Un altro bell’albo della nonnetta fulmicotonica uscito
durante le Olimpiadi di Tokyo del 1964 , anche se l’unica storia che fa
riferimento all’evento è l’ultima di Nerone
scritta e disegnata da Alberico Motta.
Soldino e Abelarda: Lo stregone del deserto, disegni di Giovan Battista
Carpi****
Poco si è visto di Carpi sul blog nonostante il grande
contributo grafico e creativo che il grande (forse il più grande?) autore
Disney italiano apportò in casa Bianconi.
La storia è disegnata divinamente e non potrebbe essere
altrimenti, la nonna degli anni 60 è già graficamente lontana dalla segaligna
ed altissima vegliarda anni 50 ispirata alla Signora Carlomagno di Jacovitti.
La cicciottizzazione di Abelarda ci darà la versione definitiva del personaggio
che è quella impressa nella memoria della maggior parte dei lettori.
In questa avventura Soldino e la vegliarda si perdono nel
deserto e vengono catturati “dal solito
scienziato pazzo delle storie a fumetti”.
La parte più divertente della storia è quella che vede un
Soldino ipnotizzato pronto a suicidarsi a comando con un bel colpo di pistola
alla testa
Devy Crock: Il cocomero dei gioielli-disegni di Pierluigi Sangalli con chine di Sandro Dossi***
Lo sceriffo Devy doveva essere un personaggio apprezzato da
Renato Bianconi, visto che provò più volte ad utilizzarlo come titolare di
testata sia in albi dal formato classico che in quelli (bellissimi) in formato
“nero”. A me personalmente non ha mai
fatto impazzire e anche questa storia non ha particolari guizzi creativi che la
sollevino dalla media e parla di ladruncoli
e scambi di cocomeri.
Abelarda e Bongo: Diamanti sacri-disegni di Tiberio Colantuoni***1/2
Il tratto splendido ed originale di Tib al massimo del suo
splendore.
Bongo qui è ancora ignudo ma è gia un carattere abbastanza
definito.
Ricordo per chi non lo sapesse che il gorilla bianconi
nacque come criminale alleato di Nik
e Nok (ho la storia da qualche parte
in soffitta) ed in seguito fù forzatamente adottato a colpi di sberle
redentrici dalla vecchia. Bongo è un personaggio che negli anni , per fortuna,
non diventa mai un “buono”, tenta sempre di buggerare Abelarda in funzione
della sua droga preferita:le banane. Il personaggio peloso è uno dei miei
preferiti, come il Pugagioff di Rebuffi ha personalità da vendere ed è così
simpatico e selvaggio che ruba spesso la scena ai protagonisti delle storie.
Bianconi aveva notato le potenzialità dell’animale cartelluto e per un periodo lo aveva promosso a titolare
di testata autonoma. In questa storia africana la vecchia deve avere a che fare
con gli imbrogli del quadrumane e dei ladri di gioelli.
Vignette e Storiella muta di Mario Sbattella: vi propongo questa perlina di metafumetto.
Volpetto e Abelarda: Il Parco Nazionale-disegni di Tiberio
Colantuoni****
La storia più divertente dell’albo. Volpetto e la nonna vogliono fare un safari fotografico al parco
nazionale di Bancarotta. Un bracconiere travestito da orso si offre come guida ma in realtà vuole far
andar via i due sgraditi curiosoni. Le gags più divertenti sono quelle inerenti
le multe che vengono comminate ad Abelarda per maltrattamento del finto animale.
Tutto culmina nella tortura di Volpetto
da parte del plantigrado camuffo con la vegliarda costretta a guardare passiva
per paura delle contravvenzioni.
Nerone: Il grande atleta-storia e disegni di Alberico Motta***1/2
Come scrivevo in apertura l’unica storia che fa riferimento alle Olimpiadi di Tokio del 1964.
Qui il nostro amato bastardone si sostituisce a molti atleti dell’evento
rimediando soltanto figuracce. Alla fine, visto che non beccherebbe nessuna
medaglia, si sostituisce ai giudici affibiandosi tutti i primi posti. Nerone
fugge coperto dalle pomodorate del pubblico.
Una storia deboluccia, Motta ha fatto di molto meglio con questo personaggio ma
tenendo conto che è un probabilissimo “Istant Comic” prodotto in pochissimi
giorni e in virtù del famoso evento sportivo è comunque degna di lode.
La Bianconi degli anni 60 come parco autori, qualità di
sceneggiature e disegni era a mio avviso
produttrice di albi di qualità uguale e a volte superiore a quelli che
proponeva il Topolino Mondadori dello stesso periodo. Le vendite dovevano anche andar bene visto
che Soldino nel 1964 era quattordicinale.
Erano bei tempi tenuto conto che adesso molti fumetti
italiani se va bene sono ormai bimestrali e gli unici che riescono a reggere la
mensilità sono quelli della Bonelli e le
traduzioni dall’estero.
Forse l’unico settimanale a fumetti rimasto nelle edicole
italiane è proprio Topolino e ormai non si può che fare il tifo per lui visto
che è l’ultimo baluardo del fumetto umoristico per ragazzini. A volte me la
prendo con la testata di Mickey Mouse perché penso che abbia rubato (pagando
fior di dindini) il meglio della
produzione umoristica italiana in nome di un personaggio Yankee ma non potrò
mai negare che molte cose belle si sono lette anche in quei paraggi.