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31/03/21

Sandro Dossi: Le origini Bianconiane di Nonna Celesta...non guarderete più Trinchetto nello stesso modo (di Lorenzo Terranova)

 

Sfogliando alcuni albi della seconda serie di Popeye, mi sono imbattuto in un dittico di storie di Sandro Dossi del 1979 con l'introduzione di Nonna Celesta nell'Universo BraccioBianconico, una chicca di cui non avevo memoria (e con un Trinchetto finalmente bastardo quanto il Poopdeck Pappy di Segar)!

19/03/21

La grande guida a Super Braccio Di Ferro prima serie (di Lorenzo Terranova)

 

Super Braccio di Ferro prima serie

Come sappiamo, le storie di Braccio di Ferro prodotte dall’editore Renato Bianconi, ed edite sull’omonima testata, sono state, nel corso di quasi 35 anni di pubblicazioni, ristampate molte volte su un numero esagerato di collane, alcune di lunga vita, altre effimere. La collana Super Braccio di Ferro è stata la prima, e la più longeva, collana di ristampe del forzuto marinaio. Si articola in due serie, la prima di 86 numeri, dal 1964 al 1972, e la seconda, di ben 277 albi, dal 1973 al 1994. La prima serie nasce inizialmente come raccolta, e questo la rende particolarmente interessante per i collezionisti in quanto possederne i primi numeri consente di accedere ai primissimi, rari albi del mensile. Se non che, nel tempo, i primi albi del Super sono diventati altrettanto rari, e quindi sono molti gli appassionati che si sono interrogati su quali albi originali sono raccolti in qual’altro numero del Super. E inoltre: il Super ha mai pubblicato storie inedite? Questo articolo intende rispondere a queste domande, andando a coprire il primo periodo di vita del Super Braccio di Ferro come raccolta, e quello immediatamente successivo.

23/02/21

Dall'aranciata al Barbera: l'evoluzione di Trinchetto (di Lorenzo Terranova)


La primissima apparizione di Trinchetto in un albo Bianconi

Braccio di Ferro Cosmo N. 3 ha ristampato la bella storia "Il vecchio e il mare", con protagonista Trinchetto, che oltre al titolo "ruba" al racconto di Hemingway anche il finale con il pesce che viene divorato e di cui rimane solo lo scheletro.

In occasione di questa ristampa, questa storia ha sollevato in qualche lettore membro del gruppo Facebook  “Quelli che vogliono Braccio di Ferro di nuovo in edicola” il sospetto di una "censura postuma", ovvero di un adeguamento al "politically correct" imperante, per la presenza dell'aranciata invece del barbera come bevanda oggetto del desiderio di Trinchetto.

07/01/14

L'evoluzione grafica di Geppo di Lorenzo Terranova ed Elisabetta Sangalli

Con l’uscita del bel volume di Lineachiara su Geppo, Luca Boschi ha finalmente chiarito i vari passaggi delle origini del personaggio, di cui avevamo discusso in alcuni post passati:
(Qui tutti i post su Geppo)
Il Cartoonist Globale  li ha arricchiti di dettagli, confermando ad esempio l’importanza avuta dal soggettista Attilio Mazzanti.
La discussione su Retronika è stata seguita con interesse anche dal maestro Pier Luigi Sangalli e dalla figlia Elisabetta.
Avevo già avuto occasione di conoscere Elisabetta Sangalli per via epistolare, e a Lucca ho finalmente avuto il grande piacere di incontrarla di persona insieme all’illustre papà. Ho quindi potuto esprimere tutta la mia ammirazione e gratitudine all’uomo che, più di 40 anni fa, mi conquistò per sempre alla causa del fumetto alla tenera età di 5 anni, grazie al suo lavoro su Braccio di Ferro.
In effetti, molti identificano Pier Luigi Sangalli principalmente col suo (enorme) lavoro su Braccio di Ferro, ma non va dimenticato, come giustamente ricordato dal Boschi nel ricco apparato redazionale del volume Lineachiara, che Pier Luigi Sangalli è stato l’artista che ha preso in mano il Geppo “primordiale” di Chierchini/Carpi/Gatto, e lo ha plasmato graficamente nel Geppo moderno che tutti conoscono. Quando poi smise di disegnare le storie del buon diavolo per dedicarsi a Braccio di Ferro e agli altri personaggi, continuò tuttavia a disegnarne tutte le copertine, svolgendo una funzione, oggi diremmo, di “character design”.
Quale contributo ed integrazione dei precedenti post sulle origini di Geppo, Elisabetta Sangalli mi ha inviato una ricostruzione per immagini delle varie incarnazioni del personaggio, evidenziando il contributo del padre all’evoluzione del buon diavolo. Il lavoro di Elisabetta è veramente interessante (come noto, un’immagine vale più di mille parole), e ve lo ripropongo di seguito:


