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10/12/13

Differenze ed evoluzioni…in cosa differisce il mondo di Popeye da quello di Braccio Di Ferro?




E’ vero che il cast di characters utilizzati dall’editore Bianconi era quello del King Features Syndicate ma possiamo dire che abbiamo a che fare realmente con gli stessi personaggi?
L’universo spinacico italiano è una dimensione a parte con leggi e modi diversi, oserei azzardare l’ipotesi di un vero è proprio universo alternativo a quello classico.
Partiamo dal protagonista principale:

Popeye/Braccio Di Ferro
Segar aveva definito il marinaio come sgrammaticato, naturalmente forzuto, indistruttibile, dal cuore d’oro ed incapace di malmenare un donna.

30/11/13

Speciale Provolino Story n.2-Luglio 1984-Edizioni Metro-lire 1500****





Alberico Motta e Pierluigi Sangalli non raggiungevano il “massimo umoristico” soltanto con le avventure di Braccio. 
A volte penso che i canoni dettati dai characters del mondo di Popeye fossero anche un limite , perché il tutto doveva risolversi, nella maggior parte dei casi , nel finale mazzulatorio. 
Provolino era un personaggio più libero, come il poco fortunato Pierino che editorialmente non visse abbastanza a lungo da poter diventare una pietra miliare del fumetto umoristico italiano , nonostante i fantastici esperimenti narrativi del maestro Motta.

21/11/13

Il Tiramolla dell'Annexia secondo Gaspare Pero


Posto la mailrecensione di Gas75 con qualche aggiunta*:

Ieri, uscito dal lavoro, sono andato in fumetteria a ritirare i due volumi dell'Annexia dedicati a Tiramolla.
Sono davvero due balenotteri, di oltre 300 pagine ciascuno, con una copertina stampata su una apparente "carta povera", che tuttavia rende pienamente la passione dei curatori *(Luca Montagliani per sua maestà Giorgio Rebuffi ) di queste antologie nel raccogliere queste storie oramai antiche e rarissime, oltre a svariati contenuti extra (copertine originali, articoli,...); storie ristampate non attraverso tavole originali (in molti casi introvabili), ma ripulendo scansioni di collezioni private (non sta scritto esplicitamente, lo deduco), sacrificando i colori ma ottenendo un bianco e nero pulito che sa tanto di riuscito "restauro" di queste opere d'arte.

20/11/13

Storia completa! Geppo in “Pubblicità per l’inferno” del grande Sandro Dossi (ovvero Manberto nel girone dei superbi)





L’illustrissimo e gentilissimo Sandrone ci dona questa perla tirata fuori dal baule di tesori Bianconi che stanno lì ad aspettare che qualche intelligente editore si accorga che nelle edicole c’è  fame di Geppo.
Siori che stampate  fumetti, fate un salto su Ebay ed andate a controllare le quotazioni che hanno raggiunto i “giornaletti” del buon diavolo, un albo degli anni sessanta raggiunge i quaranta €, come un Bonelli prima edizione, gli albi anni settanta-ottanta-novanta vanno via a non meno di cinque €.
Ve lo deve spiegare un umile appassionato che il ferro va battuto finché è caldo?

18/10/13

E' Tornato! GEPPO – IL DIAVOLO BUONO-RW Edizioni Lineachiara ***** (a priori)

La cover rossa è una rielaborazione di alcuni disegno di Carpi rimontati

Il gentilissimo Andrea Mazzotta su Facebook mi ha fornito finalmente tutte le informazioni possibili per una corposa preview da pubblicare qui sul Blog più bianconico del Web.
Questa è una missione possibile, il successo dell'opera può fare da ponte al primo vero ritorno dei nostri amati eroi dei fumetti, dipende tutto da noi!

08/10/13

Kid n. 8–Edizioni Alhambra-Aprile 1971-reperto reperito da Filippo Tattini



Cover del grande Alberico Motta

Il buon Filippo mi ha spedito via mail alcune scansioni di questa chicca cartacea.
Non fatevi ingannare dall’altisonante nome "Edizioni Alhambra", questo recensito è  un puro fumetto razza Bianconi.

