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23/04/24

I pensieri di...Paperone di Guido Martina e Giovan Battista Carpi (Mondadori 1973) *****

La gioventù di Paperone fu accennata da Barks, l'oro del Klondike, Doretta Doremì e Cuordipietra Famedoro  sono tutto quello che ci ha lasciato il buon Carl sul giovane Mcduck.
Don Rosa con la sua epica saga scrisse e disegnò uno dei migliori fumetti della storia, trasformando il papero in eroe, la cristallina rappresentazione del sogno americano, l'impossibile capitalista pregno di valori, l'uomo che si è fatto da solo.

07/01/20

I soliti ignoti di Manberto: Tiramolla "Buco che fai sorpresa che trovi"






Florindo Fusco mi ha mandato per e-mail questa bella parodia del capolavoro di Monicelli realizzata da quel geniaccio Umberto Manfrin.

Scrive Florindo:

Buco che fai sorpresa che trovi", era inclusa in "Il grande Cucciolo" n. 10, supplemento  a "Storie e Fiabe" n. 4 dell'agosto 1973A me pare che questa storia debba essere stata pubblicata per la prima volta diversi anni prima del '73, forse nel 1958. Ipotizzo che quella sia la data, sulla base di alcuni elementi che sembrano riferiti quell'anno: il film "I soliti ignoti", di cui nella storia abbondano evidentissime citazioni, uscì proprio nel 1958; il maggiordomo Saettacomparso (se non sbaglio) nel 1959, non è tra i personaggi; nella prima vignetta compare, tra gli altri riferimenti alla parola-tormentone "buco", anche il cartello "votate Bucalossi",  probabile riferimento al politico Pietro Bucalossi, che pur non essendo ancora diventato stranoto, proprio nel 1958 (maggio) era stato eletto deputato per la prima volta nella circoscrizione di Milano.Un piccolissimo dettaglio che personalmente mi affascina: nella prima spassosissima vignetta si vede un pilastro (angolo del cinema, in alto adestra) che da solo, per quanto mi riguarda, ha il potere di imprimere alla scena un delizioso sapore anni '50.

10/11/16

Ebbene sì c'erano anche i pantaloni "Mafia" (uno Spotonika da Giustizia a strisce)



Francesco di Giustizia a strisce mi ha inviato un articolo che vi propongo volentieri:


Scorrendo le pubblicità che apparivano sulle pagine di Topolino una ‘ntina di anni fa, affianco a prodotti classici per bambini e ragazzi di ogni età (pistole, bambole, modellini, dolciumi, ecc.), si trovano alcuni giochi da tavolo di ambientazione poliziesca, che dunque rimandano a nozioni di diritto penale.

Uno del 1973, Colpo grosso a Topolinia, sembra una creazione originale della Clementoni, società che esiste ancora oggi e che, all’epoca, tra l’altro, pubblicò anche un gioco da tavolo dedicato a Tex Willer.

14/10/15

Recensione Braccio di Ferro 17 del 1973



Gaspare Pero invia ed io posto con piacere.
Scrive Gas75:
"Era un periodo in cui Motta firmava quasi tutte le storie, quindi penso che almeno un paio di queste siano sue, tutte per i disegni di Sangalli."


Braccio di Ferro - L'isola delle perle **** - Braccio porta Olivia e Pisellino in vacanza su un'isola esotica ma ad attenderlo non ci sono gli indigeni festaioli bensì dei musi lunghi da funerale perché gli squali infestano i loro mari impedendo loro di raccogliere le ostriche e quindi le perle che costituiscono il loro unico sostentamento. "Se vi aiuto, facciamo festa?" propone Braccio, "Okay!" fanno gli indigeni, quindi con una razione di spinaci il nostro marinaio affronta gli squali a suon di cazzotti e già che c'è gli tira su qualche quintale di ostriche!

