28/01/09

Superboy ma non quello che pensate voi!



Rovistando nel reparto super occasioni della mia fumetteria di fiducia recupero sepolta questa roba.

Un simpaticissimo apocrifo: Superboy delle Edizioni Dardo.

Una collana di appena otto numeri uscita tra il 1966 e il 1967, con tavole più che gradevoli.

Il disegnatore francese Felix Molinari copia per l’occasione lo stile di Curt Swan, mano leggendaria dei comics DC e in particolare del Superman della Golden Age.

Le differenza con l’eroe ufficiale della DC sono tantissime, questo Superboy vola con i razzetti all’Adam Strange, non ha superpoteri ma un casco superaccessiorato.



I comprimari sono lo Zio Matt, inventore degli accessori di Superboy (che si chiama proprio così, chissà quali saranno le origini?) e una bella ragazza di nome Rochelle.

Combatte, come tutti i supereroi, contro supervillains e alieni e lo storie hanno un vago aroma spionistico.

Il formato è quello classico dei neri italiani. Trovatene qualche copia e prendetela perché le storie si lasciano leggere e sono nella media dell’epoca.

Una curiosità: Il simbolo dell’eroe, come potete notare qui sotto , è quasi identico al logo della Shaw Bros, la più conosciuta compagnia produttrice di film d’arti marziali.












altre notizie qui:

http://www.coolfrenchcomics.com/superboy.htm

24/01/09

Süpermen dönüyor



I cineasti turchi avevano fatto "returnare" il kryptoniano nel 1979.
Kunt Tulgar dirige con mano sicura.
Non avendo i mezzi di Richard Donner per l'effetto volo si ricorre ad un phon ed un bambolotto, la musica però è quella originale di John Williams.
L'attore principale, Hasim Demircioglu (aka Tayfun Demir) , ricorda non poco Tiberio Timperi.
Chissà che razza di super eroe verrebbe fuori dalla mente di Michele Guardì?
Per chi fosse interessato alla visione completa del film, è uscito un double bill dvd della Onar films, che contiene anche l'oscuro: DEMIR YUMRUK: DEVLER GELIYOR (IRON FIST: THE GIANTS ARE COMING), con protagonista una specie di Superbatman contro Fu-manchu.
qui notizie più approfondite





19/01/09

Lucio Fulci Guest Star a Fumetti






Ho avuto, l'ottima opportunità di acquistare ad una cifra simbolica i primi numeri del magazine a fumetti "MOSTRI" dell’edizioni Acme.
La rivista era uno "spin-off" di "Splatter" pubblicato dalla stessa casa editrice.
Entrambe revisioni italiane ed attualizzate dei classici E.C. Comics, Mostri si sarebbe distinta dalla sorella maggiore, per l'utilizzo anche di storie straniere a colori e per una qualità migliore dell'apparato redazionale.
Indirizzata a pubblico più colto e maturo, la rivista in oggetto ebbe una distribuzione ed una vita editoriale minore rispetto a Splatter.
Gli anni 80, l’epoca d'oro del fumetto Grandguignolesco italiano.
L’effetto Dylan Dog portò sangue e frattaglie in tutte le edicole.
Cose che solleticano non poco l'immaginario di un adolescente-nerd che ha lo stesso interesse per il calcio di una casalinga americana.
Arrivati gli anni 90 sarebbe partito l'import smodato d’ogni novità con gli occhi a mandorla e McDonalds comics pieni di steroidi.
Il numero 9 di MOSTRI del novembre 1990 offre una chicca, nella storia d’apertura, di Sebastiano Villela e disegnata da Roberto D'Arcangelo, come Guest Star di una storia c'e' niente popò di meno che sua maestà LUCIO FULCI!
Il signore italiano degli zombies!
La storia in questione s'intitola Fetus, ed e' molto probabilmente ispirata al film It's Alive di Larry Cohen, girato nel 1974.
Una donna cerca un modo per abortire, nonostante le lamentele del compagno, e si indirizza presso il centro di limitazione demografica.
Indovinate chi e' il ginecologo incaricato?
Il Dottor Fulci!
Il medico decide di sperimentare un nuovo farmaco, che fa "miracoli".
Niente gatto nel cervello questa volta, ma un bubbonico chelato bebè che decide che stare in un mondo di merda e meglio che non stare da nessuna parte.

09/01/09

Anche Poldo Sbafini, ha menato Brutus!


Sono soddisfazioni ...In questa storia tratta dal numero 50 di POPEYE (edizioni DELL) intitolata Popeye and Olive in "Private Property" , il grande Bud Sagendorf, narra l'effetto degli sganassoni di Wimpy conditi con spinaci del deserto.

