Il serpente Salvatore si stava recando sulla Terra, quando s’imbatté in un tristissimo Geppo.
“Hey Geppo, come mai quel muso lungo?” chiese il serpente tentatore.
“Satana mi ha rimproverato di nuovo per la mia bontà” rispose il diavolo buono.
“Sto giusto andando sulla Terra a tentare qualcuno. Perché non vieni con me?” propose Salvatore.
“Tutte le volte in cui ti ho dato ascolto, non é finita bene” ricordò Geppo.
“Con il mio aiuto avrai comunque più possibilità di successo che da solo” insisté Salvatore.
“Ok! Andiamo pure” si arrese Geppo.
Poco dopo, Geppo e Salvatore si aggiravano per la città, in cerca di un’occasione da sfruttare.
“Tieni gli occhi ben aperti, Geppo. L’occasione buona può capitare da un momento all’altro” avvertì Salvatore.
E a conferma di quelle parole, i 2 esseri infernali s’imbatterono subito in qualcosa d’interessante.
Geppo e Salvatore stavano passando davanti ad un ristorante, quando udirono un interessante dialogo al suo interno.
“La prego, signor direttore. Mi lasci provare” supplicava un giovane ragazzo.
“Mi dispiace Giovanni, ma questa é un’occasione troppo importante” replicò il direttore del locale, voltando le spalle al suo dipendente.
Sconsolato, il ragazzo si sedette sulla scalinata d’ingresso, dove s’imbatté in Geppo e Salvatore.
“C’é qualcosa che non va?” gli chiese Geppo.
“Oggi ci sarà un pranzo da cui dipende un importante affare e mi sarebbe piaciuto dare una mano in cucina -spiegò Giovanni- Ma il direttore dice che non sono ancora abbastanza bravo”.
“Beh, noi possiamo aiutarti” assicurò Salvatore.
“Davvero? E come?” chiese il ragazzo.
“Con i suoi poteri, il mio amico Geppo può farti diventare il miglior cuoco del mondo -spiegò il serpente- Ma tu, in cambio, dovrai vendergli l’anima”.
“Salvatore, non é giusto approfittare così di questo ragazzo” obbiettò Geppo.
“Taci, Geppo. Se l’accordo va a buon fine, renderai felice Satana” gli fece notare Salvatore.
Giovanni rifletté un po’ e alla fine disse “Ok! Accetto il patto”.
“Sei sicuro di averci pensato bene?” gli chiese Geppo.
“Ho le mie ragioni per farlo” rispose il ragazzo.
Fu così che la transazione ebbe luogo: Geppo ottenne l’anima di Giovanni e Giovanni diventò un bravissimo cuoco grazie ai poteri infernali di Geppo.
Pochi minuti dopo, il diavolo buono si presentò davanti al suo sovrano.
“Perché hai voluto vedermi, Geppo?” chiese Satana.
“Maestà, sono riuscito a convincere un ragazzo a vendermi la sua anima” rispose Geppo, mostrando orgogliosamente il contratto firmato da Giovanni.
“Bene. Finalmente ti sei comportato da vero diavolo” si compiacque il re dell’inferno.
“Maestà, notizie importanti dalla Terra” avvertì un diavolo, arrivando all’improvviso.
Sorpreso, Satana accese il televisore e lo sintonizzò sul canale del notiziario.
“Oggi, un noto miliardario ha deciso di fare una grossa donazione ad un’associazione benefica” disse l’annunciatore.
“Sono qui con Mr. De Ricchis, il noto plurimiliardario -annunciò l’inviato- Ci dica cosa l’ha spinta a fare una donazione così generosa”.
“L’eccellente cucina di questo ragazzo” rispose il riccone, mentre lo schermo zoomava sul volto di Giovanni.
“Ehp! Ma quella é il ragazzo che mi ha venduto l’anima!” esclamò sorpreso il diavolo buono.
Sorridendo gentilmente, Giovanni disse “Io vengo da una famiglia povera e so quanto sia difficile tirare avanti per tante persone. Così, ho deciso di usare le mie abilità culinarie per i pranzi delle associazioni benefiche, in modo che le loro iniziative vadano sempre a buon fine”.