31/10/14

Spotonika volume 4...34 ricordi del "1973"


Partiamo subito con questa "delicatissima" e per niente allusiva pubblicità dello Stock 84


I mitici Gran Turchese, i miei biscotti preferiti di sempre. La mia colazione consisteva in una tazza di latte in cui ammollavo quantità spropositate di queste dolcissime bombe caloriche, praticamente formavo una sorta di cemento zuccherato che ingurgitavo con passione. 

20/07/13

Lupettino n.10-23 febbraio 1973-lire 100-Gioggi Editore -reperito da Filippo Tattini

La cover mi sembra di Onofrio Bramante

Sulle opere di Francesco Privitera ha gia scritto abbondantemente Luca Boschi sul sul suo cartoonist globale e che ringrazio anche a nome del Tattini per aver svelato il mistero de "IL FIORE MERAVIGLIOSO".
L'albo di Lupettino che aveva  Filippo fa parte del periodo in cui la Gioggi ristampava il periodo di gestione di Onofrio Bramante e Carlo Peroni.

27/03/13

I film del Popeye Filippino del 1973.."Si Popeye, atbp"

Non chiedetemi di più perchè ci sono pochissime notizie anche in rete:

Qui c'è il link dell'IMDB

http://www.imdb.com/title/tt0478731/


Da quel che sono riuscito a capire si tratta di una trilogia comica in cui incontriamo anche Dracula e Dyango (non Django)

I film sono intepretati dal "famosissimo" ARIEL URETA

Questo qui  e nei film di Popeye i baffi li ha tenuti. Ha interpretato anche Superman Zum Zum



Mettiamo qualche fotina:




L'Olivia di Aurora Pijuan è talmente carina che sembra una cosplayer da deviantart 

maggiori notizie qui:

http://pelikulaatbp.blogspot.it/2009/02/si-popeye-atbp-1973.html

20/12/12

Albo Gigante Rio Indio n° 2 – Aprile 1973, Ediz. Casati, 224 pagine in formato quaderno, 350 lire-recensione di Luca Lorenzon





Volumetto regalatomi da un ex collega cinquantenne che doveva disfarsene. Nonostante le abitudini di lettura dei ragazzini dell’epoca che mi ha descritto, che prevedevano di spalancare i “giornalini” mangiandoci sopra la merenda, è in condizioni passabili.
Si tratta di un ricopertinato, ovvero di una raccolta di altri fumetti spacciata per inedito. Lo si capisce dal fatto che le due metà dell’albo hanno due numerazioni indipendenti: dopo pagina 114 si ricomincia con pagina 3. Curiosamente il sommario in seconda di copertina riporta solo le prime tre storie, nonostante la copertina sia stata ovviamente creata ad hoc.
Tutti e sei i fumetti contenuti soffrono degli stessi problemi: la qualità di stampa non è ottimale e sembra che le pellicole, come si diceva in gergo, fossero “bruciate”: alcuni tratti più sottili spariscono mentre altri risultano ingrossati e impastati. Anche la cura editoriale a volte zoppica e oltre a qualche raro errore grammaticale si notano soprattutto certi dialoghi poco chiari o resi in maniera involuta e poco chiara. Il materiale è sicuramente di produzione spagnola, almeno la maggior parte di esso, e visto il rigore dell’impostazione (2 storie da 46 tavole più 1 da 20 in ognuna delle due parti originali) immagino che si tratti di un prodotto concepito così sin dall’origine e non del rimaneggiamento di altri formati.
Com’era consuetudine dell’epoca, in seconda e terza di copertina sono presenti alcune vignette.
Da notare che il direttore responsabile è Erasmo Buzzacchi, il vice di Max Bunker su Kriminal e Satanik.
I fumetti sono:

