Io non sono mai stato un collezionista, di quelli che usano i guanti di paraffina e piangono per una spelatura sulla costina, per me il piacere principale è la lettura e poco me ne importa delle condizioni di un albo.
Ho avuto sempre una venerazione per il "vintage" di più difficile reperibilità e perchè spesso nei vecchi "giornaletti" trovavo storie splendide mai più ristampate. Negli ultimi anni ho notato però che molto del mio materiale d'antan più che acquisire valore (cosa che rientra nella vecchia logica collezionistica...più è datato più vale) in alcuni casi ha perso appeal , escludendo alcuni Bonelli , la rivalutazione
Bianconi (anche se ancora non si parla di cifre ragguardevoli tranne
Geppo e
Volpetto) e qualche nero.
La novità è che ha iniziato a prendere anche in Italia la mania americana del fumetto in condizioni "edicola", nessuno acquista più fumetti che vadano al di sotto del "buono" come condizioni estetiche con oscillazioni di valore enormi date anche da un minuscolo segno di biro.
La moda del momento per gli amanti del fumetto è data dalla rivalutazione di albi usciti recentemente, una follia che ha la sua logica.
La cosa non deve meravigliare, è tutta una questione di tirature. Una volta le edicole erano sommerse di rese , la stampa di ogni testata era sempre superiore alle richieste , per i Topolino degli anni 70-80 si parla di cifre vicine al milione di copie, cosa che comporta una grande reperibilità del materiale in oggetto.
Di fumetti Marvel Corno ne avevi quanti ne volevi sino alla fine degli anni ottanta, buste sorpresa piene di resi (con la famigerata spennellatura rossa sui bordi) affollavano i giornalai ed era facile ritrovarsi in casa doppioni su doppioni di molti albi.