ecco la seconda recensione di Marco Brunello.
Albo appartenente all’ultimissimo periodo dell’Editoriale
Metro, che di lì a poco avrebbe chiuso completamente bottega. L’ampia
operazione di rinnovamento visivo portata avanti negli anni novanta è ben
esemplificata in quest’albo dall’aspetto molto “topoliniano”: 114 pagine tutte
a colori, con tre storie nuove che si presentano ben diverse dalle restanti
(che sono storie vecchie ristampate) per le audaci soluzioni visive della
composizione delle vignette, l’abbigliamento moderno dei personaggi e
l’elaborata colorazione piena di sfumature. Lo spirito intrinseco delle storie
e dei dialoghi però, non necessariamente al passo coi tempi, rimane lo stesso
di sempre: quel genuino universo segariano italianizzato in puro stile Bianconi.
1)
Braccio
di Ferro – Muscoli e cervello: Olivia e Braccio di Ferro vanno in campeggio
e iniziano una lunga discussione se sia più utile usare la forza o il cervello,
continuando il ragionamento anche metaforicamente in un sogno ad ambientazione
medievale in cui i due gareggiano con i propri mezzi, chiaramente Braccio di
Ferro i muscoli e Olivia il cervello. La cosa si trasferisce nella realtà dove
Braccio di Ferro, usando sia i muscoli che il cervello, sventa un furto ai
danni del proprietario del campeggio per mano di Timoteo, che ha il codino di
Fiorello degli anni novanta. ***
2)
Rubrica
della posta. Disegni e letterine (a cui Braccio di Ferro in persona
risponde!) dei lettori. Nei vecchi numeri non c’erano, forse una novità per
mantenere il passo coi tempi?
3)
Poldo
– Caccia fotografica: Poldo si
unisce a Olivia e Pisellino in un concorso di birdwatching in cui si va nel
bosco a fotografare i passerotti. Però Poldo ha modificato la sua macchina
fotografica in un dispositivo che spara sonnifero, di modo da poter catturare
un numero di uccellini abbastanza abbondante da potersi preparare un bel piatto
di polenta e osei. Viene scoperto perché fotografato per sbaglio da
Pisellino mentre compie la malefatta. La trovata di usare un piatto tipico
veneto, rendendo questa storia esclusivamente italiana anche nel contenuto, è a
dir poco irresistibile. ****
4)
Braccio
di Ferro – Poliziotti improvvisati:
Olivia stavolta snobba sia Braccio di Ferro che Timoteo, preferendogli un certo
Joe Sifulino che la copre di gioielli. Cosa che gli viene abbastanza bene,
essendo un rapinatore di gioiellerie. Così i due storici nemici si alleano: si
arruolano diventando una coppia di poliziotti, e alla fine grazie agli spinaci
Braccio di Ferro può finire col bullarsi in divisa portandosi a spasso Olivia.