Cercasi sceriffo: testi di Lagresa, disegni di Lopez. Quest’ultimo è decisamente valido, un disegnatore dal tratto classico e rigoroso che sa far recitare i personaggi (splendide le sue mani) e che usa molto bene il chiaroscuro, tanto che alcuni primi piani ricordano la tecnica del grande Domingo Mandrafina. Probabilmente questo Lopez è Rafael Lopez Espi (la doppia firma che campeggia in alcune vignette non è del tutto leggibile per i problemi di stampa che ho citato sopra), un disegnatore spagnolo di cui sopravvive ancora un certo, meritatissimo, culto[http://www.lopezespi.com/].
In Cercasi sceriffo Rio Indio torna alla natia cittadina di Diamond dove il suo oscuro passato, narrato forse nel numero 1 dell’Albo Gigante, è fonte di preoccupazione e ostilità da parte dei locali. In particolare il barbiere, il fabbro e un contadino sembrano avercela a morte con lui. La storia si legge con piacere visto che si basa anche sulla risoluzione di un mistero, e per essere un western è molto originale. Non c’è nemmeno un colpo di pistola! Il colpo di scena finale è ben orchestrato anche se il lettore non poteva prevederlo visto che non gli viene dato alcun indizio, mentre il ribaltamento di prospettiva della conclusione la si intuiva già dal titolo.


Sceriffo: testi di , disegni di Lopez. Rio Indio viene convocato da un vecchio ranchero che gli aveva fatto da padre ma scopre che le cose sono cambiate e che un malvivente che lavora per lui cerca di imporsi con la violenza nel territorio, minacciando di rivelare un segreto dell’uomo ed avendone in pratica già vessato il figlio. Stavolta il protagonista (che pure si becca una fucilata in spalla) si concede ben due revolverate, ma solo quella dell’ultima pagina uccide il suo cattivissimo bersaglio nel climax dell’epilogo.
Pare che questa sia l’ultima avventura di Rio Indio, deciso ad accasarsi e cambiare vita.




“Miseria” Bert: testi di F. Sesen, disegni di J. Puerto. Il giovane e poco sveglio “Miseria” Bert insegue un imbonitore ciarlatano per avere altre scorte della sua panacea, che pare averlo guarito del mal di denti. Scoprirà il suo segreto svelando il mistero delle recenti rapine che hanno funestato la zona. La storia è molto simpatica e piuttosto originale, i disegni si mantengono su un buon livello pur non potendo competere con quelli di Lopez.



Schiavo del passato: testi e disegni non attribuiti. Western nettamente più classico, anzi decisamente banalotto e anche poco credibile. Il redivivo Rio Indio, qui assistente dello sceriffo, partecipa a una rapina per un “debito di riconoscenza” (!), viene pizzicato, sconta la pena e facendo il giustiziere in un paesino ne diventa lo sceriffo. Il suo passato gli farà visita in un parossistico finale.
Ignoro se questa storia vada posta cronologicamente prima di Cercasi sceriffo o dopo Sceriffo: quasi sicuramente si tratta di materiale di tutt’altra origine che è stato adattato per giustificarne l’inserimento in una collana dedicata a un personaggio con quel nome specifico. Anzi, mi viene il sospetto che anche le prime due storie fossero in origine indipendenti e poi artatamente collegate. Comunque l’editore italiano ha fatto un buon lavoro visto che Schiavo del passato può inserirsi perfettamente nella continuity del personaggio e la rapina iniziale potrebbe essere quella per cui Rio è odiato e temuto a Diamond.
I disegni sono palesemente debitori di Arturo Del Castillo, e i paesaggi aperti e sconfinati sono stati sicuramente ricalcati dalle tavole del Maestro cileno. Nel 1973 Del Castillo non era ancora così popolare come lo sarebbe diventato dopo il suo passaggio su Lanciostory: all’epoca in Italia era apparso fugacemente solo su Sgt. Kirk e Il Corriere dei Piccoli. Chissà a quali fonti avrà attinto l’anonimo disegnatore, che in alcuni punti sembra ricordare più Miguel Angel Repetto che Del Castillo.