27/08/13

Vince Abelardona! (nel frattempo Lorenzo Terranova mi ha inviato un scontro di Braccio con una vecchia Bancarotta style di Pierluigi Sangalli)


Riciclo questa meraviglia di Alberico Motta  per annunciare che la vecchia sganassona ha battuto Popeye per 34 voti contro 15. Nonostante il post sia stato visto 586 volte ad oggi soltanto 49 sono stati i voti utili.
Stasera comunico a Sandro Dossi la scelta del popolo e spero che trovi un pò di tempo per disegnare la tavola promessa. Nel frattempo Lorenzo Terranova ha scovato su un vecchio numero del marinaio guercio  una storia con un clone  della Nonnina in salsa sangalliana.
Buona lettura!

“La freccia di Cupido” su Braccio di Ferro n. 529 – 9 Giugno 1989 – Disegni di Pierluigi Sangalli (****)


Incredibile! Lo “Scontro del Secolo” tra Braccio di Ferro e Abelarda è già avvenuto, o quasi, nel 1989, e senza un esito finale… ma fino a dove si arriva,Braccio le busca dalla vecchiarda!
Il “quasi” deriva dal fatto che in realtà non si tratta proprio di Abelarda, ma di una sorta di “clone”… ma andiamo con ordine:

02/03/13

“La Bat-mania”: team-up Braccio di Ferro / Batwoman! Sequel di “Scacco al Jolly? No, prequel! Da Braccio di Ferro n. 408 - Disegni di Pierluigi Sangalli - recensione di Lorenzo Terranova****






In questo post era stato documentato il cross-over Spinacia/Gotham City “Scacco al Jolly”, su Nuovo Braccio di Ferro n.17 del 1997, ma quasi certamente una ristampa. Al di la della godibilità della storia, molti erano gli interrogativi rimasti aperti: quando era uscita la storia in prima pubblicazione? Ovvero, era stata ispirata dai fumetti, dalla serie televisiva anni ’60 o dal film di Tim Burton?
Ebbene, due fortuiti ritrovamenti finalmente dissipano le ombre presenti in questa vicenda!
Il primo è costituito da Braccio di Ferro n. 408 del gennaio 1985, che presenta una storia dal titolo “La Bat-mania”, in cui compaiono Batman e Batwoman. Ho subito pensato che fosse un sequel di “Scacco al Jolly”, e che quindi entrambe le storie fossero precedenti al film di Tim Burton. Questa ipotesi, però, è stata contraddetta dal secondo ritrovamento.
Si tratta di Braccio di Ferro n. 537, di quasi cinque anni posteriore (Novembre 1989), contenente quella che presumo essere la prima pubblicazione di “Scacco al Jolly”, uscito quindi in perfetta sincronia col film di Burton.
Quindi il primo cross-over Editoriale Metro/DC Comics è proprio “La Bat-mania”, mentre è “Scacco al Jolly” il sequel (anzi, potremmo parlare di un vero e proprio reboot, vedremo poi perché).
E veniamo alla storia: Braccio di Ferro e Olivia sono al cinema a vedere un film su Batman, lei si sbraccia dall’ammirazione, lui sonnecchia.

