Salvatore Giordano prova ad aggiungere almeno i disegnatori
1) Giorgio Rebuffi
2) Giorgio Rebuffi
3) Onofrio Bramante (Brahms)
4) Alberico Motta in overdose di Jacovitti
5)Giorgio Rebuffi
Agnelloski pasqualeff (16 tavole): le tribolazioni di Cucciolo e Beppe
(cui si aggiunge Bombarda) per procurarsi un agnello da cucinare per Pasqua. Il
titolo è giustificato dal fatto che il lupo Pugacioff ha un ruolo di rilievo.
Storia canonica ma piacevole, con una simpatica gag finale. ***
Robin Het e l’allegra brigata della
foresta – avventura in canoa (16
tavole): Robin Het e i suoi compagni Tremarel e Mac Kefif vanno a caccia nelle
foreste di quella che sembra essere la regione dei Grandi Laghi (nonostante il
titolo lasciasse intendere che fosse una parodia di Robin Hood) ma il grasso
Tremarel si attarda per prendere una preda e viene catturato dagli indiani che
introduce ai piaceri dell’alcol. Dopo una rocambolesca fuga si ricongiunge agli
amici in canoa, tanto per giustificare il titolo.
Non ho gradito l’inserimento di una storia più avventurosa e leggermente
più realistica in un contesto prettamente umoristico come quello di quest’albo,
e la trama di questo fumetto non mi sembra particolarmente originale, ma i
disegni denotano una certa cura e non vorrei farmi infuenzare dai pregiudizi.
Tre stelle e non ne parliamo più, Salvatore. ***
Il ratto delle Sabine (12 tavole): per quanto messa in ombra da Il Confusionifero, anche questa
splendida storia si segnala per i diversi piani narrativi in cui si muove e per
molti divertenti e riuscitissimi giochi metanarrativi.
Come annunciato da una didascalia (sicuramente vestigia di una precedente
edizione, visto che dei fatti riassunti non c’è traccia in questo numero)
Cucciolo e Beppe proseguono la loro carriera di reporter e decidono di fare un
servizio su un’opera teatrale che Bombarda metterà in scena: Il ratto delle Sabine. A causa di una
indigestione di fagioli i due attori protagonisti non possono recitare, così
Cucciolo e Beppe salvano la situazione e si offrono di sostituirli.
La storia alterna le vicende recitate con le reazioni scomposte del
pubblico, e si caratterizza per splash pages e “panoramiche” degne di
Jacovitti, autore a cui alcune anatomie sono palesemente ispirate. Notevole per
una pubblicazione del genere, fatta di corsa e al risparmio, l’horror vacui che
pervade le tavole, caratterizzate da un sovraffollamento di facce e dettagli
(ai lettori un premio di un chilo di fagioli se riusciranno a trovare il
personaggio storico tra la folla!).
Questo particolare tipo di narrazione permette di condensare un sacco di
informazioni in poche pagine, e in effetti la rappresentazione della commedia
dura solo 4 tavole pur presentando molte situazioni e sottotrame.
Al di là degli inserti surreali (a tavola 4 un figuro irrompe nella pagina
per raccontare una barzelletta) la dirompente vis comica della storia si
manifesta al meglio in tre occasioni: la rivelazione della vera vita coniugale
dei romani dopo il ratto delle mostruose mogli, la genialità di Bombarda che
pensa a quanto guadagnerà con tutti gli ortaggi che il pubblico imbufalito gli
lancia e l’inedita paraculaggine dei due protagonisti che rimessi i panni di
reporter scrivono una cronaca assai addomesticata dello spettacolo.
Una storia da recuperare. *****
La guardia del corpo (16 tavole): il cagnolino giapponese Gigorocane
cerca impiego come guardia del corpo ma non viene preso sul serio a causa delle
sue dimensioni mignon. Dopo essere riuscito a suonarle nientemeno che a
Pugacioff viene indirizzato verso Bombarda che sarebbe ben lieto di avere
qualcuno che lo difendesse dalle attenzioni del lupastro: Gigorocane dà
dimostrazione delle sue incredibili abilità marziali e Bombarda lo assume.
Il povero Pugacioff viene ripetutamente sconfitto e nemmeno lo iettatore
Giona la spunta su Gigorocane. Finché incontra il gatto Bernabò (da quello che
ho capito, titolare col topo Achille di un’altra serie) che con l’inganno gli
affida la pianta carnivora Pitagora. Proprio questo strambo vegetale che fuma
la pipa, già intravisto in Agnelloski
pasqualeff, si rivela essere il rimedio contro Gigorocane.
È probabile che La guardia del corpo
facesse parte di un corpus di storie collegate fra di loro, o che sia il frutto
di un rimontaggio, visto che Pugacioff fa riferimento a una scena che non è
presente in questa versione. ****