investitori. L'esempio più lampante è Premium che ha i diritti di Popeye per l'Italia e se ne frega di trasporre in carta il popolo di Spinacia. Proprio ieri ho riletto Topolino n.1500 e su 226 pagine un centinaio sono inserzione pubblicitarie, a quei tempi si che potevi vendere l'albo anche a 50 centesimi (cosa mai successa dagli anni 40). Negli anni 70 ed 80 Mondadori, Topolino lo poteva pure regalare, sarebbe andata mal che vada in pari. Concordo con te ed il compianto Sergio che il fumetto popolare, in senso ampio è morto o retto soltanto dai soliti vegliardi cartacei pluriristampati.

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  11. Ho però sempre pensato al fumetto come a una sorta di malato immaginario : tutti lo danno per morto o alla meglio in coma, e poi ti arriva la serie che spacca e vende .
    Vedi il recente caso di Zerocalcare, autore che può piacere o meno, ma che ha una sua personalità, come un Ortolani, un Magnus, un Bonvi, Un Pazienza, un Rebuffi, non il tipico autore moderno, magari esordiente, che si rifà ai manga o ai comics americani, per quanto bravo ( e io rientro in queste 2 categorie, solo che non sono bravo).
    Po è anche vero che la crisi economica e la difficoltà a campare in questo mestiere, non aiutano certo l'umore di chi ci lavora, nè a sbattersi per cambiare le cose.
    Pensiamo a Topolino, dove la Disney si frega tavole e personaggi e non da un euro sulle ristampe : già così un autore si sente sfruttato, come può aver voglia di impegnarsi a risollevare le testate Disney, se tanto le sue entrate non cambiano di una virgola ?
    Almeno in USA , pure Marvel e DC danno incentivi monetari agli autori sulle vendite per spingerli a sbattersi nel lavoro.
    Ritengo a che il problema sia anche quello di non riuscire a sintonizzarsi sui gusti delle nuove generazioni, si continuano a fare imitazioni di successi passati.
    Bisogna cambiare, aprire nuove strade !

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    1. Questo vero, gli avvoltoi hanno sempre girato intorno alla carcassa del fumetto, che però ha i poteri rigeneranti di Wolverine. Zerocalcare piace tanto anche a me, fa fumetto intimista (nel senso che romanza i cazzi suoi) ma almeno fa ridere e tanto. A me non piacciono quei fumetti che trattano di vecchi geek macilenti che raccontano la loro noia, per ora ne siamo pieni di questi che hanno trasformato uno stato da social in pagine disegnate. Mporta na sega che hai fatto il viaggio in cina o in america o che hai comprato l'ultimo dvd, sono cresciuto con tipi che andavano in amazzonia, I diritti di ristampa dovrebbero toccare a tutti, ma in questo periodo le case editrice par che ti facciano un favore a farti lavorare.

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  12. Io provo a vedere il bicchiere mezzo pieno e a intravedere dei germogli che potrebbero anche portare a una bella fioritura, posto che le cifre non potranno mai tornare quelle di 30-20 anni fa per una serie di motivi che avete già sviscerato a dovere. Vado per punti:
    1) Il successo di Sio (Zerocalcare fa un po' caso a sé) è positivo perché si tratta di un autore nato su internet che - come sottolinea Salvatore - è riuscito a imporsi in edicola. Considerando la mole di giovani autori interessanti che si trova in rete, auspico che possa essere un precedente.
    2) La Cosmo deve capire che vuole fare da grande e spero cresca bene. Battaglia mi sembra un'operazione interessante nel suo cercare di distaccarsi da quelli che sono i canoni del fumetto popolare italiano. E, per quanto non fossero stati dei successoni, esperimenti come il Dr. Morgue o Il Morto hanno dimostrato che c'è un pubblico che cerca altro rispetto al canone bonelliano ed è ricettivo.
    3) Proprio la Bonelli mi sembra stia piano piano guardando fuori dal suo fortino. L'introduzione delle miniserie per me è positiva, non significa necessariamente che quei personaggi nascano già col respiro corto ma che si sta finalmente dando spazio a idee che trovano senso e sviluppo naturale in una ventina di numeri, anche perché il prolungare eccessivamente la vita di certi personaggi diventa prima o poi accanimento terapeutico. Una serie come Lukas può non piacere ma la Bonelli non avrebbe mai pubblicato nulla del genere fino a un paio d'anni fa.

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    1. 1) Il primo numero di Sio ha fatto il botto, non so quanto ha venduto il secondo perchè vedo le edicole stracolme di invenduto
      2) Dr. Morgue è la più bella serie italiana del decennio e se fossi Bonelli o Cosmo lo riproporrei con il lustro che merita. Battaglia pocket, al momento, è la peggiore delle versioni del vampiro di Recchioni, siamo lontanissimi dalle guerre di Pietro come qualità
      3) La Bonelli fa quello che gli pare perchè ha disentegrato (senza colpa, la colpa è dei lettori) la concorrenza. Le miniserie, per me, nascono dalla mancanza di palle e coraggio. Dylan Dog negli anni della sua uscita era sicuramente più rivoluzionario di Lukas.

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