Il difensore delle
anatre
by Andrea Micky
Durante un pomeriggio di settembre, Geppo lasciò l’Inferno, per andare a fare una passeggiata sulla Terra.
“Con l’avvicinarsi
dell’autunno molti uccelli hanno cominciato a migrare” disse il diavolo buono,
notando uno stormo di anatre volare in cielo.
In quella, alcune
auto sfrecciarono sulla strada, procedendo nella stessa direzione dello stormo.
“Quegli
automobilisti devono essere dei cacciatori malintenzionati” pensò Geppo,
lanciandosi al loro inseguimento.
Grazie alle sue
ali, Geppo seguì senza difficoltà le auto fino ad uno spiazzo erboso, dove i
loro conducenti le avevano parcheggiate.
Dopo
l’atterraggio, Geppo seguì silenziosamente il gruppetto di cacciatori, fino a
quando un uomo in divisa da guardacaccia gli si parò improvvisamente davanti.
“Che sta facendo
qui?” domandò il nuovo arrivato.
“Ehm, niente.
Stavo solo guardando cosa facevano quegli uomini” spiegò imbarazzato il diavolo
buono.
“Quelli sono dei
cacciatori con regolare licenza -spiegò il guardacaccia- E se lei é uno di
quegli animalisti convinti che interferiscono con le attività altrui, la
multerò”.
“Capisco” replicò
Geppo, allontanandosi in tutta fretta.
Dopo essersi
allontanato di qualche metro, Geppo si nascose dietro un albero dal grosso
tronco.
“Non posso
permettermi il pagamento di una multa, ma non posso neppure abbandonare quei
poveri uccelli nelle mani dei cacciatori” pensò il diavolo buono, che, usando
su di sé i poteri infernali, si rese invisibile.
Grazie alla sua
invisibilità, Geppo poté passare sotto il naso del guardacaccia e mettersi a
cercare indisturbato il gruppo di cacciatori, i cui membri si erano
sparpagliati in direzioni diverse.
Il primo
cacciatore in cui Geppo s’imbatté era in compagnia di un cane, che stava
fiutando l’aria per rintracciare lo stormo.
“Devo distrarre
quel cane” pensò il diavolo buono, notando un’area ristoro poco distante.
Leggermente
disgustato, Geppo si mise a frugare in un cestino dei rifiuti, cercando qualche
osso con cui distrarre il segugio, quando un secondo cacciatore passò casualmente
di lì.
“Ehp! I rifiuti
nel cestino si muovono da soli” gemette l’uomo, impallidendo come un lenzuolo.
Assecondando
un’idea improvvisa, Geppo disse con voce cavernosa “Io sono lo Spirito della
Foresta e se farai ancora del male a degli animali indifesi, mi prenderò la tua
anima e la porterò all’Inferno”.
Senza farselo
ripetere, il cacciatore gettò via il fucile e corse a tutta velocità verso la
sua automobile, che partì sgommando.
Compiaciuto, Geppo
continuò il suo disgustoso frugare e trovò presto ciò che cercava.
Il segugio
condusse il suo padrone presso uno stagno, dove lo stormo di anatre si era
fermato a nuotare.
Agendo con la
massima cautela, il cacciatore imbracciò la sua arma e prese la mira; ma al
momento di fare fuoco, un osso volò in aria, costringendo il cane a lanciarsi
in avanti per prenderlo.
E visto che, nella
foga del momento, il guinzaglio si era avvinghiato al piede del cacciatore,
questi venne trascinato dal suo amico a 4 zampe nel punto in cui l’osso era
caduto, facendo così un bagno fuori programma nello stagno.
“Brrr! Mi buscherò
un raffreddore coi fiocchi” si lamentò l’uomo, rabbrividendo a causa dell’acqua
gelata.
Il frastuono
provocato da quella scena spaventò le anatre, che volarono via; ma un altro
cacciatore, abilmente nascosto dietro un cespuglio, sbucò fuori col fucile in
mano, pronto a sparare.
Fortunatamente per
gli uccelli, sopra la testa del cacciatore c’era un grosso alveare, contro cui
l’invisibile Geppo tirò un sasso, suscitando l’ira delle api che vivevano al
suo interno.
E gli insetti
infuriati si avventarono sull’umano, a cui imputavano l’attacco al loro
alveare, costringendolo ad una rapida fuga.
“Dovrei averli
sistemati tutti, ormai” si compiacque Geppo.
Ma in quel
momento, fra le canne del laghetto s’intravide il luccichio di un fucile ed una
barca a motore perfettamente mimetizzata si mise a seguire lo stormo.
“A quanto pare,
c’é ancora un furbastro in circolazione” notò il diavolo buono.
Grazie al telo
mimetico che la ricopriva, la barca seguì le anatre senza farsi vedere e quando
i volatili scelsero un nuovo punto in cui nuotare, il natante poté avvicinarsi
a loro senza problemi.
Ma proprio quando
il fucile del cacciatore cominciò a sbucare da sotto il telo, Geppo intervenne
con i suoi poteri infernali, sparando dalle dita un getto di fiamme, il cui
calore fuse la canna del fucile in pochi secondi.
Ma il fuoco
infernale entrò in contatto anche con il telo mimetico, facendo scoppiare un
incendio a bordo della barca; e prima che il cacciatore potesse intervenire, le
fiamme avvolsero la tanica del carburante, provocando così una violenta
esplosione, che scagliò l’uomo ad una notevole distanza.
Nel frattempo,
spaventate dall’esplosione, le anatre volarono via più in fretta che poterono.
“Mi spiace per quel
poveretto, ma adesso le anatre sono salve” pensò Geppo, mentre lo stormo
svaniva all’orizzonte.
Dopo essersi
allontanato dalla zona di caccia, Geppo ridiventò visibile, per poi andare in
cerca del cacciatore della barca, col fine di soccorrerlo in caso di bisogno.
“Calcolando la sua
traiettoria, quel tipo dovrebbe essere
atterrato da queste parti” rifletté il diavolo buono, incamminandosi in
una fitta macchia boschiva.
In quel momento,
si udì il rumore di un ramo che si spezzava e subito dopo, il cacciatore piombò
a terra, proprio alle spalle di Geppo.
“Gulp! Vostra
maestà!” esclamò il diavolo buono, riconoscendo la persona che era venuto a
soccorrere.
“Avrei dovuto
capire che c’eri di mezzo tu” ringhiò Satana, alzandosi minacciosamente in
piedi.
Poco dopo, Geppo
stava tornando di corsa all’Inferno, inseguito da Satana.
“Prima
t’impallino, poi ti trasformo in un trofeo” promise il re dell’Inferno,
sparando all’impazzata col suo fucile di riserva.
“Fortunatamente,
sua maestà ha più dimestichezza coi randelli che coi fucili” disse il diavolo
buono, mentre schivava le pallottole.
FINE
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