27/10/22

Recensione: Fort Express e altre storie di Luciano Bottaro (edizioni Allagalla) *****

 


Mi sono sempre chiesto: perché ci sono così poche ristampe dell'opera di Luciano Bottaro in giro?

Il principe di Rapallo è una delle più luminose stelle del fumetto comico italiano, ed al contrario degli  altri astri che appena trovavano il "posto fisso" (spesso in Disney) non si spostavano più, lui svolazzava tra gli editori come una farfalla spargendo polline di china che inebriava il lettore intenditore.

Uno dei problemi di Bottaro fu proprio il suo esser "farfalla", troppo curioso, capace ed innovativo per fossilizzarsi con un singolo character per anni.

Se Giorgio Rebuffi è ricordato non è per quella meraviglia che era il Volpone Dulcamara o quel'altro capolavoro che è Tore Scoccia ma perché dedicò la vita artistica principalmente a Cucciolo, Beppe e Tiramolla (che per fortuna sono prodotti locali).

Giovan Battista Carpi si pose dietro ai personaggi che disegnava per Walt e divenne l'esempio del bel fumetto Disney degli anni settanta ed ottanta, perdendo quella verve che aveva in Bianconi, quella violenza abelardiana e quell'umorismo secco che ancora mi fa cercare i vecchi albi edizioni  del ponte.

Giorgio Cavazzano era un genio, il suo tratto è stato ucciso da un topo, più vai indietro nel tempo più noti uno stile innovativo, selvaggio e anticonvenzionale, più ci avviciniamo al presente più vedi allontanarsi i guizzi, soltanto pagine di Cavazzano come ci si aspetterebbe da Disney Cavazzano.

Non dico che gli esempi di cui sopra abbiano fatto male, sono maestri riconosciuti e venerati anche da me, ma mi chiedo sempre dove sarebbero arrivati se non si fossero fermati.

Quando scrivo queste cose vengo sempre indicato come un fondamentalista, pare che io non apprezzi quello che è stato Topolino per noi amanti del fumetto umoristico, non è come sembra, mi fa soltanto rabbia che il meglio dei nostri autori sia stato impiegato per personaggi americani, lo sento come un furto alla nostra cultura.

Non provo la stessa sensazione per i disneyani puri come Scarpa o De Vita per esempio, ma per quegli autori che hanno lavorato a lungo per testate totalmente nostrane ho sempre provato tristezza nel pensare che al posto di Paperone in quella storia bellissima poteva esserci Grifagno Sparagno.

Perdonatemi.

Luciano Bottaro se andate a notare non ha una produzione così smisurata di storie Disney come Carpi e Cavazzano, ma le storie di Luciano è come se fossero state mille, se le avete lette una volta non le avete scordate più, sono lì nel vostro cervello e nel vostro cuore.

Bottaro è sempre stato Bottaro, fino alla morte, come Jacovitti (padre di tutti, indistintamente) non importava l'editore o l'importanza dei personaggi.

Un vero artista con la capacità di colpire l'occhio con una vignetta, un tratto, un'illustrazione.

Se Bottaro avesse voluto  Pepito sarebbe stato   il nuovo  "Topolino",  ma prima che il piccolo pirata avesse  la possibilità di sedurre il cuore dei lettori italiani lui già stava pensando a Re di picche, alle mattaglie o al suo Pinocchio.

Non mi va di parlare del successo francese di Pepito perché la cosa mi offende, mi infastidisce pensare che oltralpe abbiano avuto occhi migliori dei nostri, che siano stati più capaci di noi a notare l'arte e dare lustro a Luciano

A sto punto è giusto che tengano loro la Gioconda.

La produzione più longeva di Bottaro fu probabilmente  Pon Pon sul Giornalino, l'icona l'aveva creata ma era soltanto una piccola goccia nel mare delle sue idee e dobbiamo ringraziare Luciano per aver continuato a produrre fumetti, se si fosse stufato ci saremmo ritrovati a piangere  un altro Franco Aloisi.

Ho sempre avuto paura che Bottaro si stancasse dei fumetti, l'illustrazione lo attraeva sempre di più nel suo ultimo periodo professionale, che il suo amore per Antonio Rubino prendesse il sopravvento.

Per fortuna non è stato così e ci possiamo deliziare con le storie di Fort Express, Baldo, Big Tom, Joe Polpetta, Whisky e Gogo che sono presenti nel libro prezioso di Allagalla.