paesaggio copiato
paesaggio copiato 2
 Doppio taglio: testi e disegni non attribuiti (i disegni sono di Lopez Espi, di cui si vede ogni tanto la firma). Gli indiani Seminole sono in fermento e a causa delle armi a ripetizione che vengono loro vendute cominciano a rappresentare un grosso pericolo per la Florida. L’intervento dell’esercito dovrebbe contenere la situazione ma a risolverla sarà la presa di coscienza del figlio del venditore di armi (prontamente ucciso dalla Provvidenza) in una vicenda pervasa da un certo moralismo. La timida presenza di una storia d’amore e l’acre contrapposizione tra il rude ma esperto trapper e i soldati vanagloriosi freschi di accademia militare rappresentano gli elementi più interessanti del fumetto.



Venuto dall’Est!: testi e disegni non attribuiti. Un indiano Kiowa torna nella sua tribù dopo un periodo di permanenza nell’Est. Alcuni altri nativi lo sbeffeggiano per i suoi modi civilizzati da bianco e la situazione precipita presto fino a sfiorare una guerra!
I disegni si segnalano per essere di gran lunga i peggiore di tutto l’albo. In particolare, le anatomie sono molto rozze e legnose.


anatomie assurde

13/03/12

I samurai n.2 - quattordicinale lire 250 -IL PICCOLO SOLE-13 Dicembre 1973-Edizioni Perla srl.***





Di questa serie uscita nel nel 1973, secondo il catalogo del fumetto italiano di Luigi F. Bona, sono usciti almeno 5 numeri.

Mentre dilagava nel mondo la moda del cinema delle Arti Marziali e dopo aver saccheggiato il meglio della produzione orientale pre e post Bruce Lee, anche il fumetto inizia ad occuparsi del Karate e Kung Fu a modo suo. Mentre la Marvel sfornava tesori come Shang Chi e cugini, in Italia le edizioni perla ci deliziavano con lo spaghetti jet kune doo virante allo splatter.

Le tendenze grandguignolesche non erano un invenzione nostrana ma tipiche di certo cinema di Hong Kong , produzioni minori che da noi divengono veri e propri cultoni tipo "Cinque dita di violenza"

Un approfondimento dei fumetti di Karate & co. italiani potete trovarlo nel bellissimo blog di Chico: qui.

Per quelli uazzamericanboy andate sul blog del Doc qui.

I disegni come scrive il bravo Chico dovrebbero essere di tal Marchetti e la storia si lascia leggere anzichenò.

Ritmoritmoritmo!

I samurai sono sette come quelli di Kurosawa (anche se uno muore gia nel numero 2)



Abbiamo:

1) Chang - un incrocio tra Little Tony, Mister No e Dexter visto che ama asportare organi interni senza il permesso degli interessati.



una carotide che sembra il tubo per la pompetta ac della 126

MAGLIO PERFORANTE!


m'alzo dal letto e penso al mio povero,
fegato, fegato spappolato....


2) Utzo - campione di sumo che ama spremere i nemici a mò di tubetto di dentrificio in maniera compulsiva.

Bisogna partire dal basso

3) Wang - un monaco shaolin con i poteri psichici alla Xavier, quelli magnetici alla Magneto e con la fantastica capacità di trasformare le proprie sopraciglia in quelle di Diabolik.

Colpo delle mille sorelle Giussani!


4) Joko - Una giapponese prelevata dai Wuxiapian con il bastonaccio alla Seung Mina di Soul Calibur. Tipa gnocchissima e bravissima ma ignorante come una capra.



(Hiroscima...sigh!)





5) Lin - una biondona americana con il nome cinese per farne una perfetta testa di ninja, salta come una artista circense ma spampazza i nemici come Red Sonja.


Barbie Kill Bill

6) Hiro- uno Yakuzone massiccio e violento.



...Come with me for fun in my buggy. Come along let's go for the hell..papapapà...

