Quale occasione migliore del
ritorno di Retronika, mio capro espiatorio per gli acquisti vintage, per cedere e comprare un altro
po’ di vecchiume? Stavolta è toccato a un paio di numeri de Il Monello che avevo già adocchiato
qualche tempo fa.
Mi sembra che questi numeri,
usciti nel 1961, rappresentino un po’ un momento di transizione nell’industria
fumettistica e anche nella società italiana, non più costretta nei limiti del
dopoguerra ma non ancora immersa nel Boom. Questa almeno è la mia impressione. Persiste
una certa tendenza moralista (che d’altra parte era la cifra stilistica dei
fumetti della Universo), ma pur tra ingenuità e una certa discontinuità
qualitativa ci sono esempi di grande professionalità; i personaggi sono una
rimasticatura di cliché abusati ma
ogni tanto c’è qualche guizzo di fantasia. Totalmente fuori tempo massimo l’uso
delle didascalie in rima sotto le vignette vere e proprie, anche perché non
sono obiettivamente scritte molto bene, risultando un po’ farraginose e
rallentando la lettura (non aiuta poi il fatto che siano riferite alle vignette
prese in coppia e non alla singola). Per fortuna solo pochi dei fumetti
pubblicati presentano ancora questo artificio.
In appendice a ognuno dei due
numeri viene presentata una breve storiella dedicata ai personaggi e alle
trasmissioni televisive dell’epoca, ma sembra che gli autori non sapessero
ancora bene come gestire queste derive multimediali, e graficamente si tratta
delle parti meno nobili della rivista.
Sono rimasto stupito nel vedere
che il formato non è il canonico 17x24 delle riviste popolari ma un ben più
piccolo 12x18 o giù di lì, praticamente un tascabile. Ogni numero consta di 60
pagine (oltre alla copertina, chiaramente) che sono numerate da 3 a 62. Le riviste ovviamente
sono spillate. Si tratta di proposte “tutto fumetto” in cui i redazionali sono
ridotti al minimo e anche la pubblicità è quasi assente. I colori non sempre
sono disprezzabili, ma la qualità di stampa in alcune pagine è visibilmente
carente, a testimonianza dell’uso che si faceva all’epoca (e fino a non
moltissimo tempo fa) della stampa col metodo rotocalco, d’altra parte quasi
obbligata per le tirature stratosferiche che avevano queste riviste all’epoca.
Ma vediamole nel dettaglio: