In questo post era stato
documentato il cross-over Spinacia/Gotham City “Scacco al Jolly”, su Nuovo
Braccio di Ferro n.17 del 1997, ma quasi certamente una ristampa. Al di la
della godibilità della storia, molti erano gli interrogativi rimasti aperti:
quando era uscita la storia in prima pubblicazione? Ovvero, era stata ispirata
dai fumetti, dalla serie televisiva anni ’60 o dal film di Tim Burton?
Ebbene, due fortuiti ritrovamenti
finalmente dissipano le ombre presenti in questa vicenda!
Il primo è costituito da Braccio di
Ferro n. 408 del gennaio 1985, che presenta una storia dal titolo “La
Bat-mania”, in cui compaiono Batman e Batwoman. Ho subito pensato che fosse un sequel di “Scacco al Jolly”, e che
quindi entrambe le storie fossero precedenti al film di Tim Burton. Questa
ipotesi, però, è stata contraddetta dal secondo ritrovamento.
Si tratta di Braccio di Ferro n.
537, di quasi cinque anni posteriore (Novembre 1989), contenente quella che
presumo essere la prima pubblicazione di “Scacco al Jolly”, uscito quindi in
perfetta sincronia col film di Burton.
Quindi il primo cross-over
Editoriale Metro/DC Comics è proprio “La Bat-mania”, mentre è “Scacco al Jolly”
il sequel (anzi, potremmo parlare di
un vero e proprio reboot, vedremo poi
perché).
E veniamo alla storia: Braccio di
Ferro e Olivia sono al cinema a vedere un film su Batman, lei si sbraccia
dall’ammirazione, lui sonnecchia.
Mentre tornano a casa, arriva
Batman e fa il piacione. Olivia si sdilinquisce, Braccio neanche si accorge di
nulla perché dorme su una panchina. “Come vorrei essere la sua fidanzata”,
sospira la, ehm, fedifraga!
Finita la pennica, i due riprendono
la strada di casa, quando assistono ad una rapina. Braccio di Ferro parte
all’attacco, ma Batman lo precede e cattura i rapinatori.
Nel frattempo, il colorista ha
confuso Batman con Superman, e lo fa blurossogiallo!
Olivia dichiara tutta la sua
ammirazione a Batman, esprimendo il desiderio di essere al suo fianco nelle sue
imprese. E Batman, su due piedi, la porta con se.
Mentre tra la Batmobile, la
Batcaverna e un’impresa eroica Batman fa lo sborone, Braccio di Ferro va in
giro per la città piuttosto contrariato per essere stato piantato in asso,
quando sente qualcuno piangere.
È Batwoman, piantata da Batman
perché non compie imprese degne di lui (chè Olivia, invece, è di un’utilità
pazzesca…). Braccio di Ferro decide di aiutarla a dimostrare il suo valore.
Grazie agli spinaci, i due compiono imprese degne di Superman, altro che
Batman! Nell’ordine: spengono un incendio…
…salvano un aereo che sta
precipitando…
…ed evitano il crollo di un ponte!
Il tutto precedendo sempre Batman e
Olivia. Alla fine, il pipistrello, ammirato, chiede a Batwoman di tornare con
lui, e stavolta è Olivia ad essere piantata in asso.
Per la gag finale, Olivia si veste
da Bat-Olivia per compiere grandi imprese e guadagnarsi l’ammirazione di
Batman. Flette i muscoli e si lancia nel vuoto senza saper volare (e senza
avere evidentemente compreso il perchè della bat-fune), spatafasciandosi al
suolo.
Storia piacevole e divertente, però
intrisa di una notevole dose di maschilismo! Le donne ci fanno la figura delle
cretine, incapaci di fare qualcosa senza l’aiuto degli uomini, e disposte a
qualsiasi umiliazione pur di essere accettate da loro. Batwoman torna contenta
e senza battere ciglio con Batman che l’aveva scaricata perché incapace (e
forse è proprio così, visto che tutte le imprese le compie Braccio di Ferro
carburato a spinaci):
“Batwoman, sei formidabile!... vuoi tornare con me?”
“Certamente” (!)
“Sai, scusami se ho dubitato del tuo valore”
“Figurati” (!!!)
Cioè, non c’è di che, dubita quando
vuoi! Emblematico è lo scambio di battute tra Batman e Olivia dopo il
salvataggio dell’aereo:
“Batman, non credevo che ti facessi superare da una donna” (detto da una
donna), E lui, da vero signore:
“STÀ ZITTA, ALMENO”
La caratterizzazione di Batman e di
Batwoman (a proposito, la grafia dei nomi è, per tutta la storia, Bat-Man e
Bat-Woman) ricalca quella dei fumetti anni ’50 di Bob Kane, Dick Sprang etc.
con Batman col mascellone squadrato; anche Batwoman ricalca quella originale,
ovvero Kathy Kane. Anche la rappresentazione psicologica di Batman come
personaggio chiacchierone e per niente oscuro si rifà a quell’epoca. D’altronde
siamo all’inizio del 1985, e Frank Miller ha ancora da venì!
Da notare che, rispetto a “Scacco
al Jolly”, ci sono alcune differenze di fondo. La più macroscopica è che ne “La
Bat-mania” Batman e Braccio di Ferro vivono nella stessa città, mentre in
“Scacco al Jolly” Braccio va esplicitamente a Gotham City. Inoltre, nonostante
Batman e Braccio di Ferro si conoscono perché si sono incontrati cinque anni
prima, di questo non si fa menzione: c’è in pratica un azzeramento della
continuity! Infine in “Scacco al Jolly” Batman, più al passo con i tempi,
smette di fingere con Batwoman e Olivia e abbraccia senza remore la propria
omosessualità con Robin!
Per tutti questi motivi, “Scacco al
Jolly” più che un sequel di “La
Bat-mania” può essere considerato un vero e proprio reboot: in occasione dell’uscita del film di Burton, viene
rispolverata l’idea già sfruttata cinque anni prima dell’incontro tra Braccio
di Ferro e Batman, riadattandola opportunamente (il film rilancia
nell’immaginario del pubblico Gotham City e il Joker, che quindi vengono
inseriti nella storia). Insomma, ancora una volta Bianconi si dimostra un
precursore!