Storie che sono gioia per gli occhi, quanta cura artistica infonde Luciano in ogni singola vignetta, ombreggiature degne del Texone di Raviola, un tratteggio su monti e  suppellettili pari a Giraud e tutto questo impegno  per un fumetto comico, di routine e che veniva pubblicato su albi per ragazzi, roba da edicola.

Poi ci si chiede perché noi che abbiamo cinquant'anni siamo così critici nei confronti di certe robe disegnate dall' influencer del momento, dagli idoli della critica quando autori come Bottaro, negli anni settanta erano considerati  disegnatori commerciali. 

Come facciamo ad apprezzare quelle due linee che tratteggiano un volto quando c'era più impegno ed amore nel ricreare l'irsuta schiena di Whisky che in volume intero di un generico "la mia triste vita a fumetti" esposto alla Feltrinelli.

Non vi scrivo quali storie ci sono nel volume, è roba di Luciano Bottaro, non bisogna aggiungere nulla, sarebbe come descrivere  la felicità. 

Posso dirvi che il volume è pregevole e per il formato, secondo me, Matteo Pollone deve avere avuto nostalgia degli Albi Giganti di Pepito della Cenisio (lo spero).

Fatevi un favore, tornate bambini, andate in libreria con la stesso entusiasmo con cui andavate in edicola negli anni settanta, saltate le tristi graphic novel, non fatevi distrarre dai costosissimi volumi Panini, non fatevi rimorchiare dal fan service delle copertine manga e compratevi questo libro...anzi voglio chiamarlo orgoglioso giornaletto.

Vi prometto che per un oretta dimenticherete guerre, politici ignoranti e pestilenze e vi ritroverete a dodici anni nella vostra cameretta  con  gli adesivi attaccati alle ante dell'armadio con  Big Jim sul pavimento e pile di fumetti Bianconi, Cenisio, Alpe e Mondadori sul comodino.

Cosa volete di più? Allagalla vi vende il  siero della giovinezza.





6 commenti:

  1. Gran bel ricordo di un Maestro. Curiosa coincidenza il tuo riferimento a un "siero della giovinezza" proprio dopo che l'amico con cui sono a Lucca mi ha raccontato del suo incontro epistolare con Bottaro che gli valse un disegno-dedica del Dottor Paperus!
    E tra l'altro ieri sera ho incrociato tra gli altri proprio i ragazzi di Allagalla.

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    1. Il dottor Paperus... concordi con me che Bottaro non va mai via dalla testa? Tavole magiche. Ad Allagalla dobbiamo molto, hanno tanti progetti sull'umoristico e tutti interessanti. Matteo Pollone ama i fumetti e non ci può essere cosa migliore per un editore specializzato nel genere.

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  2. Ho il libro, in scaletta di lettura perché vado in ordine di acquisto e il tempo per leggere è quello che è.
    Comunque confermo le tue impressioni: Bottaro era "sprecato" in Disney, il suo talento si è espresso in modo esponenziale con personaggi originali che il libro omaggia in un formato gigante dal quale la Bonelli stessa si è alla fine allontanata con (quasi?) tutte le sue testate.
    Accanto a Bottaro citi Aloisi, io ci aggiungo Bramante col suo Top Mix: ecco, spero che questo volume su Bottaro, come quello sul west di Sangalli, consenta di proseguire le produzioni di Allagalla con monografie di altri Maestri del fumetto che oggi sono dimenticati soltanto perché non hanno mai servito in Disney o se l'hanno fatto è stato in un'epoca dimenticata dai più.

    Sulle prime 3 Raccolte della Pantera Rosa ci sono gli albi Cenisio di Pepito: spettacolo puro, per me con Pepito Bottaro è stato come Segar per Popeye!

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    1. Cavolacci! Adesso mi cerco le raccolte della Pantera Rosa perché gli albi di Pepito costano un botto. Per Bramante, come saprai anche tu, Allagalla ci può riservare sorprese, sperando che tu riesca a finire di leggere quella famosa storia di Top Mix che cerchi sul web da anni.

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    2. Le Raccolte della Pantera Rosa si trovano anche a basso prezzo, chi le vende non si rende conto di cosa ci sia nei primi 3 numeri. Ti scrissi su Messenger relativamente a quella storia minima di Romeo Lancia, tratta da Pepito n° 1...

      La storia di Top Mix su Topistrel l'ho recuperata su segnalazione di un collezionista su Facebook, poi su Ebay ho beccato un lotto che includeva la raccolta contenente la storia, sebbene non fosse la stessa raccolta che avevo da bambino, dove c'era anche "Il confusionifero"...

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