Non avevo ancora acquistato il volumetto dei Kappa perché
avendo ancora alcuni albi originali avevo paura di ritrovarmi con doppioni delle storie…mi ero sbagliato.
Non mi ero messo neanche a recensire quello che avevo a
disposizione perché in rete dopo l’annuncio della ristampa è stato un proliferare di glorificazioni di
quest’acclamata serie ed il mio commento mi sembrava un inutile ripetizione di
argomenti gia trattati da molti.
Complice lo tsunami che venerdì sera ha colpito Bergamo, la
tv occupata dalla mia scoiattolina che salta e combatte insieme alle Winx
mentre mia moglie legge avidamente
l’ultimo Andrea Camilleri, afferro il dono dell’amico Alberico e lo divoro
tutto di un fiato.
Il rimontaggio delle vignette, l’aggiornamento dei dialoghi,
la sequenza delle storie e i ritocchi grafici di Motta
rendono il volumetto l’edizione definitiva e fanno risaltare la qualità
dell’opera più di quanto fecero i giornaletti cult degli anni ottanta.
La prima serie del
Big (raccolte comprese) ha raggiunto quotazioni di mercato importanti, la
sequenza completa, mi raccontano, che in alcune fiere ha toccato la quotazione
dei 250 € ed io stesso su Ebay non ho visto mai albi venduti a meno di una
quindicina di dindi.
Anche se è considerato da molti il primo manga italiano, la
saga di Antares è piena di rimandi a opere che nulla hanno di giapponese ad esempio le
copertine di Kurt Caesar per i romanzi Urania (citati nella postfazione) mi pare
siano serviti da base creativa per alcuni modelli di Ufo inoltre la fantascienza americana classica fa capolino in molte
citazioni.
La fonte d'ispirazione più insospettabile potrebbe essere Il Vangelo, l’avvento del Cristo, interpretato dal Motta come una bimba venuta dallo spazio che è la rappresentazione fisica della luce, amore e speranza divina in contrasto con il male assoluto incarnato nel nichilista Orkus (Satana?).
Anticipazioni, non ispirazioni , di moltissimi soggetti di manga e comics moderni.
La fonte d'ispirazione più insospettabile potrebbe essere Il Vangelo, l’avvento del Cristo, interpretato dal Motta come una bimba venuta dallo spazio che è la rappresentazione fisica della luce, amore e speranza divina in contrasto con il male assoluto incarnato nel nichilista Orkus (Satana?).
Anticipazioni, non ispirazioni , di moltissimi soggetti di manga e comics moderni.
Lo stile italiano dell’autore è lontanissimo delle meschine
copie degli anime giapponesi a cui furono costretti anziani autori , eccellenti
in altri campi, a misurarsi realizzando penose tavole che cercavano di
ricalcare il dinamismo e i colori dei cartoni giapponesi su riviste come
Cartoni in tv e parenti.
Un fumetto che ha la sua personalità è che può essere
considerato parte sana ed originale del filone “Super Robot” e non soltanto prodotto nato "sul pezzo" per cavalcare l'onda jappo.
Se un atmosfera d’anime deve essere presa come paragone per l’universo del Big Robot, forse la più
vicina, per senso di mestizia, realismo e drammaticità è quella dello Zambot 3 di Yoshiyuki Tomino piuttosto che quella delle possenti divinità di Go Nagai.
Sono opinioni …ovvio.
Sarebbe fantastico se questa serie continuasse la sua corsa
con storie nuove, la figura di Alya potrebbe essere sviscerata con meno
“blocchi parentali” e il nuovo corso
narrativo potrebbe essere indirizzato direttamente ad un
pubblico adulto piuttosto che rincorrere i bambini che Renato Bianconi
perse per strada perché ostinatamente innamorato di
gatti, paperi e topi.
Ora più che mai un volume che vale la spesa.
Splendida recensione!
RispondiEliminaAdoro queste storie (che non avevo letto all'epoca, ero già "troppo grande"...) e aspetto con ansia gli altri volumetti!
Questo è un fumetto da diffondere anche tra le nuove generazioni perché ne vale veramente la pena :)
Orlando
Grazie Orlando, mi piacerebbe tantissimo se la saga del Big continuasse la sua corsa.
EliminaPiacerebbe moltissimo anche a me e a tanti ammiratori del maestro Motta :-)
EliminaSperém!
Condordo! Bella recensione... originale e diversa dalle altre :)
EliminaGracias
Eliminanon sono mai stato un fan sfegatatissimo dei robottoni (a parte Robotech che mi paiceva un sacco), ma essendo questo un prodotto nostrano che non ho mai letto come si deve l'ho comprato :)
RispondiEliminaHai fatto bene, contestualizza all'epoca di realizzazione e renditi conto di quanto fosse avanti il Big Robot rispetto alla produzione tipo del periodo
EliminaEsce anche in edicola o solo nelle fumetterie?
RispondiEliminaE' uscito soltanto in fumetteria a Gennaio di quest'anno è mi pare che sia ancora abbastanza reperibile almeno qui a BG
EliminaIo ci sono stato in fumetteria tra gennaio e aprile, più o meno, e non l'ho mai visto.
EliminaO è stato distribuito a macchia di leopardo, o è andato a ruba.
PS: ma perché hai ripristinato l'immissione dei codici per inserire messaggi? Tra l'altro spesso le parole appaiono troppo deformate e una r+n sembrano una m...
Lo avevo scritto in un altro commento, senza la protezione dei captcha arrivavano un sacco di commenti spam da siti indesiderati, le parole le sceglie google e non io ma devo proteggere il blog da potenziali malware. Qui a Bergamo il volumetto l'ho visto sino al mese passato ma si trova agevolmente anche su Ebay.
EliminaVenerdì do un occhio in fumetteria, thanks ;)
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