Bort (Mario Bortolato) dal Monello del 4-4-1974
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25/07/23
21/08/17
Eroi del Monello nel 1961 (di Luca Lorenzon)
Quale occasione migliore del
ritorno di Retronika, mio capro espiatorio per gli acquisti vintage, per cedere e comprare un altro
po’ di vecchiume? Stavolta è toccato a un paio di numeri de Il Monello che avevo già adocchiato
qualche tempo fa.
Mi sembra che questi numeri,
usciti nel 1961, rappresentino un po’ un momento di transizione nell’industria
fumettistica e anche nella società italiana, non più costretta nei limiti del
dopoguerra ma non ancora immersa nel Boom. Questa almeno è la mia impressione. Persiste
una certa tendenza moralista (che d’altra parte era la cifra stilistica dei
fumetti della Universo), ma pur tra ingenuità e una certa discontinuità
qualitativa ci sono esempi di grande professionalità; i personaggi sono una
rimasticatura di cliché abusati ma
ogni tanto c’è qualche guizzo di fantasia. Totalmente fuori tempo massimo l’uso
delle didascalie in rima sotto le vignette vere e proprie, anche perché non
sono obiettivamente scritte molto bene, risultando un po’ farraginose e
rallentando la lettura (non aiuta poi il fatto che siano riferite alle vignette
prese in coppia e non alla singola). Per fortuna solo pochi dei fumetti
pubblicati presentano ancora questo artificio.
In appendice a ognuno dei due
numeri viene presentata una breve storiella dedicata ai personaggi e alle
trasmissioni televisive dell’epoca, ma sembra che gli autori non sapessero
ancora bene come gestire queste derive multimediali, e graficamente si tratta
delle parti meno nobili della rivista.
Sono rimasto stupito nel vedere
che il formato non è il canonico 17x24 delle riviste popolari ma un ben più
piccolo 12x18 o giù di lì, praticamente un tascabile. Ogni numero consta di 60
pagine (oltre alla copertina, chiaramente) che sono numerate da 3 a 62. Le riviste ovviamente
sono spillate. Si tratta di proposte “tutto fumetto” in cui i redazionali sono
ridotti al minimo e anche la pubblicità è quasi assente. I colori non sempre
sono disprezzabili, ma la qualità di stampa in alcune pagine è visibilmente
carente, a testimonianza dell’uso che si faceva all’epoca (e fino a non
moltissimo tempo fa) della stampa col metodo rotocalco, d’altra parte quasi
obbligata per le tirature stratosferiche che avevano queste riviste all’epoca.
Ma vediamole nel dettaglio:
06/02/13
Gli eroi umoristici del Monello nel 1969
In soffitta ho ripescato un sessantina di Monello dell'editrice Universo che coprono il periodo 50-60-70.
E’ difficile
recensire singolarmente gli albi
visto che i fumetti “realistici” sono composti da saghe lunghissime di decine
d’episodi e non si può valutare bene se non si legge una storia intera.
Di archi narrativi completi
me ne ritrovo pochi perché non ho intere annate ma numeri sparsi.
E’ più semplice scrivere degli eroi umoristici perché quasi
sempre protagonisti di episodi autoconclusivi che danno un ottima visione
d’insieme del prodotto.
Partiamo con :
1) Miniringo di Attilio
ortolani (Attor)
Ortolani (potete approfondire l’autore sul sito di Gianni Bono) era un grande artigiano alla Mario Sbattella.
La pulce nell’orecchio me l’aveva messa Fabrizio Mazzotta in seguito, grazie al Monello che
autorizzava gli autori a firmare le tavole e ad alcune informazioni prese dalla rete posso
fare la revisione di un paio di post. Il disegnatore è l’autore di Picky,
l’autore di moltissime storie e copertine di Tiramolla e Cucciolo nonchè l’ammodernatore erotico di Gey Carioca
sempre per l’Edizioni Alpe.
