13/04/15

Recensione Popeye Annual Editore Brown Watson Ltd (1974)




Inviata da Marco Brunello.
Ho comprato questo annual di Popeye, datato 1974, in un negozio di libri usati a Cardiff, costo 6 sterline. La casa editrice è tale Brown Watson Ltd, che a quanto vedo su internet pubblica tuttora libri per bambini.
Per chi non lo sapesse in Inghilterra è tradizione pubblicare questi numeri speciali monotematici (su fumetti, telefilm, film, programmi tv, calcio ecc.) in rilegatura rigida (un formato simile a quello dei fumetti della tradizione franco-belga) ogni anno intorno al periodo natalizio, e contengono un numero di storie superiore a quello dei loro corrispettivi settimanali o mensili.
Da quel che ho capito da quando abito qua, Popeye non gode in Inghilterra di una popolarità paragonabile a paesi dove ha avuto pubblicazioni regolari come negli Stati Uniti o in Italia, e più che altro è conosciuto per via dei cartoni animati – infatti ho visto altrove che alcune sue storie (americane) erano pubblicati su degli annual a tema “cartoni in tv”.
Prima di presentare le storie singole, anticipo soltanto che questo albo contiene due storie di Bud Sagendorf e un certo numero di storie presumibilmente prodotte in Inghilterra, data la somiglianza con altre pubblicazioni locali tipo Dandy o Beano: storie brevi, anche solo di 2 o tre pagine l’una, dalla qualità grafica diciamo non proprio esaltante e dalle trame molto semplici dal godimento altalentante. Comunque procediamo con ordine:



Popeye’s Railroad (****)
Prima storia di Bud Sagendorf, in bianco e nero e blu, in cui Braccio di Ferro si butta nel business dei trasporti e rimette in senso una scalcinata linea ferroviaria per trasportare i pendolari da una stazione a una miniera di rame. Brutus decide di diventare il suo concorrente trasportando i pendolari al lavoro con un autobus, e dopo qualche scazzotata, una gara treno-autobus per decidere il vincitore e sabotaggi vari, Braccio di Ferro ha la meglio quando riesce a costruire un ponte che collega la stazione alla miniera (invece di fare il giro lungo sulla vecchia linea). Ma a quel punto i pendolari vanno al lavoro a piedi camminando sul ponte e Braccio di Ferro molla tutto, rassegnato.
Con tematiche quali il progresso e il profitto personale, siamo di fronte a una tipica storia sagendorfiana. Che in quanto tale non delude. 


Mushroom Doom! (***)
Braccio di Ferro si sveglia all’ombra di un fungo gigante, che si rivela essere il covo segreto di esserini fungacei che, a quanto pare, hanno scoperto il “segreto degli spinaci” e ne stanno preparando in quantità industriali (presumibilmente per diventare forzutissimi e soggiogare l’umanità). Braccio di Ferro e Pisellino vengono scoperti e annichiliti, ma come sempre un barattolo di spinaci e la conseguente pioggia di pugni riportano l’ordine. Peccato che fosse tutto un sogno e che al risveglio Braccio di Ferro si metta a sclerare alla vista di un cestino di funghi prataioli raccolti da Pisellino.
Mi ha fatto pensare a certe storie italiane coi Ming, e probabilmente per questo questa storia mi è garbata.

Sea Hag! The stupid solution (**)
La Strega del Mare prepara una trappola per Braccio di Ferro mettendo della dinamite sotto al martellone del parco giochi. Inutile dire che sarà lei invece a saltare in aria.
Storiella sempliciotta e di sole due pagine, ma a suo modo divertente.



Bully for you! (*)
Brutus (mai disegnato peggio) tappezza la città di scritte denigranti Braccio di Ferro, per indurlo a cedere alla rabbia di fronte a Olivia nonostante le abbia promesso niente più violenza. Finisce a cazzotti.
La tipica situazione “Braccio promette a Olivia di non prendere più a pugni nessuno” non è esattamente sviluppata al meglio in questa storia.

The people changer (***)
Poldo è invitato dal geniale inventor Wotasnozzle (preso in prestito da Sappo) a provare la sua nuova macchina, in grado di cambiare totalmente l’aspetto fisico di una persona. Poldo ne approfitta e cambia aspetto svariate volte così da poter usufruire ripetutamente di un negozio di alimentari che offre assaggi gratuiti di hamburger ai nuovi clienti. Quanto torna nella macchina un’ultima volta per tornare al suo aspetto originario, la macchina va in pezzi per la stazza nel frattempo sviluppata da Poldo dopo tutti sti assaggini.
Poldo scroccone al suo solito, non male.

The pushover (**)
Pisellino si prepara a una gara di corsa di macchinette fatte in garage. Il figlio di Brutus (praticamente Brutus senza barba) gliela sabota, ma gli spinaci risolvono tutto e pisellino vince.
Tipica storiella semplice e lineare, niente di male ma anche niente di ché.