28/09/13

Il vero nome di Braccio di Ferro è Celestino, le origini del Popeye Bianconi****

 

Questa storia disegnata e sceneggiata da Pierluigi Sangalli con le chine di Sandro Dossi dovrebbe essere utilizzata come prefazione ad un eventuale antologia del famoso marinaio.
"L'Ancoretta Tatuata" è la prova che il guercio italiano  vive in un universo alternativo all'originale, le stesse origini del personaggio, mai dettagliate così precisamente da Segar o Sagendorf, indicano parentele ed affinità che sono discordanti ed incoerenti con quelle del character  U.S.A.

27/08/13

Vince Abelardona! (nel frattempo Lorenzo Terranova mi ha inviato un scontro di Braccio con una vecchia Bancarotta style di Pierluigi Sangalli)


Riciclo questa meraviglia di Alberico Motta  per annunciare che la vecchia sganassona ha battuto Popeye per 34 voti contro 15. Nonostante il post sia stato visto 586 volte ad oggi soltanto 49 sono stati i voti utili.
Stasera comunico a Sandro Dossi la scelta del popolo e spero che trovi un pò di tempo per disegnare la tavola promessa. Nel frattempo Lorenzo Terranova ha scovato su un vecchio numero del marinaio guercio  una storia con un clone  della Nonnina in salsa sangalliana.
Buona lettura!

“La freccia di Cupido” su Braccio di Ferro n. 529 – 9 Giugno 1989 – Disegni di Pierluigi Sangalli (****)


Incredibile! Lo “Scontro del Secolo” tra Braccio di Ferro e Abelarda è già avvenuto, o quasi, nel 1989, e senza un esito finale… ma fino a dove si arriva,Braccio le busca dalla vecchiarda!
Il “quasi” deriva dal fatto che in realtà non si tratta proprio di Abelarda, ma di una sorta di “clone”… ma andiamo con ordine:

12/07/13

Alberico Motta mi hai reso un uomo felice!

Un bellissimo Soldino degli anni 90


Giuro che fibrillavo all'arrivo del plico che il maestro mi aveva promesso, sono andato al primo centro postale di ritiro pacchi e mi hanno sbattuto dall'altra parte della città.
Ho fatto i chilometri sulla mia scassata 313 ed ho tolto lo scotch con i denti sull'ascensore.
Eccolo li il mio tesooooroooooooohhhhhhhhh!

18/06/13

E' ARRIVATO IL DOSSIER DI BIG ROBOT!

Il gentilissimo Joe7 un mesetto fa mi aveva chiesto se era possibile un contatto con Alberico Motta per un Dossier sul robottone nazionale della Bianconi. Il maestro è stato ovviamente disponibile ed è nata questa cosa qui che ritengo interessantissima.


24/03/13

Braccio Di Ferro-Il bambino cresciuto-Una delle tre storie di Alberico Motta da leggere per intero e tutta per voi!******

Avevo letto le  avventure di Braccio di Ferro scritte e disegnate da Alberico Motta  anni fa, il suo tratto morbido mi faceva accostare lo stile  ai cartoons  dei Fratelli Fleischer.
Alberico ha disegnato soltanto tre storie di Popeye e gli originali sono stati venduti ad un appassionato.
Questa chicca  regalataci da Motta  è un vero gioiello!
C'è tutto quello che fa il "Bianconi Style".
Timoteo  novello Erode affetto da satiriasi tenta di uccidere Pisellino, ne prende il posto e si limona Olivia ripetutamente davanti alla faccia di Braccio di Ferro.
Il Popeye nazionale  ha la stessa apertura mentale di un pastore maremmano e  pensa che i bambini vengano educati bene soltanto a sganassoni  e le donne reguardite a papagni.
Edipo,culetti al vento, Pisellino Mosè e vecchie menate!
Affanculo il politically correct!
Un capolavoro che dovete leggere e gustare.
Grazie Alberico!


