21/02/22

1.067.445 copie vendute


Topolino nunero 1963 del 1993, tutto grazie ai Topowalkie.

In pratica nei primi anni novanta in giro c'erano più Topowalkie che cellulari.

Lo posso dire bei tempi?






13 commenti:

  1. Eh, bei tempi sì.
    Spero vivamente di sbagliarmi, ma forse oggi di copie ne vede giusto un milione in meno. /:(

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    1. Beh, dai, spero che non sia messo cosi male e di aver arrotondato per difetto.
      Il fatto che non ci sia più pubblicità, però, non è un buon indizio.

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    2. Gentilini ricordo che in una intervista aveva dichiarato che ai tempi della sua direzione avrebbero potuto distribuire Topolino gratuitamente visto che i costi erano già sostenuti ampiamente dalla pubblicità. In pratica ai tempi d'oro del libretto tutto il venduto era guadagno.

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    3. impressionante! Un altro mondo.
      Comunque io questi Topowalkie non me li ricordo, probabilmente non compravo più Topolino.

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    4. Io nel 1993 ero infognato con i super eroi, manga e Dylan Dog (come tutti penso)

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    5. Io invece all'epoca compravo Lanciostory e Skorpio e le riviste di fumetto d'Autore che ancora uscivano (e che potevo permettermi). Probabilmente Topolino ho smesso di prenderlo poco prima, perché ricordo che anche da adolescente lo leggevo.

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  2. Bei tempi, però le vendite erano fondamentalmente drogate dai gadget che era ciò che volevano gli acquirenti (alcuni li compravano anche in duplice copia).

    Ma, come ha detto di recente l'attuale direttore Bertani, "veniva pubblicizzato con notevoli risultati di vendita, ma alla fine vendevamo dei giocattoli" e "dopo quattro settimane si tornava nei volumi di vendita precedenti"

    https://www.fumettologica.it/2022/02/topolino-alex-bertani/

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    1. In ogni caso Topolino credo vendesse normalmente più di 500.000 copie, cifre impensabili adesso

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  3. Sono anni che analizziamo il problema ma come si potrebbe far rinascere il fumetto come mass media?
    Il caso di Topolino dimostra che la pubblicità non era la soluzione (poi all'epoca se le aziende compravano tantissimi spazi su Topolino vuol dire che c'erano tanti lettori. A un certo punto c'era più pubblicità che fumetti), i gadget nemmeno. I gadget di Topolino erano come le videocassette per l'Unità.
    Oggi che si potrebbe inventare, fumetti digitali virtualinterattivi ipnotici sul telefonino o che so io? O si lascia perdere?

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    1. Il fumetto digitale va alla grande, il problema da porsi è come fare introiti con il fumetto. Vendere è diventato difficile, il fumetto per fortuna non muore. Il cartaceo diventerà soltanto la stampa di qualcosa che ha avuto successo sul web, in forma di volumi e senza serialità. Questo secondo me. Terremo in cartaceo soltanto quello che non troveremo in digitale.

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  4. Faccio laq carogna dicendo che Topolino all' epoca, vendeva ( gadget o menjo) perché per i ragazzi c'era poco altro di valido come alternative.
    I comics avevano il difetto delle poche pagine ( e anche del fatto che se non leggevi 15 anni di storie precedenti, non ci c ìapivi nulla ) e i manga erano pubblicati malissimo ( e i titoli proposti non erano il massimo ).
    Quando hanno cominciato a pubblicare i manga giusti nei formati giusti, hanno pian piano rosicchiato le vendite di Topolino, con i risultati che oggi sappiamo tutti.
    Il problema generale del fumetto italiano è che ha pessimi sceneggiatori, senza idee e storie capaci di piacere al grande pubblico .
    Mancano anche gli editori capaci di sostenere ciò
    Di sicuro, gli autori Disney non sono incoraggiati a fare di meglio , visto che non prendono un euro dalle vendite del settimanale o qualsivoglia ristampa .
    In America e Giappone lo hanno capito da tempo che se vuoi che gli autori si sbattano, devi dargli incentivi .

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    1. Si sicuramente era l'albo con il miglior rapporto qualità prezzo come numero di pagine, anche se il 70% del Topolino era composto da pubblicità. Da piccolo pensavo che gli "Albi di Topolino" avessero un prezzo spropositato perché erano smilzi ma con il senno di poi e pensando che erano privi di pubblicità forse erano più conveniente della collana Mondadori principale. Nel mio cuore restano i "classici" con i raccordi di Perego, quando beccavi quello con la selezione di storie ben fatta lo leggevi decine di volte. Io ricordo come prima testata manga "seria" Kappa Magazine, già era rivolta ad un pubblico diverso, anche le prime testate JAP in Italia erano robe che più che altro rubavano lettori a super eroi e Bonelli. Se Rizzoli avesse venduto in albo le miriadi di licenze manga che aveva e pubblicava sul CDP avrebbe fatto il botto con Spank, Lovely Sara, Georgie, ecc...
      Negli ottanta però mi sa che uscivano soltanto Candy Candy e il Grande Mazinga di Fabbri, Candy vendeva tantissimo.

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