 

Mentre tornano a casa, arriva Batman e fa il piacione. Olivia si sdilinquisce, Braccio neanche si accorge di nulla perché dorme su una panchina. “Come vorrei essere la sua fidanzata”, sospira la, ehm, fedifraga!
Finita la pennica, i due riprendono la strada di casa, quando assistono ad una rapina. Braccio di Ferro parte all’attacco, ma Batman lo precede e cattura i rapinatori. 


Nel frattempo, il colorista ha confuso Batman con Superman, e lo fa blurossogiallo!
Olivia dichiara tutta la sua ammirazione a Batman, esprimendo il desiderio di essere al suo fianco nelle sue imprese. E Batman, su due piedi, la porta con se. 


Mentre tra la Batmobile, la Batcaverna e un’impresa eroica Batman fa lo sborone, Braccio di Ferro va in giro per la città piuttosto contrariato per essere stato piantato in asso, quando sente qualcuno piangere.
È Batwoman, piantata da Batman perché non compie imprese degne di lui (chè Olivia, invece, è di un’utilità pazzesca…). Braccio di Ferro decide di aiutarla a dimostrare il suo valore. Grazie agli spinaci, i due compiono imprese degne di Superman, altro che Batman! Nell’ordine: spengono un incendio… 


…salvano un aereo che sta precipitando…


…ed evitano il crollo di un ponte! 


Il tutto precedendo sempre Batman e Olivia. Alla fine, il pipistrello, ammirato, chiede a Batwoman di tornare con lui, e stavolta è Olivia ad essere piantata in asso.
Per la gag finale, Olivia si veste da Bat-Olivia per compiere grandi imprese e guadagnarsi l’ammirazione di Batman. Flette i muscoli e si lancia nel vuoto senza saper volare (e senza avere evidentemente compreso il perchè della bat-fune), spatafasciandosi al suolo.


Storia piacevole e divertente, però intrisa di una notevole dose di maschilismo! Le donne ci fanno la figura delle cretine, incapaci di fare qualcosa senza l’aiuto degli uomini, e disposte a qualsiasi umiliazione pur di essere accettate da loro. Batwoman torna contenta e senza battere ciglio con Batman che l’aveva scaricata perché incapace (e forse è proprio così, visto che tutte le imprese le compie Braccio di Ferro carburato a spinaci):
“Batwoman, sei formidabile!... vuoi tornare con me?”
“Certamente” (!)
“Sai, scusami se ho dubitato del tuo valore”
“Figurati” (!!!)
Cioè, non c’è di che, dubita quando vuoi! Emblematico è lo scambio di battute tra Batman e Olivia dopo il salvataggio dell’aereo:
“Batman, non credevo che ti facessi superare da una donna” (detto da una donna), E lui, da vero signore:
“STÀ ZITTA, ALMENO”