Qui sotto potete leggere la storia completa:

https://docs.google.com/file/d/0B_Sev4hc52nhdW1QblFLaTcza2M/edit?usp=sharing

23/03/13

Geppo di Alberico Motta


Cover dell'effettivamente raro "Geppo Giochi" Collana Fantasie Allegre del 1982 ...chissà se Alberico oltre a questa copertina ha mai disegnato storie del diavolo buono? I disegni nella barretta laterale sono un misto di personaggi disegnati da Sandro Dossi, Pierluigi Sangalli e lo stesso Motta. Aggiungo le informazioni che mi ha inviato per e-mail Alberico:

"Si, la copertina è una della serie di una rivista mensile di giochi per Bianconi che ho realizzato negli anni in cui mi ero già staccato dalla casa editrice, ma ogni tanto tornavo a farmi vivo con qualche idea da sviluppare.
Le copertine da me disegnate (come del resto tutti i giochi), rispecchiavano il contenuto della rivista che ogni mese alternava il personaggi di Geppo con quello di Pinocchio e di Soldino. I giochi erano presentati appunto dal personaggio di turno che io disegnavo per l'occasione. All'interno, nei giochi da colorare, venivano anche riprese dalle copertine dei periodici di fumetti, come richiamo pubblicitario alla produzione Bianconi. Le copertine da colorare venivano rifatte di nuovo da me con la ripassatrice Agnese Fedeli, poiché dovevano presentare dei tratti ben delineati al fine di contenere il colore dei pastelli. 
Penso siano stati fatti una dozzina di numeri, che ho conservato.
Tornando a bomba, mi chiedi se io abbia disegnato qualche storia di Geppo: mi pare di si, ma pochissime, e non so che fine abbiano fatto. Nemmeno io ne ho traccia.".

10/03/13

Emirati Arabi, C.I.A, Hitler, Corruzione...Gatto Felix n.19-Luglio 1976-lire 200-Edizioni Metro*****



Il numero in oggetto è tutto disegnato da Umberto Manfrin  tranne un paio di "minime" di Mario Sbattella e  la cover  di Alberico Motta.


Madonna mia quando era avanti Manberto!
1)Kitty-Follie d'Arabia*****

Qua stiamo quasi agli stessi livelli di cattiveria del Dittatore di  Sacha Baron Cohen, leggete la battuta sulle mogli. detta dallo  sceicco...



...Zampanera che descrive con dovizia di particolari i rapporti tra C.I.A. ed emirati arabi...


...Kitty novella emira che sceglie dal suo harem  un manzo adatto per un "sano" party post-elezioni.
Festini degni di  un deputato italiano " a caso".





2) Inky e Dinky-In tre si canta meglio***

...follia allo stato puro.





3) Felix-Strani anniversari*****

Cosa ne pensate di una storia in cui Adolf Hitler s'incazza con un gatto perchè dice di avere il baffo più grosso?
Freud  ci ha speso una carriera  a trattare l'argomento "invidia del pene".


Zampanera che spara Heil! a manetta ed il Führer che ancora urla di avere il "baffo" più grosso di tutti.



Felix , come un'Inglorius Bastard tarantiniano vuole mettere la stricnina nel tè del tedesco antiebraico.
Kitty complice fredda più di Shosanna Dreyfus.



Un bel PUONCIORNO alla Ratzy.



La scienza insegna...Felix essendo di "colore" aveva sicuramente  il  "baffo" più grande  dello   zio di Adriano Celentano (così dicevano Castellano e Pipolo in un film del  1978)





4) Zampanera-La città profumata****

Sindaci corrotti ,arrichiti inquinatori, gente che finanzia la campagna antifumo e getta puzzolentissimo "acido prosergitopico" nei fiumi. Storie di camorra che nemmeno nei film di Mario Merola.




