In altri siti ci sarebbe una recensione tecnica del saggio di Luca Montagliani, ci si soffermerebbe sulla qualità fisica del tomo, bellissimo cartonato con carta di grammatura di lusso, alla quantità di informazioni inserite, al prestigio degli ospiti che sono intervenuti, allo spropositato numero di illustrazioni...ma io non sono un newser, non mi paga nessuno, non devo venderlo ed ho la libertà di pensiero ed opinione del lettore. Sono praticamente ubriaco, pieno di soddisfazione. Quando compriamo qualcosa, specialmente noi maledetti geek pretenziosi, ci soffermiamo più sui difetti, gli errori e le mancanze che alle qualità di quello che stiamo leggendo.
Beh sto libro non ha difetti, lo dico quasi con rabbia.
La rabbia nasce dal fatto che Luca Montagliani non è ricco ma meriterebbe di esserlo, perché la mancata esposizione di certe perle da parte dei portaloni, le inique miserie del mondo del fumetto, la scarsa intraprendenza degli editori impedisce che libri come Vintagerotika abbiano la distribuzione che meritano. Siamo pieni di cataloghi collezionistici che sembrano album di figurine, gente che pubblica storie a caso di eroine del passato con scarnissimi editoriali e senza un briciolo di cuore, saggi asettici ed editori improvvisati pieni di sorrisi come se vivessimo ancora in un mondo a cui fotta qualcosa del vintage, come se ci fosse una generazione che ha curiosità del passato. L'ipocrisia, il nepotismo e l'incuria dilagano. Sto libro di Luca è onesto. È quello che aspettavi, come volevi che fosse scritto e che ti viene proposto da un amico, uno che ama il fumetto quanto te e sa cosa vuoi quando compri un saggio.
Ammetto che non può essere una recensione di testa questa ne sono conscio, non sono andato in libreria per prendere il libro, ma Luca ha mangiato con me, ha dormito a casa mia, abbiamo fatto colazione insieme in una quasi deserta e meravigliosa Bergamo Alta...e abbiamo parlato per due giorni, di vita, morte, Carole Bouquet, Rebuffi, Bianconi, Bonelli, Polonia, Spagna, Sicilia, Lombardia, cinema, Piero Pelù, Barbieri, Cavedon, destra, sinistra, social e morte. La morte è stato un argomento ripreso più volte. La morte dell'editoria, la morte dell'estro, la morte dei lettori, la morte degli autori, la morte della libertà espressiva. Ai tempi dei Barbieri e Cavedon se sapevi disegnare discretamente o avevi abbastanza fantasia per inventare estrose trombate loro ti prendevano e ti pagavano. C'era richiesta, bisogno di artisti e dal coro dei tanti dimenticati qualche voce spiccava. Non serve nemmeno elencarli, quelli che leggete ed ammirate su Bonelli, quelli che poi hanno lavorato più in Francia che in Italia, quelli che invitano nelle televisioni, sono passati tutti dal fumetto popolare erotico. Quel fumetto che è una cosa strana. Sapete anche voi che non sono ferratissimo sul genere...ma leggendo Vintagerotika mi sono accorto che i fumetti zozzi sono nascosti nelle nostre menti sotto tonnellate di Topolino e Geppo ma ci sono. In pratica sto libro di Luca apre le "porte della percezione", rovista nei cassetti e ti fa dire, porco cane ma li conosco quasi tutti. Ti accompagnavano dal barbiere, sotto il materasso dei fratelli maggiori, nei boschi e nelle spiagge, nelle caserme, ti strizzavano l'occhiolino in edicola..in pratica eravamo circondati. E dominavano il mondo editoriale, in Europa erano ovunque. Giravano tanti soldi nell'editoria dedicata, il fumetto era l'unica forma d'intrattenimento sexy popolare dopo il cinema, ancora non esistevano le TV private piene di donnine, non erano arrivate le vhs porcelle e internet era ancora un sogno così lontano che non avremmo avuto nemmeno la capacità di immaginarla. Era ovviamente tutta roba usa (mai verbo fu più appropriato ) e getta, le perle dovevi cercarle con il lanternino ma le meravigliose copertine di Taglietti & company, furbe più delle locandine dei B movies, ti invogliavano a comprare l'albetto lussurioso. Le delusioni erano tante, tavole tirate via da esordienti o sceneggiature sgrammaticate e truci, ma quando beccavi il Manara, il Romanini, Il Magnus, il Tacconi ti trovavi davanti a piccoli eccitanti gioiellini. I capolavori sono altri ovvio, ma pensare che quella che era considerata robaccia adesso potrebbe essere graficamente competitiva con quello che viene spacciato per graphic novel da Feltrinelli ci dovrebbe far riflettere. Ripensandoci un difetto il libro di Luca lo ha, ti fa urlare "more, more...morrreeee" con la stessa tono di una Marylin Chambers. Il saggio non ti basta, ne vuoi di più, più volumi. Peccato invece che non possa recensire i meravigliosi albetti erotici, con le riproposizioni delle eroine cult di Barbieri e Cavedon, prodotti adesso da Annexia, perché Retronika non è il posto adatto e dovrei riempire tavole e copertine di pecette per non sigillare il blog come" per adulti e dovrei cambiare il nome del blog in Zozzonika. Mannaggia.
Concordo: Luca pubblica quello che ci aspettiamo da un libro perché ci mette passione, è una garanzia per il lettore e meriterebbe migliore lustro e diffusione.
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