Penso di essere stato tra i primi in Italia ad iscrivermi su
Facebook , per curiosità e perché lo
ritenevo un servizio utile. Era bello, per me trasferito a Bergamo
da Agrigento, mantenere i contatti con amici e parenti. FB sopperiva anche alla
mia mancanza di memoria, ricordandomi i compleanni di tutti, cosa che
apprezzavo tanto. E’ stato anche fantastico poter entrare in contatto diretto
con tanti autori dei fumetti e poter discutere delle meraviglie che negli anni
hanno prodotto. E’ stato un piccolo trauma, invece, scoprire che alcuni autori
erano delle teste di cazzo, ma il mondo ne è pieno e me ne sono fatto una
ragione. Fatto sta che con gli anni la più importante delle piattaforma social si
è trasformata in un centro commerciale, non mi mostrava più i post degli amici,
nonostante ogni giorno ne visitassi il profilo (quindi il discorso relativo al
fatto che le prime cose che Fb mostra sono quelle che dovrebbero interessarti
non vale una cippa da un po’) ma soltanto video e foto sponsorizzati di cacciatori di likes. Poi arrivavano
richieste di amicizia da troioni dell’est in cerca di soldi e facce da galera
tipo un tizio di colore che nella foto
del profilo teneva un machete tra i denti e sul tavolo più armi di quante ne
avesse addosso Mad Max nella
perquisizione di “Oltre la sfera del
tuono”. Ho pensato, ho il telefono,
ho la mail, dei più di mille contatti (figurine) che ho collezionato negli anni
alla fine me ne interesseranno un centinaio…che lo tengo a fare questo bordello
virtuale? Tac…cancellazione. Di conseguenza sono andati via orpelli che non
utilizzavo come Tumblr, Twitter, Pinterest e fratelli belli. L’unica cosa che
mi è dispiaciuta chiudere è la pagina FB
di Retronika che in poco tempo aveva ottenuto un discreto successo, ma il mio
cuore è per il Blog. E’ stata la prima cosa che ho “aperto”, il mio angolo, la
mia casa e non riuscivo più a dividere il tempo tra social e Retronika. Una
delle cose più stressanti di FB era la quantità di messaggi da
gestire, molti mi conoscevano per il Blog, altri hanno comprato il libro e mi
tartassavano di domande chiedendomi (come se io avessi un archivio… e dire che
ho postato più volte le foto della soffitta mangia fumetti) “Ti ricordi in quale numero è stata
pubblicata tale storia? Chi ne erano gli autori? Mi vendi l’albo?”
ooooohhhhh calmini!
08/10/15
18/09/15
Il gradito ritorno del Pinocchio di Alberico Motta e Sandro Dossi
Per chi non lo sapesse Federico Cenci ha aperto una casa editrice e da un tipo come lui non ci si poteva aspettare altro che il recupero di almeno una parte dei personaggi bianconiani.
Vi copio ed incollo il comunicato stampa appena arrivatomi:
Squillo
di trombe! Rullo di tamburi!
Cliquot
è lieta di annunciare il ritorno di
PINOCCHIO
di
Sandro Dossi e Alberico Motta
nella
collana Segni n.1
Alberico Motta (Monza,
1937) inizia l'attività di fumettista nel 1952, ancora studente, collaborando
con l'Editrice
Dardo dove ha occasione di crescere professionalmente realizzando copertine di
Blek e Miki, fino a esordire
con storie comiche su Cri-Cri e Chicchirichì. Firma poi alcune storie di
Cucciolo e Tiramolla per l'Alpe
prima di accasarsi stabilmente presso le Edizioni Il Ponte di Bianconi. Per
l'editore milanese Motta crea
suoi personaggi (Pierino, Napoleone Sprint, Nerone, Ursus e altri) e scrive
sceneggiature per innumerevoli
personaggi, da Geppo a Braccio di Ferro, da Soldino a Trottolino, da Felix a
Tom e Jerry, lanciando
successi come Provolino e Pinocchio. La sua ultima creazione per Bianconi è la
serie di culto Big Robot.
