“L’Artiglio che si strinse sull’America”
Sceneggiatura di Alfredo Castelli e Stefano Vietti –disegni
di Dante Spada e gli Esposito (Nando e Denisio) Bros. Copertina di Giancarlo Alessadrini
Trama:
Nel 1851 in piena “guerra dell’Oppio” Le triadi cinesi
vogliono attentare alla struttura politica degli Stati Uniti d'America usando i “coolie
cinesi” . L’agenzia Altrove ingaggia
Giuseppe Garibaldi e lo manda a combattere contro il classico villain
(di Sax Rohmer ) Fu-Manchu e Il pericolosissimo Yen How il "Ragno"…
Martin Mystère è il mio personaggio Bonelli preferito, la
serie regolare la compro sempre in blocchi per evitare fastidiosi “continua nel
prossimo numero” ma quando intravedo speciali e fuori collana autoconclusivi li
faccio subito miei. Storie di Altrove è un bellissimo esperimento , audace per
la bonelli (che Audace invero fù). Certe sceneggiature di Alfredo Castelli
& co potrebbero essere benissimo trasposte in film che il cinema italiano
non avrà mai il coraggio di produrre…non sia mai riuscissimo ad elevarci dalla
commedia becera ed offensiva della nostra intelligenza o il solito drammone
spaccapalle d’autore.
Disgraziatamente la generazione di registi odierna non ha
gli attributi dei vari action genius che producevano cult sino agli anni 80 con
pochi mezzi e tanto coraggio e che sono paradigma creativo per americani e
francesi.
In questo presente di
ardite commistioni narrative alla “Abramo Lincoln cacciatore di vampiri” o
“Guerra e Pace Zombie” le storie di Altrove hanno acquisito fascino con il loro utilizzo di personaggi reali
o di pubblico dominio narrativo in trame fantastiche che riscrivono
parte della storia. Leggere di questo
Garibaldi-Rambo alla ricerca di nuove missioni in giro per il globo con
l’aiuto delle invenzioni di Antonio
Meucci sollecita i neuroni ed ha la capacità d’incuriosire e ricercare i fatti
reali che stanno alla base della trama. Castelli infatti scrive sempre una esaustiva parte redazionale dove approfondisce il contesto storico ed i personaggi
Le citazioni sono tantissime, i ninja scarnificati ricordano
le tartarughe di Kevin Eastman e il film
di John Carpenter "Grosso guaio a Chinatown". Thomas
Olofssen , uno dei collaboratori di
Giuseppe Garibaldi è Obelix dimagrito. Papà la “capa” di altrove nulla mi
toglie dalla testa che è una giovanissima Abelarda prima di andare in pensione
a Bancarotta. Il bello che tutto è in continuity con l’universo mysteriano,
scopriamo ad esempio che il Ch'in Gh'ei di
“Docteur Mystère e il popolo
delle tenebre” (Almanacco del mistero del 1998) altro non è che il Ch'ing K'wai
che si trova in questa storia ed Il capitano
Brody è un antenato di Max.
Menzione a parte merita la “gnocchisima” e guerrigliera Patricia Hidalgo
ritratta dagli autori come una pin up degli anni cinquanta .
Un po’ loffio il colpo di scena finale che non voglio
spoilerare con il Dottor Nicholas…
La parte grafica è inadeguata
gli Esposito Bros in quest’albo non riescono ad essere all’altezza di quel poco
che disegna Dante Spada.
Nonostante alcune critiche in rete non siano benevole a me
l’albo è piaciuto e lo consiglio vivamente.
Ho tutta la collana di Storie da Altrove, della quale non condivido principalmente:
RispondiElimina- che da anni ci sia un disegnatore fisso, seppure che apprezzo
- che le storie siano concentrate nel periodo della gestione Gordon Cole.
Per il resto è un appuntamento in edicola che seguo fedelmente dal n° 3, con recupero dei primi 2 come arretrati.
Ricordo con piacere questa storia su Garibaldi, che tra l'altro fa un'altra comparsata in un albo successivo, che coinvolge un po' tutti i protagonisti del Risorgimento.
"Papà" = Abelarda? Mah, mi pare un po' forzato come accostamento: Abelarda non fuma sigari.
@gas75: a dire la verità, Abelarda i sigari li fumava, eccome.
RispondiEliminaDetto questo, a me "Papà" ha ricordato un po' anche sia Frau Blucker che la Signorina Rottermaier ... nessuna delle quali mi pare però che fumasse.
Per il resto, quoto tutto: anch'io seguo da sempre le "Storie da Altrove", e questo episodio è proprio da consigliare. Se proprio dovessi trovargli un difetto, c'è un po' di retorica "risorgimentalista" nel finale; d'altra parte, c'è anche una critica delle sfruttamento delle classi povere molto ben fatta ...
... aggiungo: chissà, magari rivedremo "Papà" in uno dei prossimi episodi, al fianco del Barone Von Frankenstein ... :-)
EliminaSi Abelarda fumava e pure di gusto, penso abbia smesso alla fine degli anni 70, La rottermaier l'avevo vista anch'io ma la Uberdonna cazzuta mi sa più di versione "real" della vecchietta sparamazzate.
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