Correzioni al post riguardo al ripasso di Sandro Dossi
Numero unico, anticipatore dei
classici speciali natalizi, si distingue per le dimensioni, simili a quelle
della serie di ristampe Braccio di Ferro Gigante del 1977.
Non mi è chiaro se contenga
storie inedite, o storie già edite rimontate nel grande formato. Quando è
uscito questo albo, la collana Braccio di Ferro aveva alle spalle solo due anni
di vita editoriale. Negli albi in mio possesso del periodo 1964-65 (che non
sono comunque molti) non ho trovato traccia di queste storie, né l’ho trovata
in quelli recensiti da Gaspare Pero nel gruppo Yahoo. Chi ci legge può aiutarci
a chiarire l’arcano?
Invito al manicomio (***)
20 pagine – Disegni: Pierluigi
Sangalli (matite) e Sandro Dossi (chine)
Braccio di Ferro sta passando il
Natale con tutti i suoi cari, quando viene allontanato da casa da una
telefonata. Si tratta di una macchinazione di Bacheca e Timoteo, che in sua
assenza rapiscono Oliva, Pisellino, Trinchetto e Poldo e li sostituiscono con
dei sosia robot. Al ritorno di Braccio di Ferro, i robot iniziano ad agire
stranamente, facendogli credere di essere impazzito. Alla fine “Oliva” chiama
il manicomio, e Braccio di Ferro viene internato. Riesce comunque a mangiare
gli spinaci e a fuggire, scopre l’inganno e, sostituendosi al robot di
Trinchetto, penetra nel covo dei due e, ovviamente, sono botte. Bacheca e
Timoteo vengono trasformati in due alberi di Natale, per sostituire quello
distrutto durante la storia.
Storia piuttosto classica nel suo
svolgimento. Da notare la rappresentazione “politicamente scorretta” del
manicomio (a partire dal nome), coi matti rappresentati come idioti felici.
Siamo comunque nel 1965, e la legge Basaglia era ben al di là da venire.
La visita del Marziano (***)
12 pagine – Disegni: Pierluigi
Sangalli (matite) e studio Del Principe (chine)
Classico team-up tra Poldo e
Trinchetto per sbafare e sbevazzare a spese di Oliva. A turno uno dei due si
traveste da marziano (il disintegratore è un nebulizzatore per il “ramato”) e
l’altro finge di cacciarlo, ottenendo la riconoscenza di Oliva, e quindi
l’ambito premio in panini e bottiglie. Naturalmente Oliva scopre tutto e, dopo
averli spinti a litigare tra loro, riesce a spaventarli con lo stesso trucco.
Notevole la scena surreale in cui
Poldo, per farsi venire un’idea, trasforma letteralmente la propria testa in un
vulcano, da cui salta fuori una busta chiusa… con dentro l’idea cercata!
L’altalena di Paolino (**)
4 pagine – Disegni: Pierluigi
Sangalli (matite) e studio Del Principe (chine)
Breve storiella in cui Pisellino
gioca con un amico prepotente e sbruffone, ma riequilibra la situazione
ricorrendo agli spinaci. Gnente de chè!
Un pezzo d’antiquariato (****)
8 pagine – Disegni: Pierluigi
Sangalli (matite) e studio Del Principe (chine)
Storia molto carina, in cui
Trinchetto partecipa ad un’asta in cerca d’affari. Il pappagallo Cocorito
vorrebbe accompagnarlo, ma Trinchetto non vuole e lascia il Gip a fargli la
guardia. Trinchetto cerca di acquistare un mattarello per pochi centesimi, ma
un misterioso partecipante rilancia, convincendolo che si tratta di un oggetto
di grande valore. In un crescendo rossiniano di offerte e rilanci, Trinchetto
arriva ad aggiudicarsi il mattarello per 200 dollari. Naturalmente l’altro
offerente era Cocorito che, abbattuto il Gip col pesantissimo trespolo, aveva
raggiunto la casa d’aste “rispondendo” al padrone fino al 200, numero oltre il
quale non sa contare! Trinchetto trova subito come impiegare il suo nuovo
mattarello sul cranio di Cocorito, con grande soddisfazione del Gip.
Nelle prime storie degli anni ’60
compaiono a volte alcuni personaggi creati da Segar, come King Blozo (“Re
Pinco”) o , come in questo caso, il Jeep (“Gip”), declassato da animale magico
a semplice cane, poi non più ripresi per tutti gli anni ’70 e recuperati invece
nell’ultima fase della parabola del giornalino (fine anni ’80 – anni ’90),
quando ci fu un riallineamento alla versione americana del personaggio.
I soldatini di Grissino (***)
12 pagine – Disegni: Pierluigi
Sangalli (matite) e Sandro Dossi (chine)
Grissino vorrebbe dei soldatini
con cui giocare, e scrive a Babbo Natale. Viene accontentato, ma i soldatini
più grossi che ha Babbo Natale sono comunque minuscoli per Grissino, che quindi
non può giocarci. Una banda di ladri ha pianificato una triplice rapina per la
notte di Natale, ma i singhiozzi di Grissino, triste a causa dei soldatini,
risuonano come una sirena e fanno intervenire la polizia. Babbo Natale convince
il sindaco a permettere a Grissino di prendere come premio tutti i monumenti
militari della città per giocare ai soldatini.
Il meccanismo narrativo è quello
classico e immutabile di tutte le storie di Grissino, ma il disegno è molto
morbido e pulito, e il formato maggiore consente l’introduzione di diverse
vignettone da mezza pagina, che danno movimento e ariosità alla storia.
I fantasmi del mare (****)
20 pagine – Disegni: Pierluigi
Sangalli (matite) e Sandro Dossi (chine)
Negli ultimi tempi dei misteriosi
fantasmi del mare hanno affondato numerose navi. Durante un viaggio per mare,
anche Braccio di Ferro, Poldo e Oliva vengono assaliti dai fantasmi, che
sbucano dalle acque e fracassano la nave. Dopo aver messo in salvo Poldo e
Oliva, Braccio di Ferro scopre che i fantasmi del mare altro non sono che palle
di cannone avvolte da lenzuoli, e che il tutto è un trucco di Bacheca e Timoteo
per affondare le navi e depredarle. Braccio di Ferro fa giustizia a suon di
cazzotti, e i due lestofanti vanno in prigione, raggiunti volontariamente da
Poldo quando questi scopre che vi vengono serviti tre panini al giorno.
Bella storia (l’unica dell’albo
che ricordavo di aver già letto da bambino in qualche ristampa) che richiama
vagamente alla memoria alcune situazioni del classico di Segar “La nave dei
fantasmi”. Gustosi i siparietti tra Oliva e Poldo che, nella tradizione
Segariana, si improvvisa poeta per scroccare.