14/10/15

Recensione Braccio di Ferro 17 del 1973



Gaspare Pero invia ed io posto con piacere.
Scrive Gas75:
"Era un periodo in cui Motta firmava quasi tutte le storie, quindi penso che almeno un paio di queste siano sue, tutte per i disegni di Sangalli."


Braccio di Ferro - L'isola delle perle **** - Braccio porta Olivia e Pisellino in vacanza su un'isola esotica ma ad attenderlo non ci sono gli indigeni festaioli bensì dei musi lunghi da funerale perché gli squali infestano i loro mari impedendo loro di raccogliere le ostriche e quindi le perle che costituiscono il loro unico sostentamento. "Se vi aiuto, facciamo festa?" propone Braccio, "Okay!" fanno gli indigeni, quindi con una razione di spinaci il nostro marinaio affronta gli squali a suon di cazzotti e già che c'è gli tira su qualche quintale di ostriche!

12/10/15

Cujo (U.S.A. 1983) regia di Lewis Teague ***


Cujo, un film che è l’incubo dei claustrofobici e degli animalisti.

La folle storia è stata scritta da Stephen King perché intimidito dal cane del suo carrozziere di fiducia, nel periodo in cui il maestro del Maine aveva qualche problemino con l’alcol. Il sanbernardo che all’inizio del film è più placido del Nebbia di Heidi, è morso da un pipistrello affetto da rabbia e si trasforma in un mostro assetato di sangue. Io non ho mai amato i cani, in genere li considero bestie come tutte le altre e nutro profondo disprezzo per la gente che li parifica, considera e tratta come gli esseri umani. Salvo soltanto i cani pastore, i cani guida, quelli poliziotto e da soccorso, almeno si guadagnano la pagnotta.  Questo film, noleggiato all’epoca in VHS, penso che abbia acuito la mia cagnofobia.

08/10/15

(No social) Sono uscito dal tunnel del divertimento


Penso di essere stato tra i primi in Italia ad iscrivermi su Facebook , per curiosità e perché lo ritenevo un servizio utile. Era bello, per me trasferito a Bergamo da Agrigento, mantenere i contatti con amici e parenti. FB sopperiva anche alla mia mancanza di memoria, ricordandomi i compleanni di tutti, cosa che apprezzavo tanto. E’ stato anche fantastico poter entrare in contatto diretto con tanti autori dei fumetti e poter discutere delle meraviglie che negli anni hanno prodotto. E’ stato un piccolo trauma, invece, scoprire che alcuni autori erano delle teste di cazzo, ma il mondo ne è pieno e me ne sono fatto una ragione. Fatto sta che con gli anni la più importante delle piattaforma social si è trasformata in un centro commerciale, non mi mostrava più i post degli amici, nonostante ogni giorno ne visitassi il profilo (quindi il discorso relativo al fatto che le prime cose che Fb mostra sono quelle che dovrebbero interessarti non vale una cippa da un po’) ma soltanto video e foto sponsorizzati  di cacciatori di likes. Poi arrivavano richieste di amicizia da troioni dell’est in cerca di soldi e facce da galera tipo un tizio di colore  che nella foto del profilo teneva un machete tra i denti e sul tavolo più armi di quante ne avesse addosso Mad Max nella perquisizione di “Oltre la sfera del tuono”.  Ho pensato, ho il telefono, ho la mail, dei più di mille contatti (figurine) che ho collezionato negli anni alla fine me ne interesseranno un centinaio…che lo tengo a fare questo bordello virtuale? Tac…cancellazione. Di conseguenza sono andati via orpelli che non utilizzavo come Tumblr, Twitter, Pinterest e fratelli belli. L’unica cosa che mi è dispiaciuta  chiudere è la pagina FB di Retronika che in poco tempo aveva ottenuto un discreto successo, ma il mio cuore è per il Blog. E’ stata la prima cosa che ho “aperto”, il mio angolo, la mia casa e non riuscivo più a dividere il tempo tra social e Retronika. Una delle cose più stressanti di FB era la quantità di messaggi da gestire, molti mi conoscevano per il Blog, altri hanno comprato il libro e mi tartassavano di domande chiedendomi (come se io avessi un archivio… e dire che ho postato più volte le foto della soffitta mangia fumetti) “Ti ricordi in quale numero è stata pubblicata tale storia? Chi ne erano gli autori? Mi vendi l’albo?” ooooohhhhh calmini!