C'è di tutto in quest'albo di scuola Bianconi.
Manberto scatenato e privo di freni con storie che sono ancora freschissime e tutt'altro che buoniste.
Questi erano quelli che chiamavano fumetti per bambini!



Bonus.
Un pò di spot popeyici di Sangalli.




01/03/13

Soldino n.20-25 settembre 1964-lire 100-Edizioni Bianconi****




Un altro bell’albo della nonnetta fulmicotonica uscito durante le Olimpiadi di Tokyo del 1964 , anche se l’unica storia che fa riferimento all’evento è l’ultima di Nerone scritta e disegnata da Alberico Motta.

Soldino e Abelarda: Lo stregone del deserto, disegni di Giovan Battista Carpi****


Poco si è visto di Carpi sul blog nonostante il grande contributo grafico e creativo che il grande (forse il più grande?) autore Disney italiano apportò in casa Bianconi.
La storia è disegnata divinamente e non potrebbe essere altrimenti, la nonna degli anni 60 è già graficamente lontana dalla segaligna ed altissima vegliarda anni 50 ispirata alla Signora Carlomagno di Jacovitti. La cicciottizzazione di Abelarda ci darà la versione definitiva del personaggio che è quella impressa nella memoria della maggior parte dei  lettori.
In questa avventura Soldino e la vegliarda si perdono nel deserto e vengono catturati “dal solito scienziato pazzo delle storie a fumetti”.




La parte più divertente della storia è quella che vede un Soldino ipnotizzato pronto a suicidarsi a comando con un bel colpo di pistola alla testa



Devy Crock: Il cocomero dei gioielli-disegni di Pierluigi Sangalli con chine di Sandro Dossi***



Lo sceriffo Devy doveva essere un personaggio apprezzato da Renato Bianconi, visto che provò più volte ad utilizzarlo come titolare di testata sia in albi dal formato classico che in quelli (bellissimi) in formato “nero”.  A me personalmente non ha mai fatto impazzire e anche questa storia non ha particolari guizzi creativi che la sollevino dalla media e parla di ladruncoli  e scambi di cocomeri.
  
Abelarda e Bongo: Diamanti sacri-disegni di Tiberio Colantuoni***1/2



Il tratto splendido ed originale di Tib al massimo del suo splendore.
Bongo qui è ancora ignudo ma è gia un carattere abbastanza definito.
Ricordo per chi non lo sapesse che il gorilla bianconi nacque come criminale alleato di Nik e Nok (ho la storia da qualche parte in soffitta) ed in seguito fù forzatamente adottato a colpi di sberle redentrici dalla vecchia. Bongo è un personaggio che negli anni , per fortuna, non diventa mai un “buono”, tenta sempre di buggerare Abelarda in funzione della sua droga preferita:le banane. Il personaggio peloso è uno dei miei preferiti, come il Pugagioff di Rebuffi ha personalità da vendere ed è così simpatico e selvaggio che ruba spesso la scena ai protagonisti delle storie. Bianconi aveva notato le potenzialità dell’animale cartelluto  e per un periodo lo aveva promosso a titolare di testata autonoma. In questa storia africana la vecchia deve avere a che fare con gli imbrogli del quadrumane e dei ladri di gioelli.
  
Vignette e Storiella muta di Mario Sbattella: vi propongo questa perlina di metafumetto.


  
Volpetto e Abelarda: Il Parco Nazionale-disegni di Tiberio Colantuoni****


La storia più divertente dell’albo. Volpetto e la nonna  vogliono fare un safari fotografico al parco nazionale di Bancarotta. Un bracconiere travestito da orso  si offre come guida ma in realtà vuole far andar via i due sgraditi curiosoni. Le gags più divertenti sono quelle inerenti le multe che vengono comminate ad Abelarda per maltrattamento del finto animale. Tutto  culmina nella tortura di Volpetto da parte del plantigrado camuffo con la vegliarda costretta a guardare passiva per paura delle contravvenzioni.
  