“Sono così fiero di lui” singhiozzò Geppo, commosso fino alle lacrime.
“Ma io non lo sono di te” ringhiò Satana, digrignando ferocemente i denti.
“Lo capisco, maestà. Ma l’anima del ragazzo é comunque destinata all’inferno” ricordò tristemente Geppo.
“Missiva urgentissima per sua maestà dal paradiso” avvertì il diavolo postino, infilando una candida busta sotto la porta dell’ufficio.
Sorpreso, Satana aprì la busta, da cui estrasse una lettera, con su scritto:
Egregio Satana,
in data odierna, un ragazzo di nome Giovanni ha venduto l’anima al diavolo Geppo, in cambio di un incremento delle sua abilità culinarie.
Avendo però appurato che tale patto é stato stretto per aiutare i bisognosi e che i buoni propositi del ragazzo non sono venuti meno, egli é stato giudicato meritevole del paradiso.
Pertanto, in futuro, nessun diavolo potrà avanzare pretese sulla sua anima, onde evitare l’ira delle alte sfere celesti.
Sperando nell’accettazione di quanto stabilito, porgo distinti saluti.
Arcangelo Gabriele
“Meglio così. Non avrei sopportato un’anima buona all’inferno” grugnì Satana, facendo una smorfia disgustata.
“Un finale lieto per questa storia” sospirò sollevato Geppo.
“Aspetta a dirlo” obbiettò Satana, impugnando un grosso randello.
Da parecchi minuti, Salvatore stava aspettando Geppo fuori dall’ufficio di Satana, quando udì un inconfondibile rumore di botte, accompagnato da diverse grida di dolore.
Capendo l’antifona, Salvatore tentò di strisciare via, ma Geppo, scagliato violentemente fuori dall’ufficio, gli atterrò proprio davanti.
“Ehm, che é successo la dentro?” chiese il serpente, facendo un sorriso forzato.
“Adesso te lo spiego” ringhiò Geppo, raccogliendo un grosso sasso da terra.
E senza aggiungere altro, Geppo si mise a colpire ripetutamente Salvatore sulla testa con la pietra, procurandogli parecchi bernoccoli.
FINE
“Hey Geppo, come mai quel muso lungo?” chiese il serpente tentatore.
“Satana mi ha rimproverato di nuovo per la mia bontà” rispose il diavolo buono.
“Sto giusto andando sulla Terra a tentare qualcuno. Perché non vieni con me?” propose Salvatore.
“Tutte le volte in cui ti ho dato ascolto, non é finita bene” ricordò Geppo.
“Con il mio aiuto avrai comunque più possibilità di successo che da solo” insisté Salvatore.
“Ok! Andiamo pure” si arrese Geppo.
Poco dopo, Geppo e Salvatore si aggiravano per la città, in cerca di un’occasione da sfruttare.
“Tieni gli occhi ben aperti, Geppo. L’occasione buona può capitare da un momento all’altro” avvertì Salvatore.
E a conferma di quelle parole, i 2 esseri infernali s’imbatterono subito in qualcosa d’interessante.
Geppo e Salvatore stavano passando davanti ad un ristorante, quando udirono un interessante dialogo al suo interno.
“La prego, signor direttore. Mi lasci provare” supplicava un giovane ragazzo.
“Mi dispiace Giovanni, ma questa é un’occasione troppo importante” replicò il direttore del locale, voltando le spalle al suo dipendente.
Sconsolato, il ragazzo si sedette sulla scalinata d’ingresso, dove s’imbatté in Geppo e Salvatore.
“C’é qualcosa che non va?” gli chiese Geppo.
“Oggi ci sarà un pranzo da cui dipende un importante affare e mi sarebbe piaciuto dare una mano in cucina -spiegò Giovanni- Ma il direttore dice che non sono ancora abbastanza bravo”.
“Beh, noi possiamo aiutarti” assicurò Salvatore.
“Davvero? E come?” chiese il ragazzo.
“Con i suoi poteri, il mio amico Geppo può farti diventare il miglior cuoco del mondo -spiegò il serpente- Ma tu, in cambio, dovrai vendergli l’anima”.
“Salvatore, non é giusto approfittare così di questo ragazzo” obbiettò Geppo.