7) Pao -
il maestro e signore degli stereotipi che crepa immediatamente nonostante si dica abbia immensi poteri.

Padre Pao di Pietrelcina

Il nemico senza nome, leader del gruppo "Piccolo Sole", è la versione realistica del dottor Magnus nemico di Nonna Abelarda.


La trama è basata sul solito scontro guerrafreddaiolo in cui il gruppo terrorista vuole sganciare una bomba sui russi e dare la colpa agli americani.
Tutte scuse per i succulenti pestoni di cui siete stati appena testimoni.
Non ho idea del valore collezionistico ma se ne becco un altro lo compro di sicuro.
Solo per trashomani convinti (come me)


questa qui sotto è la cover pubblicitaria dell'altra rivista dell'edizioni perla dall'originalissimo titolo Kung-Fu:

17/11/11

Trinchetto-Trattamento Psicologico-da "Braccio di Ferro" n° 6 del 1973

Un altra bella recensione esterna, peccato le foto non siano nitidissime ma meglio queste che perdere la memoria di quest'altra perla del fumetto.
I disegni sono di Pierluigi Sangalli e i testi (come indicatomi da Sandro Dossi) di Alberico Motta si parla di elettroshock sugli anziani alcolizzati, crisi di astinenza, furti e violenza in famiglia.


RECENSIONE DI FABIO77


Il vecchio Trinchetto, ubriacone degenere, dà spettacolo sulla pubblica via facendo vergognare i suoi famigliari. Olivia si lagna di questo con Braccio di Ferro che sta leggendo il giornale e trova un articolo su un metodo “psilocogito” (ehm.. psicologico) condotto dal Dottor Freid. per cambiare le brutte abitudini. I due convincono Trinchetto a sottoporsi alla cura. Trinchetto, riluttante, si convince a collaborare con il Dottor Freid che gli applica dei fili elettrici al braccio e gli spiega come funziona la cura. Trinchetto riceverà la scossa quando tra due fotografie di oggetti sceglierà quella associata al vino. La foto in alternativa raffigura un auto o una motocicletta. Dopo qualche tempo Trinchetto è guarito al punto che passando davanti all’osteria, fugge come percorso da una scossa elettrica. Contemporaneamente il vecchio “ex beone” inizia ad interessarsi ad ogni mezzo di trasporto che vede, compiendo furti in tutta la città anche a danno dei suoi cari. Alla fine scoprono che dietro casa il vecchio sta divertendosi come un bimbo facendo rombare all’unisono tutti i mezzi da lui rubati. Lo riportano dal Dottor Freid chiedendo di farlo tornare come prima; meglio un ubriacone che un maldestro ladro d’auto.




08/07/11

I miracoli della Sebino



SEBINO
La ditta capace di creare veri concentrati di tecnologia! Altro che gli automi di Vichy, Roullet & Decamps, Lambert, Phalibois, Renou e Bontems.

Ecco la vera scienza degli anni 70





La sora Nella ride se le tocchi il pancino e piange se le fai la puntura. Era anche in cantiere la versione con i chip invertiti per le masochiste.



Gigetto suona la tromba , quindi aveva dei micropolmoni digitali, cose adesso impensabili, probabilmente progetti atlantidei.


Belinda muove gli occhi e la bocca mentre parla e canta in tutte le lingue. Belle bamboline peccato che per spegnerle bisognava l'aiuto di un esorcista allenato. Si mormora che in Sebino evocassero un demone egiziano per in ogni bambola e che il nome del giocattolo sui progetti fosse "Belinda Blair"


Peppino ride, sempre e racconta le barzellette anche se perde la tua squadra del cuore e ti hanno licenziato. Chissà perchè gli hanno scelto un nome terrone...gli Umberto non ridono mai?


Tipitì piange lacrime vere. Il progetto originale fu ceduto al Vaticano per la costruzione di alcune statuine che si trovano in varie chiesette sperdute del mondo.