Nerone: Il grande atleta-storia e disegni di Alberico Motta***1/2

  
Come scrivevo in apertura l’unica storia che fa  riferimento alle Olimpiadi di Tokio del 1964. Qui il nostro amato bastardone si sostituisce a molti atleti dell’evento rimediando soltanto figuracce. Alla fine, visto che non beccherebbe nessuna medaglia, si sostituisce ai giudici affibiandosi tutti i primi posti. Nerone fugge coperto dalle  pomodorate del pubblico. Una storia deboluccia, Motta ha fatto di molto meglio con questo personaggio ma tenendo conto che è un probabilissimo “Istant Comic” prodotto in pochissimi giorni e in virtù del famoso evento sportivo è comunque degna di lode.

La Bianconi degli anni 60 come parco autori, qualità di sceneggiature e disegni era a  mio avviso produttrice di albi di qualità uguale e a volte superiore a quelli che proponeva il Topolino Mondadori dello stesso periodo.  Le vendite dovevano anche andar bene visto che Soldino nel 1964 era quattordicinale.

Erano bei tempi tenuto conto che adesso molti fumetti italiani se va bene sono ormai bimestrali e gli unici che riescono a reggere la mensilità sono  quelli della Bonelli e le traduzioni dall’estero.
Forse l’unico settimanale a fumetti rimasto nelle edicole italiane è proprio Topolino e ormai non si può che fare il tifo per lui visto che è l’ultimo baluardo del fumetto umoristico per ragazzini. A volte me la prendo con la testata di Mickey Mouse perché penso che abbia rubato (pagando fior di dindini)  il meglio della produzione umoristica italiana in nome di un personaggio Yankee ma non potrò mai negare che molte cose belle si sono lette anche in quei paraggi.


22/02/13

Super Braccio di Ferro n° 192 - Novembre 1987 - L. 1500 - Recensione di Luca Romanelli


Timoteo - Stile marsigliese (****) testi di Alberico Motta, disegni di Tiberio Colantuoni



 Tra le numerosissime storie del filone "rapimentistico" - quelle, per intenderci, con protagonista Timoteo che le tentava tutta per involare la donzella a BdF ma finiva puntualmente saccagnato - è forse la più divertente in assoluto. Un ispiratissimo Motta, a suo agio come non mai quando si tratta di dar sfogo ad un po' di sano sadismo, ne fa passare di ogni al bestione, fino al geniale finale in cui il poveraccio, pesto e scornato, smette i panni di gangster à la Belmondo e prega letteramente Braccio di tornare a pestarlo old style. Si ride come matti dalla prima all'ultima vignetta.



Trinchetto - La mappa falsa (**) disegni di Tiberio Colantuoni
Il vecchiaccio frega una mappa del tesoro a Pisellino approfittandosi della sua ingenuità infantile, ma il suo losco piano non andrà a buon fine. Trama ultra-standard e nessuna sbronza, niente di che.



Olivia - Il cappellino nuovo (**) disegni di Pierluigi Sangalli
Vecchia storia breve ristampata per l'occasione. Olivia scommette con Pisellino che quel distrattone di Popeye le farà i complimenti per il nuovo cappellino, ma il guercio (essendo, per l'appunto, limitato di veduta) manco se ne accorge. Carina.


Braccio di Ferro - Il filtro di circe (***) disegni di Pierluigi Sangalli



Bacheca, che come è noto produce più filtri del Laboratorio Acqua Acetosa, se ne inventa uno che trasforma gli uomini in cinghiali. Sarà Braccio, al solito, a sventare il suo piano a suon di castagne spinaciose. Vale la pena di segnalare la sequenza in cui Timoteo si dimentica all'istante di quell'attaccapanni di Olivia e si allupa di brutto alla vista di una biondona che ignora essere sua madre trasformata. L'ombra dell'incesto in un fumetto Bianconi. Ma quanto erano avanti?