18/09/15

Il gradito ritorno del Pinocchio di Alberico Motta e Sandro Dossi



Per chi non lo sapesse Federico Cenci ha aperto una casa editrice e da un tipo come lui non ci si poteva aspettare altro che il recupero di almeno una parte dei personaggi bianconiani.
Vi copio ed incollo il comunicato stampa appena arrivatomi:
Squillo di trombe! Rullo di tamburi!
Cliquot è lieta di annunciare il ritorno di
PINOCCHIO
di Sandro Dossi e Alberico Motta
nella collana Segni n.1
Alberico Motta (Monza, 1937) inizia l'attività di fumettista nel 1952, ancora studente, collaborando con l'Editrice Dardo dove ha occasione di crescere professionalmente realizzando copertine di Blek e Miki, fino a esordire con storie comiche su Cri-Cri e Chicchirichì. Firma poi alcune storie di Cucciolo e Tiramolla per l'Alpe prima di accasarsi stabilmente presso le Edizioni Il Ponte di Bianconi. Per l'editore milanese Motta crea suoi personaggi (Pierino, Napoleone Sprint, Nerone, Ursus e altri) e scrive sceneggiature per innumerevoli personaggi, da Geppo a Braccio di Ferro, da Soldino a Trottolino, da Felix a Tom e Jerry, lanciando successi come Provolino e Pinocchio. La sua ultima creazione per Bianconi è la serie di culto Big Robot. Negli anni Ottanta collabora con la Disney per Topolino e altre testate, realizzando poi anche fumetti per l'estero (Fix und Foxi) e collaborando a varie testate di giochi ed enigmistica.
Sandro Dossi (Monza, 1944) ha iniziato la carriera di disegnatore nei primi anni Sessanta inchiostrando le tavole di Pierluigi Sangalli per l’editore Bianconi, passando poi a realizzare storie del Gatto Felix. A partire dal 1966 diventa uno degli autori di punta di Braccio di Ferro e Geppo, collaborando contemporaneamente a innumerevoli altre testate della casa editrice milanese, da Chico a Pinocchio, fino a Tom e Jerry. Nel 1980 entra nello Staff di If, tramite il quale inizia a lavorare per le pubblicazioni Disney, collaborazione terminata nel 2006 dopo circa 200 storie a fumetti. Negli anni Novanta ha disegnato per Il Corriere dei Piccoli, Tiramolla, Topo Gigio, Prezzemolo. Più recentemente ha realizzato albi gioco per l'infanzia per DeAgostini, Play Press e altri editori.
Un incontro con Napoleone, una gita a Venezia, un viaggio in un futuro popolato da robot… Se siete ultraquarantenni probabilmente ricorderete le avventure incredibili e anche un po’ bislacche del
Pinocchio a fumetti dell’Editoriale Metro, altrimenti… non potete immaginare quello che combinerà il burattino di legno assieme agli altri celeberrimi personaggi collodiani.

21/07/15

Le origini *italiane* del gigante Grissino


Il buon Gaspare Pero mi invia una missiva elettrica che vi giro:

Ciao Salvatore,
prima dell'altro giorno, le origini italiane del gigante Grissino erano quelle raccontate da Sandro Dossi in una sua storia, secondo la quale il gigante in realtà sarebbe un orfanello umano abbandonato fuori da un convento e cresciuto dai frati finché la sua crescita ha reso necessario trovargli una nuova sistemazione.

09/07/15

Il gruppo T.N.T è un fumetto Disney


Non credo di essere stato soltanto io a notare la cosa, ma molti dei personaggi della saga di Alan Ford mi ricordano personaggi di Paperopoli e Topolinia.
Probabilmente Max Bunker uno spicchio d'ispirazione, da buon intenditore di fumetti, l'ha preso dalle sue letture. Non so se ne sia parlato in altri luoghi ed altri laghi...comunque io la vedo così:

Numero uno = primo Paperone di Barks sta lì in alto




Grunf = Archimede Pitagorico