Da "Caccia a... Pisellino", Braccio di Ferro n° 44.
Sfogliando alcuni albi della seconda serie di Popeye, mi sono imbattuto in un dittico di storie di Sandro Dossi del 1979 con l'introduzione di Nonna Celesta nell'Universo BraccioBianconico, una chicca di cui non avevo memoria (e con un Trinchetto finalmente bastardo quanto il Poopdeck Pappy di Segar)!
Super Braccio di
Ferro prima serie
Come sappiamo, le storie di Braccio di Ferro prodotte dall’editore Renato Bianconi, ed edite sull’omonima testata, sono state, nel corso di quasi 35 anni di pubblicazioni, ristampate molte volte su un numero esagerato di collane, alcune di lunga vita, altre effimere. La collana Super Braccio di Ferro è stata la prima, e la più longeva, collana di ristampe del forzuto marinaio. Si articola in due serie, la prima di 86 numeri, dal 1964 al 1972, e la seconda, di ben 277 albi, dal 1973 al 1994. La prima serie nasce inizialmente come raccolta, e questo la rende particolarmente interessante per i collezionisti in quanto possederne i primi numeri consente di accedere ai primissimi, rari albi del mensile. Se non che, nel tempo, i primi albi del Super sono diventati altrettanto rari, e quindi sono molti gli appassionati che si sono interrogati su quali albi originali sono raccolti in qual’altro numero del Super. E inoltre: il Super ha mai pubblicato storie inedite? Questo articolo intende rispondere a queste domande, andando a coprire il primo periodo di vita del Super Braccio di Ferro come raccolta, e quello immediatamente successivo.
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La primissima apparizione di Trinchetto in un albo Bianconi |
Braccio di Ferro Cosmo N. 3 ha ristampato la bella storia "Il vecchio e il mare", con protagonista Trinchetto, che oltre al titolo "ruba" al racconto di Hemingway anche il finale con il pesce che viene divorato e di cui rimane solo lo scheletro.
In occasione di questa ristampa, questa storia ha sollevato in qualche lettore membro del gruppo Facebook “Quelli che vogliono Braccio di Ferro di nuovo in edicola” il sospetto di una "censura postuma", ovvero di un adeguamento al "politically correct" imperante, per la presenza dell'aranciata invece del barbera come bevanda oggetto del desiderio di Trinchetto.
Il dover riassumere una saga come quella di Ashita no Joe in un paio d'ore era compito improbo ma se c'è una cosa che apprezzo dei giapponesi è che di solito cercano aderenza tra attori e characters disegnati . Fanno cinemanga senza paura di apparire ridicoli. Se fai un cinemanga fai al cinema quello che c'è nei manga (mica come gli americani che devono sempre cambiare qualcosa) vedi Yattaman, Yamato ecc... ( il film di Kyashan invece è una pedata nelle palle proprio perché troppo sperimentale). L'unico difetto che ho trovato nel film di Rocky Joe del 2011 è che la parte del riformatorio, praticamente il primo paio di volumetti del manga, sia stata zippata in un quarto d'ora iniziale per dare spazio allo scontro epico tra Joe e Rikishi...infatti la seconda parte del film, quasi tutta sul ring è fedelissima ma Ashita no Joe non è soltanto boxe.