Quando valuto una storia tendo sempre a contestualizzarla
agli anni in cui viene prodotta e al pubblico a cui viene rivolta. Questa è una
storia degli anni sessanta pubblicata in albo per bambini.
Metteteci pure che io sono un terrone siculo (orgoglioso)
che da dodici anni si ciba di polenta taragna in quel di Bergamo e anche se non
ha vissuto la tragicità dell’esodo che colpiva i poveri lavoratori del sud grazie al contesto culturale che è fortunatamente
cambiato , non posso non essere emotivamente colpito dalla poesia e
drammaticità di questa avventura che è
tutto fuorchè comica.
Quel che racconta Alberico Motta mi ricorda i discorsi dei miei vecchi parenti emigrati che quando
ritornavano in Sicilia avevano i lucciconi agli occhi. Grazie ai voli low cost
le distanze sono ormai relative, il costo è minimo e si riesce a fare spesso
qualche viaggetto nella terra d’origine, ho conosciuto migranti che sono tornati in Italia per la
prima volta dopo una decina d’anni dal loro trasferimento come minatori in Belgio e operai in America o in
Australia. Ignoranti ed analfabeti in un mondo completamente diverso che non li
accettava e sfruttava come animali da soma. La stessa Italia del “Nord” non accettava i meridionali perché non si può negare che per anni c’è
stata un paese che di unico aveva
soltanto la costitizione ma che in
realtà era composta da due nazioni diverse per tradizioni e sviluppo , per
possiblità economiche e costumi. Non mi è mai capitato , per fortuna, di avere
a che fare con razzismo e spocchia, mal ne incorerebbe allo sfortunato che si
tacciasse superiore, sono persona quieta ma ho argomenti storici e lingua abbastanza pronta per difendere
presupposte colpe e difetti che
avremmo noi sudisti , spesso soltanto
vittime della cattiva amministrazione e del crimine organizzato
piuttosto che fannulloni menefreghisti asserviti al malaffare. Questo romanzo di Alberico è di veduta aperta
e moderna, Motta constata che per colpa della disoccupazione dilagante il sogno
del povero siciliano è il posto fisso , qui rappresentato dalla sicurezza della
divisa, vi siete mai chiesti perché i Carabinieri, i Poliziotti spesso sono di origine meridionale?
Un motivo c’è …la rivalsa , il voler rappresentare la giustizia
, cosa spesso negataci e anche per scardinare quel marchio falso ed infamante
che è l’essere tutti simpatizzanti di cosa nostra.
Tornando alla storia…qui stiamo dalle parti del neorealismo
di Vittorio de Sica e perché no
anche di Ermanno Olmi che nel suo “Albero degli zoccoli” illustrava un
nord che non era molto distante nella sua povertà e fame del tanto vituperato sud.
Godetevi la libertà
che concedeva Renato Bianconi ad i suoi autori , apprezzate quando un
personaggio “minore” come Pierino avesse tanto da dire, divulgate le capacità
narrative e grafiche di Alberico Motta e comprendete l’impossibilità insita nel loro essere americani dentro che un Popeye,
un Topolino o un Tex possano riconoscersi come vero “fumetto italiano”.
Ce ne sarebbe da parlare…quanti e quali sono i “personaggi italiani” del fumetto, con
storie che siano ambientate nelle nostre città con i nostri tick, i nostri
difetti, i nostri dialetti e che raccontino la nostra storia.
Provolino, Saruzzo, alcuni eroi del Corriere dei Piccoli …e
poi?
Grande introduzione con il recupero di una figura ormai scomparsa il cantastorie |
descrizione della veccha Trinacria degna di Andrea Camilleri |
Qui si esagera un pò perchè mia nonna portava il velo ma non il burqa |
un avo di Borghezio |
ferribbotte era in antico dialetto siculo l'autobus, nome che prende origine da una marca d | 'automezzi |
qui mi sono commosso sul serio |
Una storia che mi fa gridare un orgoglioso "MINCHIA" di soddisfazione.
wow... bellissimo blog, scoperto colpevolmente solo ora, d'ora in poi qui allo zoo saremo lettori fissi!
RispondiEliminabau bau miao mioa arf blub blub blub!!
Grazie! questo commento era stato incolpevolmente divorato dall'antispam, chissà perchè?
EliminaMinchia! Che bella storia!
RispondiEliminaSiamo nel più completo neorealismo!
Ma come gli è venuto in mente a quel genio di Motta?! :)
Su "Topolino" queste cose se le sognavano!
Bella proprio... un vero spicchio D'Italia dell'epoca!
RispondiEliminaBellissima e commovente!
RispondiEliminaDavvero lontana dalle edulcorazioni (per carità, piacevoli anche quelle eh) della "concorrenza".
Orlando
Feribotte era anche il personaggio interpretato dal mitico Tiberio Murgia sulla saga dei Soliti ignoti. Sul fumetto c'è pure il Cantastorie e la prima odiosa apparizzione degli infami leghisti. Insomma un ritratto dell'Italia di allora ( che si ritrova pure al cinema e nella prima serie dei Racconti del Maresciallo con Turi Ferro) e dell'Italia di oggi. Purtroppo!
RispondiEliminaMarco Pugacioff