(Qui tutti i post su Geppo)
Il Cartoonist Globale li ha arricchiti di dettagli, confermando ad esempio
l’importanza avuta dal soggettista Attilio Mazzanti.
La discussione su Retronika è
stata seguita con interesse anche dal maestro Pier Luigi Sangalli e dalla
figlia Elisabetta.
Avevo già avuto occasione di
conoscere Elisabetta Sangalli per via epistolare, e a Lucca ho finalmente avuto
il grande piacere di incontrarla di persona insieme all’illustre papà. Ho
quindi potuto esprimere tutta la mia ammirazione e gratitudine all’uomo che,
più di 40 anni fa, mi conquistò per sempre alla causa del fumetto alla tenera
età di 5 anni, grazie al suo lavoro su Braccio di Ferro.
In effetti, molti identificano
Pier Luigi Sangalli principalmente col suo (enorme) lavoro su Braccio di Ferro,
ma non va dimenticato, come giustamente ricordato dal Boschi nel ricco apparato
redazionale del volume Lineachiara, che Pier Luigi Sangalli è stato l’artista
che ha preso in mano il Geppo “primordiale” di Chierchini/Carpi/Gatto, e lo ha
plasmato graficamente nel Geppo moderno che tutti conoscono. Quando poi smise
di disegnare le storie del buon diavolo per dedicarsi a Braccio di Ferro e agli
altri personaggi, continuò tuttavia a disegnarne tutte le copertine, svolgendo
una funzione, oggi diremmo, di “character design”.
Quale contributo ed integrazione
dei precedenti post sulle origini di Geppo, Elisabetta Sangalli mi ha inviato
una ricostruzione per immagini delle varie incarnazioni del personaggio,
evidenziando il contributo del padre all’evoluzione del buon diavolo. Il lavoro
di Elisabetta è veramente interessante (come noto, un’immagine vale più di
mille parole), e ve lo ripropongo di seguito:
Pier Luigi Sangalli iniziò a
disegnare Geppo tra il 1959-60 su Soldino, rifacendosi inizialmente al modello
di Carpi. Nel 1961 iniziò la pubblicazione di Geppo come testata autonoma, affidata
in toto per i disegni a Sangalli (testi per lo più di Alberico Motta).
Dal 1961 al 1970 Sangalli disegnò
quindi sia le storie che le copertine del buon diavolo. In questo periodo
avviene il passaggio progressivo dal modello di Carpi al Geppo definitivo. Nel 1970
i disegni delle storie vennero affidati all’ottimo Sandro Dossi, mentre
Sangalli continuò a disegnare tutte le copertine fino al 1994, quando l’albo
chiuse i battenti. Nel 1996 il personaggio tornò in edicola grazie agli eredi
di Bianconi nella testata “Nuovo Geppo”, e Sangalli riprese a disegnarne le
storie, insieme a Dossi, Manfrin, Scariolo, Agnello (questi qui) fino alla chiusura della
pubblicazione nel 1998.
In quest’ultima fase, oltre a
Sangalli le copertine sono affidate ad un artista che si firma “RB”, e che dà
un’interpretazione piuttosto bislacca del personaggio, circondandolo di
mostriciattoli tipo gremlins.
Grazie mille ad Elisabetta
Sangalli per l’importante contributo.
Un articolo fondamentale per gli appassionati di Geppo!
RispondiEliminaPeccato la chiusura della testata: contrariamente a quanto successo con l'involutiva "evoluzione" del look di Braccio & Company, il restyling di Geppo da parte di Scariolo era davvero efficace!
RispondiEliminaAnche me piace molto il Geppo di Scariolo, infatti intendo recuperarne il più possibile. Inoltre voglio proprio approfondirlo come disegnatore, devo vedere se in soffitta ho altra roba sua oltre a qualche storia pubblicata su Topo Gigio.
EliminaDico una stronzata: il primo Geppo mi ha fatto venire in mente Gō Nagai. E non so perchè
RispondiEliminaCi manca solo il crossover Geppo/Devilman! :-D
EliminaVa a finire che gli eredi di Carpi chiedono i diritti anche al buon Go. Se è per questo anche Kriminal di Bunker è Fantaman senza mantello e bastone.
EliminaBonelli dovrebbe chiedere i diritti a Go Nagai per il robot Titan e il professor Hellingen. :D
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