Ecco il vero Jacovitti pre-surreale dalla mano unica , il maestro al suo massimo espressivo, pre-commerciale e non ancora costretto a seminare salami , matite e culi per divertire il pubblico.
Per riscoprire gli autori dei fumetti, per trarne il succo grafico , per capire, bisogna scrutare le prime opere e vedere i cambiamenti di maniera a cui a volte arrivano autonomamente ma che spesso vengono dettati dagli editori per accativarsi i lettori: sorrisoni e arrotondamenti, ruffianerie che imbrigliano e sviliscono il genio puro e crudo di gente che non veniva formata alle "scuole del fumetto", inesistenti all'epoca ma che erano concentrati di artigianato e passione.
Pennelli e matite geneticamente fuori del comune.
Uomini che disegnavano e avrebbe disegnato per sempre ed ovunque anche gratis per il piacere e l'esigenza di farlo.
Artisti.
Leggo dalla prefazione di Franco Cavallone che il burattino versione Benito fù opera sofferta e puntigliosa, Jacovitti si giocava il prestigio ed era intimorito dal "testo sacro", voleva rispettare il romanzo ma nello stesso tempo dare la propria interpretazione.
Il Pinocchio di Jacovitti non è un fumetto ma una novella illustrata fedelissima: con grilli spiaccicati , fatine morte, pescecani orrendi , burattini impiccati e tutto quello che Collodi aveva inserito nella sua fiaba cattiva, satirica ed amara.
Scordatevi quella fetecchia tirolese disneyana per sempre e recuperate le vostre genuine ed italiche radici.
Dubito che sia facile reperire l'albo perchè chi lo possiede non se ne separa.
Per adesso assaggiate le tavole meravigliose che ci ha regalato il più importante ( e nessuna credo
possa smentirmi) disegnatore di fumetti umoristici italiano.