Se c'è un motivo perchè il mio Geppo preferito è quello del Dossi è perchè Sandro è quello che ne ha curato più il background. C'è molto da dire se il vero autore di un personaggio sia quello che ne ha inventato la fisionomia o quello che lo ha amato a tal punto da renderlo vivo. Ci sono casi come quello di Popeye o Paperone, dove Sangendorf nel primo caso e Don Rosa nel secondo, venuti dopo Segar e Barks hanno approfondito quel che avevano lasciato i creatori. Nel caso di Geppo il creatore aveva lasciato ben poco. Carpi aveva dato una traccia, un diavolo buono, ma non aveva approfondito più di tanto le origini, l'indole e le caratteristiche di Geppo. Sangalli fece tanto, il pantheon infernale, l'evoluzione grafica di Satana, Salvatore, Caligola e chi più ne ha più ne metta, ma Pier Luigi è un artista d'azione, le sue storie erano piene di randellate, scherzi e risate.
Le sue matite ed idee trovavano il giusto posto in Braccio Di Ferro, di cui in Italia è stato il migliore interprete. Alberico Motta fece crescere Geppo, ma anche nelle sue storie il diavolo era il protagonista di romanzi ironici che avrebbero potuto avere come attore principale anche qualche altro personaggio, le storie di Motta erano un pretesto per i suoi guizzi. Il Motta style va aldilà dei characters e ogni sua sceneggiatura è riconoscibile. Nei fumetti di Motta il protagonista è lo spirito di Alberico. Sandro Dossi, venuto dopo tutti, il perennemente "giovane" del gruppo Bianconi, si affezionò al paffuto cornuto e dopo un paio di genesi (sono sicuro ci sia in giro anche l'altra con la caduta dal paradiso di cui abbiamo discusso altre volte...mi sa che quella è scritta da Motta...Sandro non la ricorda ahimè) scrisse e disegnò anche della gioventù dell'amore tra Geppo e Fiammetta. Ormai qui non siamo più all'inferno, se non per i "costumi", qui c'è la rabbia di un padre che vuole un genero cazzuto, un giovane demone gentile come un angelo ed una bellissima fanciulla romantica. Che tenerezza quest'amore sbocciato tra le fiamme, due piccoletti che mi ricordano le mie prime dolcissime cotte da bambino e quelle più struggenti da ragazzo. Della storia ho letto una ristampa su "Clan Braccio Di Ferro" n.2 del giugno 2000, una delle ultime pubblicazioni di Bianconi e forse tra le migliori essendo un bimestrale antologico che raccoglievo il meglio dei fumetti dell'editore Renato.
Tutto inizia con Geppo e Fiammetta che come i fidanzatini di Peynet vagano per i boschi a raccogliere fiorellini in un oceano di melensità e uccellini che cinguettano. Fiammetta, vedendo che Geppo non si fa avanti, da brava diavolessa moderna propone il matrimonio.
Satana non ha nessuna intenzione di avere come genero quell'ammasso di ciccia e bontà che gira intorno alla sua morbida figlia, Geppo "Re dell'Inferno"! Mai preferisco Magalli come presidente della Repubblica e Adriana Volpe e Laura Barriales al posto dei corazzieri! Fiammetta cazzia il babbo, che l'aveva spedita in collegio (in realtà Satanasso l'aveva fatto per allontanarla dall'influenza di Geppo e non perchè non le volesse bene) e dice che da oggi in poi sposa chi le pare a lei.
Satana si addormenta ed iniziano i flashback, con Geppo bambino che difende Fiammettina dai bulli...
...e Satana che gia intuisce le mire e le aspirazioni del piccolo Hippy...
...e le cose non migliorano con gli anni con il nostro diavoletto che gia pensa a migliorare le condizioni dei dannati, come i sindacalisti di una volta.
Il despota degli inferi si sveglia e inizia a pensare che forse Geppo, alla fine, con la sua mollezza sarebbe un ottimo marito per la figlia che sarebbe libero di trattarlo come meglio gli pare senza rischiare sganassoni ed un altro paio di corna.
Nel dubbio è meglio fare una visita al veggente locale, oooohhhhhh un futuro pieno di nipotini buoni, bleeearghhh!
