Il buon Antonio Marangi mi ha inviato uno Sbam!link con risposta al mio post precedente.
Io argomento a mio modo (sempre di panza e da lettore).
In blu le parole di Antonio, in nero le mie idee:
Sono d’accordo con l’amico Salvatore su molte cose, la sua
analisi dei motivi che hanno fatto scendere drasticamente il numero dei lettori
di fumetti è certamente condivisibile. Quello su cui invece personalmente
dissento è la conclusione cui arriva: a mio parere, il Fumetto (uso volutamente
la maiuscola, come politica di Sbam! per evidenziare il genere) non è morto, ma
si è semplicemente evoluto. In meglio o in peggio è un altro discorso, ma
certamente è un media che sta cambiando.
Una volta, qualsiasi bambino leggeva fumetti. Per forza: non
aveva alternative. tv-dei-ragazziNoi bambini degli anni Settanta uscivamo da
scuola alle 12.30 e – a compiti conclusi – avevamo parecchie ore libere
davanti. Ogni pomeriggio, attendevamo come la manna la mitica TV dei ragazzi,
che però cominciava solo alle 17 e durava un’oretta. Il resto del tempo si
divideva dunque tra il pallone (o gioco equipollente per le bambine) e, appunto,
la lettura dei fumetti, che infatti aumentava esponenzialmente nei mesi
invernali, limitata solo e unicamente dall’esaurirsi della paghetta settimanale
e/o della munificenza (o della possibilità) genitoriale. Non a caso, erano gli
anni del boom della Bianconi, della Alpe, dell’Editoriale Corno…