07/01/09

Satanik


La rossa del demonio creata da Max Bunker nel 1964, pur essendo nuova versione invertita del classico stevensionano Jekill/Hyde, anticipa di una trentina d’anni l’epoca dell’apparire.
La luce, dell’intelletto superiore di Marny Bannister, è spenta da un angioma sul viso, orrido tale da provocare sdegno,
Satanik sorge chimicamente, come le starlets odierne prima di imbarcarsi in un nuovo reality.
Unico pensiero del nuovo ego di Marny, è rivalsa sulla bellezza, sua precedente nemica.
I fidanzati delle sorelle sono sedotti, le sorelle che prima irridevano sfregiate, come una favola di cenerentola al contrario…una favola dove vincono le streghe.
Satanik uccide per piacere, gode dell’atto.
All'aumentare della bellezza esteriore, degrada maggiormente la coscienza, fino alla vera mostruosità morale. La smania tossicomane per la pozione, la cui astinenza comporterebbe il ritorno dell’orrido volto, è parabola anticipata del viagra, della cocaina rinfrancante e dell’amato bisturi che accompagna la buona borghesia.
Purtroppo, l’incantatrice, diventa malgrado eroina a colpi di censura. Il numero 35 “l’isola dei mostri” ispirato ai miti Lovecraftiani fu ritirato da tutte le edicole italiane.
Fu costretta ad essere la prima “indagatrice dell’incubo” prima del fortunato sclaviano.
Non più il borghese opulento ma wurdalack e non morti sono i nemici combattuti.
Sparirà ( a me piace pensare di sua scelta) con Kriss Hunter, un investigatore privato di colore, naufragando con lui e portando con se il fascino di un’epoca d’eroi nostrani che forse non vi sarà più.
Vedo non poche attinenze tra il classico di Bunker e Magnus e la ricerca di perfezione esteriore che ci viene imposta in questa preapocalisse.
La cosa bella dei personaggi di Bunker comunque è la vita negata agli altri figli di Diabolik.
Appena terminano il proprio corso i personaggi scompaiono o muoiono come nella vita reale.
Satanik dovrebbe essere in Italia anche il primo fumetto con rapporto sentimentale interrazziale.
Prima di Kriss Hunter, non v'erano amanti di colore.
fonte: "Il Buono, Il Brutto e il cattivo" di Stefano di Marino Supermanuali Oscar Mondadori.

Satanik come la Parietti, figlia della scienza.

quanto cose nuove dal passato...

Qui sotto tre metamorfosi tratte dal film di Piero Vivarelli girato nel 1968 con la splendida Magda Konopka come protagonista.

06/01/09

Popeye (1980) di Robert Altman ****



Allora...Film per amatori fumettari e non per tutti.
Secondo me è tutta colpa della Disney (produttrice del film...strano visto che in Roger Rabbit non hanno ottenuto i diritti del personaggio neanche per una manciata di secondi), che ha Marypoppinsato il tutto obbligando Altman a ringiovanire il target di fruizione dell'opera.
Tutto il film è un omaggio all'opera splendida ed originale di Segar e dei Fleischer, non il Popeye "moderno" della Paramount , Italiano e anche di Sagendorf (io ho visto come vero erede di Segar soltanto Zaboli che ha lavorato sulle ultime sceneggiature scritte da Elzie C.).
Se vi fosse stata una produzione diversa il film sarebbe stato perfetto.
Le libertà sono pochissime, vengono ripresi par pari dal fumetto originale l'incontro con Olive, gli scontri di Boxe, la figura di Brutus (dal fumetto che non è il Bluto dei cartoon ...storia lunga), la crisi post rapimento di Pisellino, ecc...
L'unica libertà è la storia della preveggenza alle corse che nel fumetto originale era attribuita ad Eugene the Jeep e non a Swee'pea.
Manca la strega del mare , ma per il resto c'è pure il polpo gigante.
Il dubbio è , perchè farne un Musical?
Per rinverdire i fasti della sincronicità mazzulatoria Fleischeriana o per far cassetta in maniera disneyana?
Gli inserti musicali si vede che sono forzati (nella versione italiana ne hanno tagliato venti minuti musicarelli...per fortuna!)
Per questo gli americani si sono sfracassati i marroni e recensiscono male!
Malta è perfetta (Grazie anche a Giuseppe Rotunno)
Robin Williams è Popeye come Christopher Reeves era Superman.
Shelley Duvall è fantastica (vorrei vedere il film in lingua originale perchè il doppiaggio italiano è ottimo)
Paul L. Smith immenso (in tutti i sensi) ed anche Ray Walston (Poopdeck Pappy) sembra uscito dalla striscia.

Inoltre adesso, con l'occhio adulto ho potuto notare un nutrito cast di caratteristi dell'action Italiano dei 70/80, Roberto Dell'Acqua, Pietro Torrisi, Roberto Messina e lo stesso Paul L. Smith mitico Bud Spencer tarocco dei Carambola e Filotto.

Per me nella sua "genericità" (Un film di sganassoni di Altman mica poca roba, come se Enzo Barboni avesse fatto il verso a Nashville) è il miglior film del buon Robert.

Io che ho adorato il Timble Theatre ho avuto una scarica emotiva.