Visto che l’Alpe pagava poco ( e ti pareva) per arrotondare
Ortolani lavorò anche per la Universo. Il
personaggio creato per il monello
è Miniringo che nulla mi toglie dalla testa che sia l’ispiratore di
Larry Yuma di Boscarato. Occhi invisibili e sigaro in bocca, il protagonista di
questo parodia bonaria dello Spaghetti Western è molto simpatico. Il
personaggio vaga in cerca d’avventure con il suo ciuchino Palomito. Nemesi
costante è il corpulento Maxigion, nome perfetto per un gelato Algida. Da recuperare.
2) Il secondo personaggio è un cult per gli appassionati del
fumetto umoristico italiano. Il grande alcolizzato “Pedrito el drito” che con la mogliettina
Paquita (il mattarello più veloce del west) fù simbolo e colonna portante del Monello per
anni. Il personaggio più famoso di
Antonio Terenghi, creato nel 1953 è forse il più longevo cowboy a fumetti
nostrano insieme al Tex di Bonelli. Addirittura fù pubblicato un cross over con
il signor Willer “ Pedrito el Drito incontra la Mano Grossa”(parodia del titolo
del numero uno di Tex , lo storico “La Mano Rossa”) edito da “Cronaca di
Topolinia”. L’albo è da qualche parte in
soffitta e prima o poi lo recensirò. E’
facile recuperare materiale di Pedrito, anche se nel periodo finale del monello
fù relegato a tavole autoconclusive e non ebbe più lo spazio importante che
occupava negli anni 60 con storie lunghe e divertentissime
3) Pitt e i pirati pare dell'autore satirico Renato
Calligaro (così mi sembra d’avere interpretato la firma sulla prima tavola e ci
sono somiglianze stilistiche con i
lavori del maestro, potrei anche sbagliarmi perché sto andando ad
istinto) , fa piacere vedere che i “seriosi” autori Linusiani hanno origini grafiche così
consuete. L’ormai famoso pittore astratto in questa avventure semplici racconta le avventure del giovane Pitt a
bordo del galeone pirata della corpulenta corsara Giuseppona. La simpatica
ciurma è in perenne contrasto con il Capitano Boa. Divertente la caratterizzazione
del Pappagallo “Paparazzo” che vive in simbiosi con la sua macchina fotografica
in cerca di scoop.
4) Colbi di Giancarlo Tonna. Finalmente scoprò chi è
l’autore di “Camillo, lupo tranquillo”, uno dei miei personaggi preferiti degli Albi Alpe Millefumetti (prima o poi sul vostro monitor)! Tonna ha uno stile
splendido, modernissimo ed infarcito di particolari alla Carlo Peroni. Disegno opulento, pieno di tratteggi e linee cinetiche, inchiostratura finissima che fa pensare all'utilizzo del moderno rapidograph
piuttosto che il pennello in voga in quegli anni. Colbi è il tipico
“personaggio pretesto” alla Trottolino Bianconi , quei tipi che ti permettono
di scrivere la storia che vuoi perché la personalità del character principale è
quasi inesistente è l’autore può sbizzarirsi. La caratteristica grafica principale di Colbi è una lunghissima
cravatta che sembra la coda del Marsupilami di André Franquin.
La sua ragazza è una bella gnoccolona di nome Lilla. Sperò di poter tornare a
recensire qualcosa di Tonna perché è un autore il cui tratto mi è sempre
piaciuto e colpito. Giancarlo disegnò soltanto due storie in casa Disney ed è passato da tempo alla pittura.
6) Arturo e Zoe: Altra colonna portante del
Monello Universo, la protomafalda Nancy di Ernie Bushmiller, nata come
comprimaria di Fritzi Ritz di Larry Whittington e a cui rubò la ribalta nel
1938. La bimba ed l’amichetto Sluggo erano molto amati in italia.
7) Piccola Eva. Questo è un caso particolare. fumetto per
pochi appassionati negli U.S.A., tanto
che scomparve nel 1956, ottene
così tanto successo in Italia che alla fine della sua produzione originale venne
continuato per i lettori del Monello da Antonio Terenghi. La serie guadagno in umorismo grazie alle sceneggiature spaghetti e mandolino.
