14/06/13

Trottolino n. 45 - 8 Novembre 1958-Edizioni “Il Ponte”- lire 80****




Ed eccoci di nuovo nella preistoria dei fumetti Bianconi.
Il mondo del fumetto a volte ricalca quello dell’arte, più si va indietro nel tempo e più si nota cura e passione.


Il tratto degli artisti coinvolti , forse perché Bianconi non era ancora preso dal fuoco degli sghei e non obbligava i suoi autori a produrre tonnellate di tavole mensili, era molto più rifinito di quello delle storie degli anni successivi.
Rivedere l’Abelarda segaligna e violentissima, personaggi ormai dimenticati come Pietrino, riscoprire il genio di Franco Aloisi o assistere ad i primi vagiti di Devy Crock è per me cosa affascinante.
Questi sono i post dove più spesso incorro in errori di attribuzione delle storie, non me ne vogliate ma quando si ha che fare con matite ancora acerbe è difficile individuare  a primo colpo un autore.
Per fortuna so che chi passa un po’ del suo tempo da queste parti è preparato e può darmi una mano.

Iniziamo:

Trottolino: Soriani all’attacco (disegni di Nicola Del Principe)***

La prima cosa che si nota del Trottolino prima versione è che le storie hanno un influenza disneyana molto più forte di quelle che verrano pubblicate dagli anni sessanta in poi . 


Innanzi tutto Papy Papero è una spalla fissa dello scoiattolo  protagonista. Il pennuto è inoltre molto più simile a Paperino di  quando verrà relegato al ruolo di personaggio di storie secondarie.  
Jack Bull , privo della compagnia di Sberla, ricorda ancor di più Pietro Gambadilegno.
Sammy è  un semplice cagnolino privo del dono della parola (anche se per me più simpatico di Pluto) e lo Zio Trottolone ricalca Paperon De Paperoni anche nello stile portando un bel paio di occhialini.


La storia in quest’albo racconta di un gruppo di gatti criminali allevati da Jack Bull per compiere furti ed attentati. Fumetto grazioso ma non eccezionale se non nella parte grafica

Come intermezzo abbiamo un racconto con le illustrazioni  di Giorgio Rebuffi, intitolato come uno spot notturno contro l’impotenza sessuale:  Il bell’uccello pigro.



Pietrino: Un po’ di Verdura (Disegni di Luciano Gatto)****


Pietrino era un bel personaggio, un incrocio tra il Tarzanetto di Antonio Terenghi (per la forza fisica) e le avventure dei Flinstones di Hanna  e Barbera.
A me il Luciano Gatto di casa Bianconi forse piaceva più di quello in casa Disney, tratto sicuro, preciso e storie  libere di essere interpretate con  stile e scrittura personale. La storia è molto gradevole.
Piuttosto che recensirla vi rimando all’eccezionale e generosissimo sito dell’autore dove avrete l’opportunità di leggere gratis decine e decine di storie di personaggi Bianconi e Disney.
Luciano Gatto ha avuto secondo me l’idea più moderna tra i grandi autori del passato, bisogna fare i conti con il presente, gli editori italiani non avranno mai il coraggio di riproporre il materiale che ha fatto sognare intere generazioni e vanno rincorrendo i soliti (lasciatemelo scrivere) pallosissimi autori e personaggi noti  ristampando lo stesso materiale in eterno, manovra commerciale che non comprendo. Non se ne può più! Ristampa in bianco e nero, a colori, copertina morbida, copertina di adamantio, piccolo formato, formato Grissino, e cchè cojoni…basta! Il grande felino degli umoristici italiani ha pensato quindi, per non far cadere nell’oblio cose che ormai sono introvabili, di donare gratuitamente a tutti la possibilità di leggere le sue storie, tanto diciamocelo chiaro…un appassionato di fumetti non si accontenterà mai della sola riproposizione digitale.
Un collezionista che  ama veramente un personaggio andrà alla ricerca dell’albo cartaceo contenente la storia ambita da porre nella propria libreria. Un mio applauso al maestro  che ha  gli occhi aperti sul presente forse più dei pischelli dei comics che credono ancora nella carta come trampolino di lancio e non si rendono conto che ormai un volume te lo pubblicano solo se hai gia milioni di lettori sulla rete.
Qui sotto il prestigioso  link  che è da tempo in bella mostra vicino alla testata del Blog:


Nonna Abelarda e Volpetto: Energetico per elefanti deboli (secondo Luca Boschi  i disegni sono probabilmente di  Nicola Del Pricipe)****

La storia più bella del giornaletto.
Immaginatevi l’irascibile Abelarda irradiata dai raggi gamma o che abbia mangiato gli spinaci ….bene!  La vecchia si finge ammalata per essere accudita da Volpetto. Il nipote bestia chiama il Dott. Prof. Sguercetti
che è orbo come Mr. Magoo. Il medico scambia uno sciroppo placebo con un tonico per elefanti.


Abelarda impazzisce e diventa la versione ridotta di Godzilla devastando la regione come una tromba d’aria.
Abelarda odia Banner! Abelarda spacca! 




Soltanto la puntura di un potente calmante riporta alla ragione l’anziana atomica.

Celestino: disegni di Franco Aloisi***

 

Questa non è una delle storie più belle del  poeta Franco Aloisi, autore che merita di essere ricordato e onorificato molto di più dalla critica italiana. Originale ed  irriverente per me ha raggiunto il massimo nella saga sicula di Fifino per l’Edizioni Alpe. Il gatto Aloisio non è sicuramente il personaggio più rappresentativo della sua carriera ma in alcuni ha lasciato un buon ricordo. In quest’albo abbiamo una storia che racconta lo scontro verbale e fantasioso tra due sparaballe professionisti.

Africa Parla***

Mario Sbattella anticipa le tematiche dei Mondo-Movie di Prosperi e Jacopetti.



Devy Crock: L’orso importuno (disegni di Umberto Manfrin individuato da Sandro Dossi ed Aumaldo)***

  
Una delle prime avventure dello scout Bianconi, senza infamia e senza lode, a me questo personaggio non ha mai fatto impazzire ma nella redazione milanese credevano in lui, credo abbia avuto almeno due testate dedicate di scarsa fortuna.



Albo ovviamente consigliato.

6 commenti:

  1. Condivido quanto dici su Gatto; anche per me il miglior Gatto è quello Bianconi, non quello Disney.
    Il Devy Crock dovrebbe essere di Umberto Manfrin.

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    1. Me lo avevano fatto notare anche su Fb, Luca Montagliani per primo anche se gli orsi erano effettivamente in stile Rebuffi. La conferma che fosse Manfrin l'aveva data anche Sandro Dossi

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  2. Quando c'è Nonna Abelarda, ogni albo è oro!

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  3. Ciao a tutti.
    Dovrei controllare meglio, ma la storia di Volpetto non è sicuramente opera di Carpi. Penso che sia una delle prime fra quelle di Del Principe, che in effetti seguiva quasi pedissequamente lo stile di Carpi (ma fra le storie di Carpi e quelle di Del Principee, in cronologia ve ne sono alcune di Sbattella). E questo risulta anche da un dettaglio non secondario: la coda di Volpetto, che Del Principe conserva per un po' anche in seguito, mentre con altri autori (per esempio Colantuoni) scompare.

    Benineteso che a inizio anni Sessanta la coda di Volpetto, ingombrante, scompare in assoluto.
    Lo stile di Del Principe dovrebbe emergere soprattutto nell'inchiostrazione e nei fondali.
    Va considerato che questa storia è precedente a quelle di trottolino impaginate nello stesso albo.

    O è una ristampa (da quale testata?) o è un recupero, dopo averla tenuta per un po' in giacenza.

    Alcune storie antiche di Volpetto compaiono su "Salterello", mentre quelle nuove, di uno Sbattella quasi irriconoscibile, seguono a ruota sulla testata stessa, esaurite le precedenti Carpiane.


    Per conto suo, Chierchini prosegue a disegnare Volpetto (senza coda) non più in compagnia di Abelarda.

    Ciao!


    Luca B.

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