Soggetto e sceneggiatura: Carlo Recagno (da un'idea di
Alfredo Castelli)
Disegni e copertina: Giancarlo Alessandrini
Interessante quest’albo speciale del BVZM che come al solito
ti lascia quella bella voglia di approfondimento dei temi trattati. La Mystère
è la mia serie Bonelli preferita, come ho già scritto da qualche altra parte
nel Blog. Nutro passione per “il genere”
ed il Giacobbo di Castelli è una delle poche cose che intendo conservare. La
storia dello speciale n.11 riporta Martin & company nella terra delle
fate. Rileggendolo la prima cosa che mi è venuta in mente è che non è vero che
è ormai impossibile trattare il fantasy in maniera originale.
Recagno e
Castelli riescono a fare interagire il regno di Faeerie ed il mondo reale con
leggerezza naturale, traendo da spunti letterari classici idee vivaci e
moderne. Penso che qualunque albo “magico” del vecchio Alfredo da quattro punti
nel deretano , come originalità e verve, anche al “nuovissimo” Dragonero di
Luca Enoch, ambizioso e pesante e che ho già abbandonato al numero cinque perché
quando la lettura di un giornaletto acquistato diventa dovere (per recuperare
almeno i dindini spesi) e non più piacere è meglio lasciar perdere. La base
sostanziale , a mio avviso è questa: i riferimenti culturali dei grandi vecchi
del fumetto sono i libri, polverosi ma pieni di concretezza e spunti eterni, i
giovani autori miei coetanei, ahimè, sono dei geek cresciuti a manga, Tolkien
da film, super eroi e giochi di ruolo.
Lo stesso concetto che rende eterna Heidi e non i
Fantagenitori. L’ispirazione per lo speciale del 1994 è il poema medioevale
"Sir Gawain and the Green Knight" che narra l’avventura di uno dei
cavalieri di Artù che per "lo onore"
va incontro alla decapitazione. Un presupposto che permette a Recagno di
scrivere, tra l’altro, di druidi,
paradisi perduti ed il piccolo popolo.
Un fumetto seduto, fatto perlopiù di dialoghi e battute, come una piece
teatrale, una sorta di giallo mistico. Sarà che ultimamente ho letto tanta
merdaccia moderna , ma anche questa storia di Martin che dal resto del web è
considerata mediocre mi sembra una spanna superiore a molto di quello che
ingombra le edicole oggi. Sto diventando anch'io irrimediabilmente un buon
vecchio zio rincoglionito retroniko.
Sbattiamo subito sul post un po’ di forme della cara Angie disegnata dal bravissimo Alessandrini per rallegrare la recensione.
Sbattiamo subito sul post un po’ di forme della cara Angie disegnata dal bravissimo Alessandrini per rallegrare la recensione.
Non so se ti è capitato di vedere la serie a cartoni animati di Martin Mystère: AGGHIACCIANTE. Non sono mai stato un'appassionato delle sue storie, preferendo Dylan Dog, ma vedere un personaggio storico del fumetto italiano come Martin venire sostituito da un ragazzino delle superiori con il ciuffo e la camicia hawaiana, è come un calcio nei testicoli.
RispondiEliminaSi, qualcosa ho visto...però senza attenzione, quindi non ho idea di come fosse il cartone. Mi pare di ricordare che Castelli lo abbia comunque inserito in qualche modo nella continuity...potrei sbagliarmi. Peggio del dyd del film americano non può comunque essere
EliminaLasciate stare... quella è zozzeria frances.e..
EliminaPur non essendo tra i migliori Speciali del BVZM, "Il cavaliere verde" rimane una buona storia, ed è interessante anche il volumetto allegato. Provo una forte nostalgia per i volumetti che un tempo venivano allegati agli Speciali bonelliani: strappare il cellophane che conteneva l'albo e il librino era per me un momento davvero magico.
RispondiEliminaGli albetti poi erano curatissimi, vere e proprie piccole enciclopedie. Il problema è che si perdevano sempre. A me ne sono rimasti un paio di Dylan, nessuno di Martin, qualcuno di Nick Raider.
EliminaIo per fortuna ce li ho tutti. Quelli che mi mancavano - perché perduti - li ho recuperati qualche anno fa su ebay, tra i quali
RispondiEliminail primo, meraviglioso volumetto dell'Enciclopedia della Paura - La paura dalla A alla Z -, allegato al primo Speciale di Dylan Dog, "Il club dell'orrore" (agosto 1987). Già solo la copertina dell'albetto - una splendida Medusa disegnata da Villa - vale l'acquisto.
A me è piaciuto anche i Mostri dalla A alla Z
EliminaQuarto albetto dylandoghiano. Non so perché, ma rispetto ai primi tre - quello già menzionato, "Il diavolo dalla A alla Z", "Il cinema horror dalla A alla Z" - mi è piaciuto di meno.
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