Poldo - Sbafando s'impara (***) disegni di Tiberio Colantuoni
Lo Sbaffini, maestro nell'arte di intortare quel fesso di Casagrossa, stavolta si becca un fracco di legnate, ma saprà sfruttare a suo vantaggio anche i lividi. Molto divertente, come quasi tutte le storielle in cui appare Barbaspina, a mio parere personaggio fin troppo sottovalutato.

Trinchetto - Barbera e psicopittura (***) disegni di Pierluigi Sangalli




Braccio e Olivia credono che a Trinchetto abbiano ceduto le rotelle e, su consiglio di un simil-Freud (in realtà l'amico Oreste), gli somministrano l'unica medicina che possa soddisfare i suoi desideri repressi (sì, proprio quella). L'inganno verrà scoperto col solito metodo dei fumetti Bianconi: ascoltando gli imbroglioni che hanno la pessima abitudine di spiattellare tutto a voce alta. Divertente, come tutte le storie con al centro i raggiri del vecchio sbevazzone.

Braccio di Ferro - Invenzioni strampalate (****) testi di Alberico Motta, disegni di Pierluigi Sangalli




Il guercio, folgorato dall'incontro con uno scombinatissimo ex compagno di scuola, viene colto dalla sindrome di Archimede (quello della Disney) e si mette a ideare cose astrusissime come l'ombrello a copertura totale o la bici a ruote giganti "per non finire nelle rotaie del tram". E il bello è che due loschi tizi dell'ufficio brevetti cercano pure di fregargliele! A completare il quadro, le manovre altrettanto sporche di Poldo il manigoldo. Genialate marca Motta a iosa.

Poldo - La sfida dei panini (**) disegni di Tiberio Colantuoni

Incredibile ma vero: esiste qualcuno che non solo ha l'ardire di sfidare Poldo a chi mangia di più, ma è pure lì lì per batterlo. Non fosse che il viscidone chiama in aiuto con l'inganno l'amico Braccio, che con un pugnazzo ben assestato fa sputare allo sfidante tutti i panini ingoiati (bleah).

Grissino - Sedia su misura (**) disegni di Pierluigi Sangalli

Nella media delle storie sul gigante cleptomane inconsapevole. Personalmente non sono mai stato un suo fan sfegatato.


Timoteo - La cattura di Joe (***) testi di Alberico Motta, disegni di Tiberio Colantuoni


Timoteo è causa involontaria dell'evasione del terribile Joe Bestione (non è chiaro se sia un cognome o un soprannome) e gli tocca riportarlo in galera se vuole evitare di finir dentro a sua volta. Ma sarà il solito Braccio a sistemare le cose. Si ride soprattutto per i tragicomici tentativi del figlio della strega di ricondurre Joe in gattabuia, uso di armatura medioevale compreso.

21/02/13

Numero sconosciuto (privo di copertina) di Cucciolo, 80 pagine numerate da 3 a 82 (attendiamo aiuti) recensione di Luca Lorenzon


Salvatore Giordano prova ad aggiungere almeno i disegnatori

1) Giorgio Rebuffi
2) Giorgio Rebuffi
3) Onofrio Bramante (Brahms)
4) Alberico Motta in overdose di Jacovitti
5)Giorgio Rebuffi


Agnelloski pasqualeff (16 tavole): le tribolazioni di Cucciolo e Beppe (cui si aggiunge Bombarda) per procurarsi un agnello da cucinare per Pasqua. Il titolo è giustificato dal fatto che il lupo Pugacioff ha un ruolo di rilievo. Storia canonica ma piacevole, con una simpatica gag finale. ***


 

Il Confusionifero (12 tavole): un capolavoro http://lucalorenzon.blogspot.it/2011/02/fumettisti-dinvenzione-5.html*****

 