Non sia mai! E il povero Geppo finisce nel solito modo, trattato a pesci in faccia...ma Fiammetta non si arrenderà. Stavo pensando non sarebbe bella una storia celebrativa con il matrimonio dei due infernali innamorati con ospiti tutti i personaggi Bianconi? Tipo il matrimonio dei Fantastici Quattro di Lee e Kirby.
Sognare non costa nulla.
Storia consigliata ovviamente.
Questa qui è la copertina del bimestrale, disegnata da Sangalli, dovete potete trovare l'avventura
Ennesima perla "infernale" firmata Dossi. Io avevo "I promessi diavoli", che per quanto ricordo sembra un sequel di questa storia. Lì Fiammetta aveva un costume celeste/turchese...
RispondiEliminaDa altre fonti blogger mi pare che Clan ospitasse ristampe a caso, tipo le famigerate "buste fumetti".
In effetti il meglio della produzione era quella che si fermava alla fine degli anni settanta, Clan recuperava più storie nuove e c'è pure una storia del Braccio con le Timberland che non era un granchè. Clan era tipo Topolino, 2-3 storie lunghe e qualche riempitivo, conteneva "il meglio" della produzione moderna (che per gli appassionati non è il massimo) però non aveva storie sbattellate ed era tutta a colori come gli altri albi della produzione Bianconi finale.
EliminaIl mio preferito continua ad essere Sangalli, ma Dossi ha delle trovate molto carine, delle fantasie deliziose che penso mi avrebbero conquistato ( se nell'era 'dossiana' fossi ancora stato in età ).
RispondiEliminaPer me Sangalli, come scrivevo sopra, era più "fisico" , Dossi più introspettivo, Motta il più divertente.
EliminaSì, ho letto ;)
EliminaBe', sarà l'imprinting, sarà il periodo in cui le leggevo, ma le storie Bianconi le vivevo appunto come un teatrino scatenato e e con una comicità molto 'fisica' come dici giustamente.
Avrei comunque apprezzato anche queste storie 'intimistiche', penso.
Certo che Geppo è invecchiato proprio male.....Fiammetta poi sembra un altra.
RispondiEliminaSatana invece non è cambiato di uan virgola.
Vero, eheh
EliminaPerò bella storia!
Ho letto questa storia, ma in B/N, in una raccolta di ristampe del 2002 uscita interamente in B/N. Immagino che la storia originale sia stata concepita e realizzata in colore, e che quella raccolta sia stata fatta uscire in nero esclusivamente per abbassare i costi di stampa. Ora mi domando come venisse aggiunto o tolto il colore alle tavole Bianconi/Metro, sia in fase di realizzazione che in fase di stampa, sia prima che dopo la comparsa della tecnologia digitale.
RispondiEliminaLe tavole sono disegnate in bianco e nero. All'occorrenza passano dal colorista/cromatista. Non troverai mai una tavola originale tratta da un fumetto Bianconi a colori...
EliminaGrazie per la risposta, Gas75.
EliminaSi, d'accordo, le tavole vengono necessariamente prima disegnate in B/N, così come prima dell'inchiostro si usa la matita. Ma io mi domando, tra l'altro, chi decideva se fosse il caso di usare il colore in fase di prima stampa, e in base a quale criterio. Inoltre, prendendo ad esempio il caso di questa storia, mi chiedo se la prima edizione sia uscita a colori o in B/N. Nel primo caso, soprattutto se si fosse riutilizzata proprio la stessa colorazione della prima stampa, si potrebbe parlare, in un certo senso, di “versione originale a colori” (così concepita per la prima stampa). Nel secondo caso si potrebbe dire che la “versione originale” fosse identica a quella stampata nel 2002 (in B/N) e che la colorazione sia stata un'integrazione del giugno 2000.
È solo una mia curiosità sugli aspetti organizzativi ed editoriali. Per quanto ci sia dietro, secondo me, anche un aspetto tecnico non trascurabile: la colorazione può anche essere vista come un “extra”, ma di fatto da alla storia un sapore molto diverso rispetto alla versione in B/N.
sigh......quanti dolci ricordi,quando il "male" faceva ridere e la bontà ti faceva dormire sereno...salvato' ti devo trovare la storia di motta....un abbraccio....
RispondiEliminaSììììììì questa storia me la ricordo benissimo. Che piacere rileggerla.
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