La novità di questa storia è tutta e solo nel comparto grafico. **
5)
Pisellino
– Il cane trovatello: Un cagnolino senza padrone si aggira nei paraggi
della casa di Olivia e Pisellino. Quest’ultimo lo vuole adottare, Olivia è
contraria ma cambia idea quando, dopo aver calciato fuori di casa il cane,
questo piomba su un ladro e lo sbrana, guadagnandosi una collana di diamanti
come ricompensa. ***
6)
Nonna
Celesta – Il gatto di Celesta: Celesta non trova più il suo gatto
Marcellino, e la disperatissima nonna per ritrovarlo se la dovrà vedere con
marinai ubriachi e furbacchioni da osteria del porto (tradotto vuol dire che le
prendono). Alla fine ritrova il suo amato micio alla villa della contessa del
posto, a cui è stato venduto da Trinchetto per potersi comprare da bere. Per
finanziare il suo alcolismo Trinchetto non esiterebbe a vendersi parenti e
amici, figuriamoci il gatto. ****
7)
Braccio
di Ferro – Vacanze con Olivia:
Olivia vuole a tutti i costi andare in vacanza, e per raggiungere questo
intento non è disposta a farsi mettere i bastoni fra le ruote da nessuno;
nemmeno dai baffuti terroristi dall’aspetto mediorientale che dirottano l’aereo
su cui si è imbarcata per andare in villeggiatura. Storiella vacanziera che ci
insegna che è meglio lasciare in pace Olivia quando è in ferie. ***
8)
Timoteo
– Olezzi e profumi: Bacheca manda il figlio Timoteo nel bosco a raccogliere
lombrichi, lumache ed erba fetida per preparare una pozione contro il mal di
testa. Lui obietta che basterebbe prendere un’aspirina, ma Bacheca è una strega
all’antica e insiste. Il povero Timoteo si ritrova così a girovagare con un
barattolo pieno di cose puzzolenti, attirando l’attenzione di un cane (che
Timoteo caccia via dandogli un calcio nelle palle) e di Olivia, dato che
dopo essersi lavato in acque inquinate è rimasto senza vestiti; dovrà poi
passare un po’ di disavventure fra puzze, profumi, pugni e cambi d’abito.
Storiella bizzarra e divertentissima. ****
9) In
quarta copertina, la pubblicità del numero successivo, in cui fa una rara
comparsa (perlomeno negli albi Bianconi) anche il magico cagnetto Eugenio il Gip.
Pur essendo un fan di fumetti Bianconi in special modo di Braccio di Ferro, non riesco ad appassionarmi di questi albi di fine anni novanta. Sembrano un clone di Topolino, con questi colori così sgargianti, queste modernità così ostentate, non le digerisco proprio. Posseggo anche io 3 o 4 albi di questo periodo, ma quando vedo Timoteo col codino di Fiorello o Poldo con scarpe da ginnastica e cappellino mi vien l'angoscia. Magari le storie sono anche belle, ma graficamente preferisco quelle dei decenni precedenti.
RispondiEliminami trovi perfettamente d'accordo
EliminaE siamo in tre (su 3!) a pensarla così.
RispondiEliminaIo sto leggendo in questi giorni il n° 580 della vecchia serie di Braccio di Ferro, e vedere i vari personaggi col look stravolto (Braccio in camicia e cravatta, Pisellino grandicello, Olivia con un cenno di seno, Poldo stravolto...) mi mette tristezza, penso che Segar si sia rivoltato nella tomba, poveraccio!
Eppure l'atmosfera delle storie è più o meno sempre quella, se piaceva prima piace anche così, anche se già da metà anni Ottanta Braccio di Ferro inizia a essere meno brillante rispetto agli anni Sessanta/Settanta, dove si trovano storie capaci di mettere il buon umore già dalle prime vignette.
Ma era proprio necessario questo rinnovo di guardaroba per attualizzare le storie? In questo stesso blog ci sono recensioni di vecchie storie di Geppo e Braccio di Ferro sconcertanti per quanto attuali ancora oggi!
Peggio dell'abbigliamento trovo la disposizione delle vignette: sono un ultraconservatore della "gabbia bonelliana" (due vignette per striscia, con tre strisce per pagina), e vedere questi azzardi mi estraniano, come se avessi preso in mano il fumetto sbagliato. Meno male che si tratta di una minima parte della produzione Bianconi/Metro.
Forse pubblicati in albi a parte avrebbero senso, ma mescolare storie nuove e vecchie non riesce a dare all'albo quell'aura di novità che dovrebbe avere. Poi i colori sono terribili, la carta è sempre quella (ovvero scadente), ecc...
RispondiEliminaIo sono per delle ristampe in stile classici disney con le migliori storie "old" Bianconi, ma un nuovo braccio di ferro in edicola senza ammodernamenti di sorta e con il respiro marinaresco degli anni andati lo acquisterei subito
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