Robin Het e l’allegra brigata della foresta – avventura in canoa (16 tavole): Robin Het e i suoi compagni Tremarel e Mac Kefif vanno a caccia nelle foreste di quella che sembra essere la regione dei Grandi Laghi (nonostante il titolo lasciasse intendere che fosse una parodia di Robin Hood) ma il grasso Tremarel si attarda per prendere una preda e viene catturato dagli indiani che introduce ai piaceri dell’alcol. Dopo una rocambolesca fuga si ricongiunge agli amici in canoa, tanto per giustificare il titolo.
Non ho gradito l’inserimento di una storia più avventurosa e leggermente più realistica in un contesto prettamente umoristico come quello di quest’albo, e la trama di questo fumetto non mi sembra particolarmente originale, ma i disegni denotano una certa cura e non vorrei farmi infuenzare dai pregiudizi.
Tre stelle e non ne parliamo più, Salvatore. ***

 


Il ratto delle Sabine (12 tavole): per quanto messa in ombra da Il Confusionifero, anche questa splendida storia si segnala per i diversi piani narrativi in cui si muove e per molti divertenti e riuscitissimi giochi metanarrativi.
Come annunciato da una didascalia (sicuramente vestigia di una precedente edizione, visto che dei fatti riassunti non c’è traccia in questo numero) Cucciolo e Beppe proseguono la loro carriera di reporter e decidono di fare un servizio su un’opera teatrale che Bombarda metterà in scena: Il ratto delle Sabine. A causa di una indigestione di fagioli i due attori protagonisti non possono recitare, così Cucciolo e Beppe salvano la situazione e si offrono di sostituirli.
La storia alterna le vicende recitate con le reazioni scomposte del pubblico, e si caratterizza per splash pages e “panoramiche” degne di Jacovitti, autore a cui alcune anatomie sono palesemente ispirate. Notevole per una pubblicazione del genere, fatta di corsa e al risparmio, l’horror vacui che pervade le tavole, caratterizzate da un sovraffollamento di facce e dettagli (ai lettori un premio di un chilo di fagioli se riusciranno a trovare il personaggio storico tra la folla!).
Questo particolare tipo di narrazione permette di condensare un sacco di informazioni in poche pagine, e in effetti la rappresentazione della commedia dura solo 4 tavole pur presentando molte situazioni e sottotrame.
Al di là degli inserti surreali (a tavola 4 un figuro irrompe nella pagina per raccontare una barzelletta) la dirompente vis comica della storia si manifesta al meglio in tre occasioni: la rivelazione della vera vita coniugale dei romani dopo il ratto delle mostruose mogli, la genialità di Bombarda che pensa a quanto guadagnerà con tutti gli ortaggi che il pubblico imbufalito gli lancia e l’inedita paraculaggine dei due protagonisti che rimessi i panni di reporter scrivono una cronaca assai addomesticata dello spettacolo.
Una storia da recuperare. *****

 




La guardia del corpo (16 tavole): il cagnolino giapponese Gigorocane cerca impiego come guardia del corpo ma non viene preso sul serio a causa delle sue dimensioni mignon. Dopo essere riuscito a suonarle nientemeno che a Pugacioff viene indirizzato verso Bombarda che sarebbe ben lieto di avere qualcuno che lo difendesse dalle attenzioni del lupastro: Gigorocane dà dimostrazione delle sue incredibili abilità marziali e Bombarda lo assume.
Il povero Pugacioff viene ripetutamente sconfitto e nemmeno lo iettatore Giona la spunta su Gigorocane. Finché incontra il gatto Bernabò (da quello che ho capito, titolare col topo Achille di un’altra serie) che con l’inganno gli affida la pianta carnivora Pitagora. Proprio questo strambo vegetale che fuma la pipa, già intravisto in Agnelloski pasqualeff, si rivela essere il rimedio contro Gigorocane.
È probabile che La guardia del corpo facesse parte di un corpus di storie collegate fra di loro, o che sia il frutto di un rimontaggio, visto che Pugacioff fa riferimento a una scena che non è presente in questa versione. ****