John Byrne è l’unico autore Marvel degli anni ottanta di cui
sento la mancanza. Credo che i F4 possano considerarsi conclusi con la sua
gestazione, tutti i tentativi di fare rinascere il gruppo dopo il lavoro dell'autore in oggetto sono falliti miseramente e hanno portato Grimm e Richards in quel
limbo presente, dove la disneymarvellucas ha deciso di farli fuori perché non
più sfruttabili commercialmente poiché i diritti per il cinema sono in altre
mani. Bisognerebbe leggere soltanto i fab four di Lee e Kirby, saltare
tutto quello che è venuto dopo di loro, passare direttamente a Byrne e chiudere
lì. Tutto il resto è freddo e snaturante, tentativi d’inutile ammodernamento
fatti da tipi che non hanno mai amato sul serio i personaggi e che dopo brevi “run”
abbandonano al destino gli eroi.
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17/06/15
16/09/14
I migliori sei editori di fumetti del 2013-2014 secondo la mia capoccia.
1) Al primo posto piazzo Cosmo, questa intraprendente casa editrice mi ha deliziato con le sue proposte a basso costo di BD e comics che di solito sono venduti a prezzi impossibili nelle fumetterie ed in libreria. Cosmo ha ereditato la linea che aveva intrapreso la G.P. publishing, l'unica cosa che ho da ridire e lo scarno apparato redazionale e nello stesso la mancanza di figure "chiave" a cui rivolgersi. Non sarebbe male un angolino della posta ed i commenti nelle svariate pubblicazioni proposte e che hanno riportato me (e molti altri) in edicola.
27/11/13
Wolverine di Chris Claremont e Frank Miller-Edizioni Playpress-Lire 8.000-1989***1/2
Logan è il personaggio perfetto.
Un passato oscuro che ogni sceneggiatore può ridefinire.
Un nano irsuto che il disegnatore può tratteggiare nel suo
stile personale senza che il character perda la propria identità.
Una versione violenta di Corto Maltese, un Popeye moderno
(per un periodo, quello secondo me migliore, era il guercio di Madripoor), uno
Zio Paperone Barksiano giovane e irruente nel Klondike, uno 007 lercio, un barbaro, un super eroe, un vigilante, un killer, un samurai, un uomo, un
mostro.
Wolverine può essere tutto, è questa la forza della migliore icona Marvel partorita
nei seventies, anche se il meglio della sua saga verrà prodotta negli anni
seguenti.
Il volume edito dalla Play Press è uno dei primi
esperimenti, dopo di quelli del periodo
Labor Comics e qualche speciale della benemerita Star, di dare “lustro da
libreria” alle avventure dei super uomini.
Nel mercato italiano non si era ancora compresa la levatura
artistica di quello che i comics americani di massimo consumo avevano raggiunto
persino nelle serie regolari, senza tirare in ballo le ormai inflazionate
Graphic Novel.
Qualcosa aveva intuito la Rizzoli che aveva iniziato ad
intercalare tra classiconi, capolavori e
scemenze autoriali qualche storia o inserto dei personaggi D.C. ma l'avvento
degli hypergeek nazionali esperti dell’universo in spandex era ancora lontano.
La miniserie scritta da un prolisso Claremont e disegnata da
un acerbo Miller sembra un action della Cannon Group oppure un film di Ninja con
i baffoni biondi di Godfrey Ho.
E’ la prima, tra le tante venute dopo e che hanno
inflazionato il personaggio, ad analizzare la psicologia complessa di un eroe
per caso, un essere umano travolto dalla sua vita dolorosa e travagliata,
mutante non solo nei geni ma anche nei sentimenti e le reazioni.
La ricerca d’equilibrio di uno sbandato alla Jack Kerouac che
si ritroverà ad essere un futuro Vendicatore.
Forse per il canadese sarebbe stata migliore una “posizione
di mezzo”, quelle ombre notturne che nascondono un Punisher o un Moon Knight.
Questa avventura giapponese è un racconto formativo e sembra
quasi di vedere l’ultimo samurai di Edward Zwick, prima la mancanza di comprensione dello stile di vita orientale e poi la
ricerca spasmodica dell’onore.
Claremont ha un modo di scrivere che ormai appare obsoleto,
troppo didascalico e descrittivo, Miller ha un tratto a volte fastidioso con tanti
alti e bassi ma forse la colpa è delle “vecchie” chine di Josef
Rubinstein.
Nel complesso non ci troviamo di fronte ad un capolavoro ma di sicuro è una lettura sostanziosa e ben costruita.
Consigliato e mi pare che si trovi anche a poco.
18/05/11
I Fantastici 3 Supermen -anno III numero 3 -aprile/,maggio 1991 lire 2500 edizioni Eclecta srl- Missione un pò igienica**
I 3 supermen delle storie a fumetti c'entrano poco con la saga di b-movies avente come protagonista anche il mitico Sal Borgese. I supermen cinematografici erano prettamente "comici" , quelli dei fumetti rigorosamente satirici. Qui ci si trova nella stesse zona del peggior "bagaglino" televisivo e come nella tivù i personaggi politici sono disegnati così male che sembrano i sosia. L'impronta redazionale della rivista vira a sinistra e i 3 supermen pur se affiliati U.S.A. sembrano simpatizzare per l'ex Unione Sovietica. Il fumetto viene pubblicato inizialmente dalla Star Comics nel 1989 e in seguito viene rilevato (per un panino alla mortazza e due caciotte) dall'edizioni Eclecta srl. Non ho idea di quanti siano i numeri della serie completa ma il bimestrale arriva sicuramente sino al quarto anno con almeno 15 numeri pubblicati.
Recensione: Missione un pò igienica- personaggi e soggetto di Italo Martinenghi (il produttore dei 3 supermen cinematografici) , sceneggiatura di Giorgio Peorazzi e disegni (agghiaccianti) dello studio Romagnoli.
I 3 Supermen recuperano un gas lassativo che deve essere utilizzato per sedare le popolazioni ribelli. Il gas viene diviso al 50% tra russi ed americani che intendono creare un bel business con il monopolio della carta igienica. Le manovre di Bush e Gorbaciov vengono sventate da Fidel Castro che sbandiera a tutto il globo la manovra pesticida. La storia finisce tra lunghissime cagate diarroiche di tutti i leader politici. Le battute sono allo stesso livello della famosa "ci cago di notte" di Pierino Vitali. I disegni fanno sembrare dipinti del Pinturicchio le peggiori produzioni erotiche Squalo.
I fumetti si trovano a poco prezzo ma dubito che qualcuno (oltre me) abbia intenzione di collezionarli.
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