“Taci, Geppo. Se l’accordo va a buon fine, renderai felice Satana” gli fece notare Salvatore.
Giovanni rifletté un po’ e alla fine disse “Ok! Accetto il patto”.
“Sei sicuro di averci pensato bene?” gli chiese Geppo.
“Ho le mie ragioni per farlo” rispose il ragazzo.
Fu così che la transazione ebbe luogo: Geppo ottenne l’anima di Giovanni e Giovanni diventò un bravissimo cuoco grazie ai poteri infernali di Geppo.
Pochi minuti dopo, il diavolo buono si presentò davanti al suo sovrano.
“Perché hai voluto vedermi, Geppo?” chiese Satana.
“Maestà, sono riuscito a convincere un ragazzo a vendermi la sua anima” rispose Geppo, mostrando orgogliosamente il contratto firmato da Giovanni.
“Bene. Finalmente ti sei comportato da vero diavolo” si compiacque il re dell’inferno.
“Maestà, notizie importanti dalla Terra” avvertì un diavolo, arrivando all’improvviso.
Sorpreso, Satana accese il televisore e lo sintonizzò sul canale del notiziario.
“Oggi, un noto miliardario ha deciso di fare una grossa donazione ad un’associazione benefica” disse l’annunciatore.
“Sono qui con Mr. De Ricchis, il noto plurimiliardario -annunciò l’inviato- Ci dica cosa l’ha spinta a fare una donazione così generosa”.
“L’eccellente cucina di questo ragazzo” rispose il riccone, mentre lo schermo zoomava sul volto di Giovanni.
“Ehp! Ma quella é il ragazzo che mi ha venduto l’anima!” esclamò sorpreso il diavolo buono.
Sorridendo gentilmente, Giovanni disse “Io vengo da una famiglia povera e so quanto sia difficile tirare avanti per tante persone. Così, ho deciso di usare le mie abilità culinarie per i pranzi delle associazioni benefiche, in modo che le loro iniziative vadano sempre a buon fine”.
“Sono così fiero di lui” singhiozzò Geppo, commosso fino alle lacrime.
“Ma io non lo sono di te” ringhiò Satana, digrignando ferocemente i denti.
“Lo capisco, maestà. Ma l’anima del ragazzo é comunque destinata all’inferno” ricordò tristemente Geppo.
“Missiva urgentissima per sua maestà dal paradiso” avvertì il diavolo postino, infilando una candida busta sotto la porta dell’ufficio.
Sorpreso, Satana aprì la busta, da cui estrasse una lettera, con su scritto:
Egregio Satana,
in data odierna, un ragazzo di nome Giovanni ha venduto l’anima al diavolo Geppo, in cambio di un incremento delle sua abilità culinarie.
Avendo però appurato che tale patto é stato stretto per aiutare i bisognosi e che i buoni propositi del ragazzo non sono venuti meno, egli é stato giudicato meritevole del paradiso.
Pertanto, in futuro, nessun diavolo potrà avanzare pretese sulla sua anima, onde evitare l’ira delle alte sfere celesti.
Sperando nell’accettazione di quanto stabilito, porgo distinti saluti.
Arcangelo Gabriele
“Meglio così. Non avrei sopportato un’anima buona all’inferno” grugnì Satana, facendo una smorfia disgustata.
“Un finale lieto per questa storia” sospirò sollevato Geppo.
“Aspetta a dirlo” obbiettò Satana, impugnando un grosso randello.
Da parecchi minuti, Salvatore stava aspettando Geppo fuori dall’ufficio di Satana, quando udì un inconfondibile rumore di botte, accompagnato da diverse grida di dolore.
Capendo l’antifona, Salvatore tentò di strisciare via, ma Geppo, scagliato violentemente fuori dall’ufficio, gli atterrò proprio davanti.
“Ehm, che é successo la dentro?” chiese il serpente, facendo un sorriso forzato.
“Adesso te lo spiego” ringhiò Geppo, raccogliendo un grosso sasso da terra.
E senza aggiungere altro, Geppo si mise a colpire ripetutamente Salvatore sulla testa con la pietra, procurandogli parecchi bernoccoli.
FINE
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