Renzo Barbieri era migliore del pubblico “tipo” dei fumetti
da lui pubblicati, amava sperimentare e spesso proponeva testate dove metteva
in mostra i cavalli migliori della sua scuderia in storie che nulla avevano a
che fare con il sesso.
Un esempio di albi Edifumetto
non indirizzati a guardia notturne o a
camionisti in fregola l’abbiamo con la serie " Fumetti dell'orrore-Grandi Autori"
durata soltanto per 5 numeri e
pubblicata nel 1979. La serie ospitò autori come Leone Frollo e Magnus
(Vendetta Macumba).
Le cover erano del grande Roberto Molino nipote di Walter.
La storia dell’albo recensito (trovato oggi al mercatino),
al contrario di quanto indicato sulla copertina, s’intitola semplicemente
"Apocalisse" anche se incentrata sui quattro cavalieri. Fame, Pestilenza, Guerra
e Morte viaggiano nel tempo per distruggere ogni possibile scampolo di felicità
di tutte le reincarnazioni di Caino, perseguitato probabilmente per ordine di
Dio.
S’inizia con Fame che nel medioevo costringe Sir Cain Donough, assediato nel suo maniero da un esercito che gli impedisce l’approvvigionamento di viveri, a cibarsi prima dei bambini del suo feudo e poi ugolinamente della propria moglie e figlio.
Pestilenza invece viaggia sino all’inizio del novecento e s’imbarca
sulla nave del redivivo Cain infettando il carico di schiavi neri che risorgono
come zombies inarrestabili ricordando certe atmosfere cinematografiche di Lucio
Fulci.
Guerra scorrazza nel presente e provoca una catastrofe nucleare che distrugge New York ed il resto del mondo.
Caino resta l’ultimo sopravissuto e ricorda il proprio passato , fugge perché sa che Morte vuole la sua testa, deve pagare per il primo omicidio commesso sulla terra, Abele deve essere vendicato. Il figlio di Eva viene costretto da un orda di morti viventi al suo triste giudizio finale.
I testi di Ennio Missaglia sono semplici e diretti e la
storia non manca di dettagli grevi e pugni nello stomaco, scordatevi l’ironia di
Splatter della Acme o del Dylan Dog Bonelli.
Le tavole di Wladimiro Missaglia sono funzionali alla
sceneggiatura ma sempre di buona qualità.
Consigliato.