La caratterizzazione di Batman e di Batwoman (a proposito, la grafia dei nomi è, per tutta la storia, Bat-Man e Bat-Woman) ricalca quella dei fumetti anni ’50 di Bob Kane, Dick Sprang etc. con Batman col mascellone squadrato; anche Batwoman ricalca quella originale, ovvero Kathy Kane. Anche la rappresentazione psicologica di Batman come personaggio chiacchierone e per niente oscuro si rifà a quell’epoca. D’altronde siamo all’inizio del 1985, e Frank Miller ha ancora da venì!
Da notare che, rispetto a “Scacco al Jolly”, ci sono alcune differenze di fondo. La più macroscopica è che ne “La Bat-mania” Batman e Braccio di Ferro vivono nella stessa città, mentre in “Scacco al Jolly” Braccio va esplicitamente a Gotham City. Inoltre, nonostante Batman e Braccio di Ferro si conoscono perché si sono incontrati cinque anni prima, di questo non si fa menzione: c’è in pratica un azzeramento della continuity! Infine in “Scacco al Jolly” Batman, più al passo con i tempi, smette di fingere con Batwoman e Olivia e abbraccia senza remore la propria omosessualità con Robin! 
Per tutti questi motivi, “Scacco al Jolly” più che un sequel di “La Bat-mania” può essere considerato un vero e proprio reboot: in occasione dell’uscita del film di Burton, viene rispolverata l’idea già sfruttata cinque anni prima dell’incontro tra Braccio di Ferro e Batman, riadattandola opportunamente (il film rilancia nell’immaginario del pubblico Gotham City e il Joker, che quindi vengono inseriti nella storia). Insomma, ancora una volta Bianconi si dimostra un precursore!

22/02/13

Braccio di Ferro ORO N. 1 (supplemento a Festival di Soldino N. 8 del Dicembre 1965). 80 pagine (su 4 strisce), cm 18 x 25,5, recensione di Lorenzo Terranova


Correzioni al  post riguardo al ripasso  di Sandro Dossi


Numero unico, anticipatore dei classici speciali natalizi, si distingue per le dimensioni, simili a quelle della serie di ristampe Braccio di Ferro Gigante del 1977.
Non mi è chiaro se contenga storie inedite, o storie già edite rimontate nel grande formato. Quando è uscito questo albo, la collana Braccio di Ferro aveva alle spalle solo due anni di vita editoriale. Negli albi in mio possesso del periodo 1964-65 (che non sono comunque molti) non ho trovato traccia di queste storie, né l’ho trovata in quelli recensiti da Gaspare Pero nel gruppo Yahoo. Chi ci legge può aiutarci a chiarire l’arcano?

Invito al manicomio (***)
20 pagine – Disegni: Pierluigi Sangalli (matite) e Sandro Dossi (chine)
Braccio di Ferro sta passando il Natale con tutti i suoi cari, quando viene allontanato da casa da una telefonata. Si tratta di una macchinazione di Bacheca e Timoteo, che in sua assenza rapiscono Oliva, Pisellino, Trinchetto e Poldo e li sostituiscono con dei sosia robot. Al ritorno di Braccio di Ferro, i robot iniziano ad agire stranamente, facendogli credere di essere impazzito. Alla fine “Oliva” chiama il manicomio, e Braccio di Ferro viene internato. Riesce comunque a mangiare gli spinaci e a fuggire, scopre l’inganno e, sostituendosi al robot di Trinchetto, penetra nel covo dei due e, ovviamente, sono botte. Bacheca e Timoteo vengono trasformati in due alberi di Natale, per sostituire quello distrutto durante la storia.
Storia piuttosto classica nel suo svolgimento. Da notare la rappresentazione “politicamente scorretta” del manicomio (a partire dal nome), coi matti rappresentati come idioti felici. Siamo comunque nel 1965, e la legge Basaglia era ben al di là da venire.

 

La visita del Marziano (***)
12 pagine – Disegni: Pierluigi Sangalli (matite) e studio Del Principe (chine)
Classico team-up tra Poldo e Trinchetto per sbafare e sbevazzare a spese di Oliva. A turno uno dei due si traveste da marziano (il disintegratore è un nebulizzatore per il “ramato”) e l’altro finge di cacciarlo, ottenendo la riconoscenza di Oliva, e quindi l’ambito premio in panini e bottiglie. Naturalmente Oliva scopre tutto e, dopo averli spinti a litigare tra loro, riesce a spaventarli con lo stesso trucco.
Notevole la scena surreale in cui Poldo, per farsi venire un’idea, trasforma letteralmente la propria testa in un vulcano, da cui salta fuori una busta chiusa… con dentro l’idea cercata!