8) Tippy (Tippy Teen) , fumetto americano di Sam Hamm creato
sull’onda del celeberrimo Archie che narra le avventure di un gruppetto di teenagers americani con atmosfere Beatnik. Molto gradevole.
Per adesso chiudiamo qui, quando spolpo qualche altro
Monello continuo…
Parlerò a parte (spero) anche dei personaggi realistici.
16/11/12
Ulisse di José Maria Martín Sauri da Il Monello della Casa Editrice Universo del 1988*****
Il Monello negli
anni 80 era diventata la tipica rivista da barbiere , qualcosa da sfogliare
quando si provava vergogna ad analizzare le tette stampate su Blitz
o Ginfizz. Molti fumetti pubblicati erano
ormai dozzinali, nulla a che vedere con quelli della gloriosa produzione che aveva accompagnato i nostri
genitori sino alla fine degli anni 60. All’interno dei giornalini capitava però di trovare perle che è un vero peccato far finire nel
dimenticatoio.
Pubblicata a puntate su alcuni numeri del Monello nel 1988, questa riduzione dell’Odissea disegnata dallo spagnolo
José Maria Martín Sauri è
graficamente superba. In questo periodo di revival del fantasy/peplum nei
comics, al cinema e nei videogames sarebbe una bella idea ristamparla in
qualche bel cartonato italiano o riproporla in qualche formato economico da editori
come la Gp Publishing o la Cosmo.
Il Monello degli anni 80 è fuori dalle logiche del collezionismo
ed è quindi possibile acquistare gli
albi in questione a pochi
centesimi su Ebay o nei mercatini.
.
Maggiori informazioni:
recensione della raccolta in volume spagnolo del 2007
12/10/12
15/06/12
08/06/11
Fiorella Mannoia Stunt Girl!
Mi ritrovo tra le mani il Monello n.4 del 1978 è trovo questo interessante articolo di Maurizio Lupi relativo alla famosissima cantante.
I genitori di Fiorella Mannoia vengono dal mondo del cinema ed anche lei, prima di diventare l'artista che tutti conosciamo, debutta sul set a soli 13 anni come controfigura di Lucia Mannucci (quella del Quartetto Cetra) in "Non cantare, spara" di Daniele D'Anza.
Nel 1973 si trasferì a Londra diventando una apprezzata modella , ma dopo un paio d'anni ritornò a Roma vinta dalla nostalgia del mondo dello spettacolo. La carriera che aveva scelto nel mondo di celluloide era proprio quello di cascatrice. In "Non si sevizia un paperino" di Lucio Fulci controfigura Florinda Bolkan durante il linciaggio della magara e sostituisce anche Barbara Bouchet nelle scene più movimentate. La cantante era anche la controfigura fissa di Monica Vitti, nella scena delle sciabole di "Ninì Tirabusciò", nelle corse spericolate di "Noi donne siamo fatte così" e fu lei a prendere gli sberloni di Alberto Sordi in "Amore mio aiutami". L'eroina dai capelli fulvi ha sostituito anche Loretta Goggi nelle scene pericolose della "Freccia Nera" televisiva, fu scritturata anche come controfigura di Candice Bergen , protagonista de "Il giorno dei lunghi fucili" e di Barbara Bach in "Agente 007, la spia che mi amava".
Fiorella per un periodo fu considerata la cascatrice numero uno d'Europa e la sua specialità erano le cadute da cavallo, come dimostrano le foto che vedete qui sotto.
03/03/10
I Viaggi di Gulliver 1968
Dal Monello n.9 del 1969
Trasmissione tv del 1968, Regia di Carla Ragionieri, interpretata da Antonio Corso e con la splendida colonna sonora di Fabrizio De Andrè
altre notizie qui
Arturo Corso
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