Negli anni Ottanta collabora con la Disney per Topolino e altre testate,
realizzando poi anche fumetti per
l'estero (Fix und Foxi) e collaborando a varie testate di giochi ed
enigmistica.
Sandro Dossi (Monza,
1944) ha iniziato la carriera di disegnatore nei primi anni Sessanta
inchiostrando le tavole di Pierluigi Sangalli per l’editore Bianconi, passando poi a
realizzare storie del Gatto Felix. A partire dal 1966 diventa uno degli autori
di punta
di Braccio di Ferro e Geppo, collaborando contemporaneamente a innumerevoli
altre testate della casa editrice milanese, da Chico a Pinocchio, fino a Tom e
Jerry. Nel 1980 entra nello Staff di If, tramite il quale inizia a lavorare per
le pubblicazioni
Disney, collaborazione terminata nel 2006 dopo circa 200 storie a fumetti.
Negli anni Novanta ha disegnato per Il Corriere dei Piccoli, Tiramolla, Topo Gigio,
Prezzemolo. Più recentemente ha realizzato albi gioco per l'infanzia per DeAgostini,
Play Press e altri editori.
Un
incontro con Napoleone, una gita a Venezia, un viaggio in un futuro
popolato da robot… Se siete ultraquarantenni probabilmente ricorderete
le avventure incredibili e anche un po’ bislacche del
Pinocchio
a fumetti dell’Editoriale Metro, altrimenti… non potete immaginare
quello che combinerà il burattino di legno assieme agli altri
celeberrimi personaggi collodiani.
21/07/15
Le origini *italiane* del gigante Grissino
Il buon Gaspare Pero mi invia una missiva elettrica che vi giro:
Ciao Salvatore,
prima dell'altro giorno, le origini italiane del gigante Grissino erano quelle raccontate da Sandro Dossi in una sua storia, secondo la quale il gigante in realtà sarebbe un orfanello umano abbandonato fuori da un convento e cresciuto dai frati finché la sua crescita ha reso necessario trovargli una nuova sistemazione.
09/07/15
Il gruppo T.N.T è un fumetto Disney
![]() |
Non credo di essere stato soltanto io a notare la cosa, ma molti dei personaggi della saga di Alan Ford mi ricordano personaggi di Paperopoli e Topolinia.
Probabilmente Max Bunker uno spicchio d'ispirazione, da buon intenditore di fumetti, l'ha preso dalle sue letture. Non so se ne sia parlato in altri luoghi ed altri laghi...comunque io la vedo così:
Numero uno = primo Paperone di Barks sta lì in alto
Grunf = Archimede Pitagorico
07/07/15
Le sublimi aberrazioni del divino Gabriele (Bonvi)
Non ho idea del periodo a cui appartengano queste tre splendide litografie del Bonvi (vista un'asta su ebay che ha raggiungo quotazioni importanti), però mi sembrano una bella curiosità.
03/07/15
Non conosco nessuno che ami Topolino più di Paperino
Sin dall'alba delle mie letture c'è sempre stato scambio di opinioni. Noi bamboccini potevamo avere le idee confuse e le nostre preferenze per quanto riguarda il mondo dei super eroi e dei robottoni ma per i fumetti Disney il coro era unanime, Paperopoli batte Topolinia mille a zero. Non ho mai conosciuto nessuno che mi abbia detto di comprare Topolino per le storie del sorcio...anzi, molti come me saltavano a piè pari i gialli del mammifero e andava a leggere direttamente le avventure immaginifiche di Paperone, dei catastrofici hobby di Paperino e gli scontri con Anacleto Mitraglia. L'unico personaggio di Topolinia che stava un pelo più simpatico era lo svagato Pippo, ma quel tipo, il titolare di testata, preciso e borghese stava antipatico a tutti.
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