 

L’altalena di Paolino (**)
4 pagine – Disegni: Pierluigi Sangalli (matite) e studio Del Principe (chine)
Breve storiella in cui Pisellino gioca con un amico prepotente e sbruffone, ma riequilibra la situazione ricorrendo agli spinaci. Gnente de chè!




Un pezzo d’antiquariato (****)
8 pagine – Disegni: Pierluigi Sangalli (matite) e studio Del Principe (chine)
Storia molto carina, in cui Trinchetto partecipa ad un’asta in cerca d’affari. Il pappagallo Cocorito vorrebbe accompagnarlo, ma Trinchetto non vuole e lascia il Gip a fargli la guardia. Trinchetto cerca di acquistare un mattarello per pochi centesimi, ma un misterioso partecipante rilancia, convincendolo che si tratta di un oggetto di grande valore. In un crescendo rossiniano di offerte e rilanci, Trinchetto arriva ad aggiudicarsi il mattarello per 200 dollari. Naturalmente l’altro offerente era Cocorito che, abbattuto il Gip col pesantissimo trespolo, aveva raggiunto la casa d’aste “rispondendo” al padrone fino al 200, numero oltre il quale non sa contare! Trinchetto trova subito come impiegare il suo nuovo mattarello sul cranio di Cocorito, con grande soddisfazione del Gip.
Nelle prime storie degli anni ’60 compaiono a volte alcuni personaggi creati da Segar, come King Blozo (“Re Pinco”) o , come in questo caso, il Jeep (“Gip”), declassato da animale magico a semplice cane, poi non più ripresi per tutti gli anni ’70 e recuperati invece nell’ultima fase della parabola del giornalino (fine anni ’80 – anni ’90), quando ci fu un riallineamento alla versione americana del personaggio.


 

I soldatini di Grissino (***)
12 pagine – Disegni: Pierluigi Sangalli (matite) e Sandro Dossi (chine)
Grissino vorrebbe dei soldatini con cui giocare, e scrive a Babbo Natale. Viene accontentato, ma i soldatini più grossi che ha Babbo Natale sono comunque minuscoli per Grissino, che quindi non può giocarci. Una banda di ladri ha pianificato una triplice rapina per la notte di Natale, ma i singhiozzi di Grissino, triste a causa dei soldatini, risuonano come una sirena e fanno intervenire la polizia. Babbo Natale convince il sindaco a permettere a Grissino di prendere come premio tutti i monumenti militari della città per giocare ai soldatini.
Il meccanismo narrativo è quello classico e immutabile di tutte le storie di Grissino, ma il disegno è molto morbido e pulito, e il formato maggiore consente l’introduzione di diverse vignettone da mezza pagina, che danno movimento e ariosità alla storia.

 

I fantasmi del mare (****)
20 pagine – Disegni: Pierluigi Sangalli (matite) e Sandro Dossi (chine)
Negli ultimi tempi dei misteriosi fantasmi del mare hanno affondato numerose navi. Durante un viaggio per mare, anche Braccio di Ferro, Poldo e Oliva vengono assaliti dai fantasmi, che sbucano dalle acque e fracassano la nave. Dopo aver messo in salvo Poldo e Oliva, Braccio di Ferro scopre che i fantasmi del mare altro non sono che palle di cannone avvolte da lenzuoli, e che il tutto è un trucco di Bacheca e Timoteo per affondare le navi e depredarle. Braccio di Ferro fa giustizia a suon di cazzotti, e i due lestofanti vanno in prigione, raggiunti volontariamente da Poldo quando questi scopre che vi vengono serviti tre panini al giorno.
Bella storia (l’unica dell’albo che ricordavo di aver già letto da bambino in qualche ristampa) che richiama vagamente alla memoria alcune situazioni del classico di Segar “La nave dei fantasmi”. Gustosi i siparietti tra Oliva e Poldo che, nella tradizione Segariana, si improvvisa poeta per scroccare.