08/07/11

I miracoli della Sebino



SEBINO
La ditta capace di creare veri concentrati di tecnologia! Altro che gli automi di Vichy, Roullet & Decamps, Lambert, Phalibois, Renou e Bontems.

Ecco la vera scienza degli anni 70





La sora Nella ride se le tocchi il pancino e piange se le fai la puntura. Era anche in cantiere la versione con i chip invertiti per le masochiste.



Gigetto suona la tromba , quindi aveva dei micropolmoni digitali, cose adesso impensabili, probabilmente progetti atlantidei.


Belinda muove gli occhi e la bocca mentre parla e canta in tutte le lingue. Belle bamboline peccato che per spegnerle bisognava l'aiuto di un esorcista allenato. Si mormora che in Sebino evocassero un demone egiziano per in ogni bambola e che il nome del giocattolo sui progetti fosse "Belinda Blair"


Peppino ride, sempre e racconta le barzellette anche se perde la tua squadra del cuore e ti hanno licenziato. Chissà perchè gli hanno scelto un nome terrone...gli Umberto non ridono mai?


Tipitì piange lacrime vere. Il progetto originale fu ceduto al Vaticano per la costruzione di alcune statuine che si trovano in varie chiesette sperdute del mondo.

26/06/11

Le grandi labbra della Fanta


se qualcuno sa il nome della simpatica mascotte psichedelika della nota bibita me lo indichi...perchè il titolo del post non è venuto un granchè...

da Topolino n.1066 del 2 maggio 1976.

la doccia che funziona veramente della Querzola...e dopo?


...mi par tutto tranne che un giocattolo


da Topolino n.1066 del 2 maggio 1976.

l'angolo della moda 2-La maglietta più griffata del mondo


Se qualcuno vuole esercitarsi e vendere autografi tarocchi su Ebay può iniziare copiando questi qui sopra.


Da Topolino n.1065 del 25 aprile 1976.

l'angolo della moda-queste magliette le inventi tu


da Topolino n.1065 del 25 aprile 1976.

24/06/11

Popeye -Braccio di Ferro in una storia di di Giovanni Boselli Sforza

Un altro splendido Popeye Italiano.
Dodo e Cocco incontrano il marinaio più forte del mondo in
CHE BRACCIO!
scritta e disegnata da Giovanni Boselli Sforza
tratta da:

Il Giornalino anno LXX n. 37 21 settembre 1994