Anno nuovo, recensione nuova! E, come si
conviene durante le partite a carte consuete in queste feste in
famiglia, "scendo con un carico" (tipo asso a briscola): la recensione
di una storia di Alberico Motta per Tiramolla!
La storia è tratta dal volumone "Tiramolla 60+1" dell'Annexia di cui vi avevo già recensito l'acquisto.
La
scelta di redigere una piccola scheda sull'unica storia di Motta non è
stata per sottrarre gloria agli altri autori presenti in queste
antologie fumettosa (Renzi e Rebuffi su tutti), ma perché la storia in
questione mi ha particolarmente sorpreso oltre che divertito.Verso la metà del libro "Tiramolla 60+1", la sequenza di
storie firmate Renzi e Rebuffi fa una pausa, proponendo "Abbacchio con
pistacchio", nella quale Motta esalta la golosità del figlio della gomma
e della colla facendolo cedere innanzi a una porzione multipla di
abbacchio al pistacchio, cibaria inclusa nel menù del giorno di un
ristorante della sua città.
Il tutto, beninteso, dopo confronto di
Tiramolla con se stesso, tradotto genialmente in duplicazione del
personaggio invece che in una più banale riflessione didascalica...
Va da sé che all'abbuffata faccia seguito un sonno travagliato, nel quale un Tiramolla gonfio come un otre fa sogni bizzarri che lo catapultano qua e là... Sogna di essere un'annoiata pompa di benzina che decide di farsi un giro entrando nel serbatoio dell'ultima auto cui viene fatto il pieno, ritrovandosi a vivere una contorsionistica esperienza che forse omaggia un po' "Tempi moderni" dell'immenso Charlie Chaplin...
Perdendo l'orientamento, Tiramolla s'imbatte in un tizio
dormiente che si sarebbe destato soltanto al suono di una tromba;
approfittando di una stella cadente, Tiramolla esprime il desiderio di
una tromba, ne arriva una d'aria, che lo proietta sottoterra, alla mercé
di strani robot con delle sfere di cristallo al posto della testa,
nelle quali il nostro eroe legge le loro intenzioni ben poco amichevoli
nei suoi confronti. Quello sotterraneo è un mondo dove i disegni
prendono forma tridimensionale, come la gabbia che intrappola Tiramolla,
disegnata col gesso e diventata indistruttibile anche per lui!
La salvezza arriva dal trovarsi in prossimità di una leva
della corrente elettrica, che "spegne" quei robot e quindi per Tiramolla
è libertà.
Incontrando una carrozza, Tiramolla gli
fornisce l'indirizzo di casa (anche se in altre storie l'indirizzo
cambia...), e il vetturino attacca sullo sfondo della vignetta un poster
della strada, per poi immettervisi e giungere rapidamente a
destinazione!
A conclusione dello splendino nonsense di questa storia,
Tiramolla arriva a casa e capisce di stare sognando... perché trova se
stesso che dorme!
Si sveglia quindi con il buon proposito
di interpretate i sogni e giocare i numeri al lotto, ma quando si reca
presso una macchina che interpreta i sogni raccontategli, questa emette
soltanto scarabocchi perché sogni così strampalati non danno numeri da
poter giocare!
Gran bella storia!
RispondiEliminaGran bel volumone "Tiramolla 60+1", indispensabile direi! :)
Buon 2014!!!
Me la ricordo questa storia, una delle migliori Tiramolla classiche
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