The last of the ...? (*)
Pisellino tira fuori dal nulla un “pigagator”, praticamente un alligatore con la testa di un maiale che parla. Braccio di Ferro decide di andare a chiamare la stampa ma per strada incontra Poldo, che ha al guinzaglio invece un’altra creatura, un elefante con la testa di un leone. Che si mangia il pigagator. Fine della storia.
Un bel “ma che caz..” si è ovviamente profilato nella mia mente mentre leggevo questa storia. Troppa insensatezza, il nonsense va tenuto pur sempre entro certi limiti.

A fat plot (* e ½)
La Strega del Mare prepara una pozione ingrassante, e la mette negli spinaci di Braccio di Ferro, che una volta inciccionato si deve sottoporre a massacranti cure dimagranti (provviste ancora dalla sadica Bacheca). Una volta tornato magro, decide di sottoporre alle torture dimagranti la strega stessa per ripagarla delle sofferenze subite.
Se la situazione non si risolvesse in una manciata di pagine avrebbe potuto essere sviluppata un pochino meglio.

Green grows the spinach! (*)
Pisellino pianta degli spinaci in un vaso, e decide di usare come fertilizzante del pesce, uno dei migliori fertilizzanti che esista. Non avendone a disposizione, usa al suo posto la carta da parati del salotto su cui sono disegnati sopra dei pesci, per la serie “close enough”.
Uno la legge e dice “vabbeh”.

A damsel in distress (*)
Brutus (disegnato male come sopra) fa un giro in barca con Olivia, che viene catturata da una piovea gigante. Brutus decide di fare il finto tonto e occultare le prove, ma Braccio di Ferro lo scopre e via di pugni e Olivia viene rilasciata dalla piovra e via con la battutina finale “ma guarda te questi che perdono tempo a fare a pugni fra di loro quando ci sono io da salvare”.
Trascurabile.



The sea monster (*)
Braccio e la sua crew naufragano dopo aver subito l’attacco di un drago marino. Vengono successivamente attaccati da una piovra, subiscono una pioggia di lapilli in seguito all’eruzione dell’isola vulcanica, vengono attaccati da un’altro mostro cavernicolo, e infine se ne tornano a casa a cavallo del drago marino di prima, nel frattempo addomesticato da Olivia.
Niente di memorabile neppure qui, se fosse stata disegnata bene almeno ci sarebbe stato un piacere per gli occhi ma decisamente non è questo il caso.



Goon valley! A tale of wild conservation! Save the goons! (*** e ½)
Qualcuno sta depilando i goons e vendendo la loro peluria più leggera dell’aria come imbottitura per cuscini volanti. Braccio di Ferro decide di intervenire, dato che per un goon perdere i peli delle gambe e delle braccia è un’umiliazione tale da andarsi a infilare la propria testa in un buco in un albero e star lì fino a quanto non ricrescono, anche a costo di morire di fame. Arrivato sull’isola dei goon, scopre che degli esseri umanoidi chiamati Oids sono i responsabili di tutto ciò, e in quanto odiano l’amore vengono sconfitti a bacini da Olivia. Tutto risolto.
Gli dò mezzo punto in più perché lo stile grafico di Sagendorf è un piacere per gli occhi, specialmente se comparato con il resto di quest’albo, ma personalmente penso di non riuscire ad apprezzare appieno queste storie dal taglio surreale.


L’albo si conclude con una storia scritta, accompagnata da un paio di illustrazioni, dal titolo The battle of Barnacle Bay, che inizio con Braccio di Ferro che ripara una rete insieme a Pisellino e intrattiene Olvia con belle frasi su quanto vuole bene a Pisellino o del tipo “Dopo che ci siam sposati tu Olivia badi alla casa, cucini lavi e stiri e aspetti che noi due marinai torniamo la sera”. Questa Olivia inglese non è esattamente emancipata come quella italiana, che avrebbe tirato uno sganassone a Braccio di Ferro già solo per aver pensato ciò, ma anzi ne è entusiasta e lo ringrazia calorosamente per questa rosea prospettiva futura. Il resto della storia è un’escalation di eventi, da Brutus che accusa Pisellino di furto di pesce, barattoli di spinaci che invece contengono hamburgers (per la gioia di Poldo), disboscamenti, scazzottate e intimidazioni.
La trama di questa storia, lunga quattro pagine su due colonne, è chiaramente sacrificata a favore di un accumulo non del tutto sensato di situazione bracciodiferriane. Suppongo non fosse programmata per essere il piatto forte di questo albo.


7 commenti:

  1. Aggiungo io prima degli altri le storie di Popeye extra Sagendorf sono di George Wildman. :-)

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    1. Quindi non sono di produzione inglese ma vengono dai Comic books americani! La qualità mi pare davvero scarsa.

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    2. Geo Wildman penso si ispirasse fortemente agli orrendi cartoni tv dei sessanta

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  2. si, George Wildman disegnava (male) e Joe Gill sceneggiava (male anche lui). Le storie dell'annual sopra sono tratte dalla serie regolare americana, ma non ricordo su che numeri. L'epoca Wildman-Gill rappresenta il punto piu' basso del Popeye americano, che infatti passa dalla King Comics alla Charlton con evidente perdita di qualita'.

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  3. Come informa Luca Boschi, George Wildman se ne è purtroppo andato il 22 maggio 2016, http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2016/06/05/george-wildman-ti-ricordiamo-per-il-tuo-popeye/

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